La storia del primo grande fallimento nel mondo delle criptovalute, l’exchange giapponese Mt. Gox.
Summary
Mt. Gox, dalla nascita al fallimento
Mt. Gox è stato per quattro anni dalla sua fondazione dal 2010 al 2014 il principale exchange di criptovalute al mondo. È stato inizialmente fondato nel 2007 da un programmatore, Jed McCaleb, come scambio di carte di un gioco molto diffuso “Magic”. Il nome era appunto derivato dall’acronimo “Magic: The Gathering Online Exchange”.
Nel 2010 è stata trasformata in un exchange di criptovalute, che fin dall’inizio ha riscosso grandissimo successo presso gli utenti di tutto il mondo. Nel 2013 aveva in mano circa il 70% di tutti gli scambi di criptovalute mondiali. Nel febbraio del 2014 è stato oggetto del più grande furto episodio di hackeraggio di tutti i tempi, che ha sottratto circa 850.000 BTC. A causa di quell’episodio ad aprile dello stesso anno, l’exchange ha dovuto dichiarare bancarotta.
In realtà, episodi di hackeraggio si erano già verificati nel 2011, quando un hacker riuscì a penetrare nei sistemi di sicurezza dell’azienda rubando circa 2.000 Bitcoin.
Solo alla fine del 2021, i creditori e il tribunale distrettuale di Tokyo hanno raggiunto un accordo sul piano di riabilitazione di Mt. Gox, chiudendo una battaglia legale di sette anni e mezzo. A luglio è cominciato il piano di rimborso dei creditori dell’exchange.
Il potere dell’exchange negli anni ha determinato un ruolo dominante nelle contrattazioni di Bitcoin. Nel 2013, proprio per raffreddare il mercato, l’exchange decise di sospendere per due giorni tutte le attività.
Proprio questo ruolo smisurato nel mercato delle criptovalute di quegli anni ha attirato moltissimi hacker che hanno preso di mira ripetutamente i sistemi di sicurezza della società, fino al triste epilogo nel 2014, con l’enorme furto subito che ha azzerato i conti di migliaia di utenti ignari.
Il tentativo di rimborso dei fondi sottratti
Questi attacchi hanno approfittato di una falla nei sistemi di sicurezza impossessandosi di tutti i Bitcoin che erano depositati sui conti dell’ exchange. Nel tempo sono stati recuperati circa 200.000 BTC, sui quali è cominciata una lunga battaglia legale intrapresa dagli utenti dell’exchange per avere parte dei loro fondi sottratti.
CoinLab, uno dei principali creditori contro Mt. Gox, ha continuato a perseguire la sua causa multimiliardaria per violazione del contratto contro Mt. Gox. Nel 2019, Mark Karpeles, CEO di Mt. Gox, è stato ritenuto colpevole per aver falsificato i dati per gonfiare le partecipazioni.
Nel novembre 2021, Nobuaki Kobayashi, l’amministratore fiduciario di Mt. Gox, ha annunciato che il 99% dei creditori dell’exchange ha accettato il piano di rimborso presentato al tribunale di Tokyo.
Il piano riabilitativo prevede un piano di registrazione e compensazione basato su differenti fasi per i diversi creditori. Perciò, è prevedibile che i tempi del rimborso siano piuttosto lunghi e certamente non tutti i creditori potranno avere da esso piena soddisfazione. Considerando che le attuali quotazioni di Bitcoin sono nettamente più elevate del 2014, quando avvenne l’hack, i fondi per rimborsare tutti non dovrebbero mancare.