A poche settimane dall’annuncio, il progetto di Ripple per la tokenizzazione di alcuni terreni espropriati dal governo alla malavita, sembra trovarsi di fronte ad inaspettate difficoltà.
Summary
Ripple: la tokenizzazione di alcuni terreni colombiani sembra arrestarsi
Il progetto che Ripple Labs aveva lanciato di concerto con le autorità colombiane per registrare tramite la blockchain alcune porzioni di terreni confiscati alla malavita dal governo, rischia seriamente di non concretizzarsi.
This. 👏 https://t.co/88n6P8YLK6
— RippleX (@RippleXDev) July 29, 2022
Il progetto, che era stato avviato a fine luglio dal governo colombiano in partnership con la società di sviluppo blockchain Peersyst Technology e con Ripple Labs, avrebbe dovuto memorizzare e autenticare permanentemente i titoli delle proprietà su XRPL, la blockchain pubblica di Ripple.
Secondo le intenzioni del governo colombiano, questo sistema avrebbe reso meno burocratica e più equa la distribuzione dei grandi possedimenti terrieri appartenenti ai grandi boss dei cartelli della droga colombiana.
Ma solo dopo poche settimane dall’annuncio, cominciano ad arrivare i primi pareri contrari da parte delle autorità colombiane. Il capo ad interim dell’Agenzia per la terra colombiana, ha affermato, due giorni fa, che il progetto non è una priorità per il 2022 e non sarebbe ritenuto una priorità strategica per il dipartimento di tecnologia dell’informazione del Paese.
La notizia ha destato molta sorpresa, considerando come il nuovo Presidente colombiano, Gustavo Petro, sia considerato crypto friendly, come si evince anche da alcuni suoi recenti tweet favorevoli alle criptovalute:
¿Y que tal que el litoral pacífico aprovechara las caídas de alta pendiente de los rios de la cordillera occidental para producir toda la energía del litoral y reemplazar cocaína con la energía para las criptomonedas?
La moneda virtual es pura información y por tanto energía. https://t.co/65xdN2whuO
— Gustavo Petro (@petrogustavo) October 2, 2021
Qual era l’obiettivo del progetto di Ripple Labs in Colombia?
Il progetto di Ripple Labs era volto a redistribuire in maniera equa e sicura le terre, che, secondo un accordo di pace co-firmato dalle Forze armate rivoluzionarie della Colombia e dal governo colombiano nel 2016, doveva ridistribuire la terra alle comunità indigene emarginate.
Ferran Prat, CEO di Peersyst Technology, ha dichiarato:
“Il punto è che la terra è importante in Colombia, quindi è necessario un sistema che garantisca che la terra non possa essere presa ingiustamente. Inserire le informazioni in una blockchain pubblica che non può essere modificata o alterata aiuterà”.
Antony Welfare, consulente senior di Ripple Labs, ha poi aggiunto:
“Con la blockchain pubblica, una volta che la transazione è stata registrata, non può mai essere cancellata. Questa è la parte più importante. Se il sistema governativo dovesse esplodere, il proprietario della terra sarà ancora in una blockchain perché è detenuta in tutto il mondo in nodi diversi”.
Ora, però, il progetto sembra incontrare difficoltà legate proprio alla nuova amministrazione, dal momento che l’accordo era stato siglato prima che il nuovo Presidente giurasse. La nuova amministrazione sembra molto meno convinta della bontà del progetto e secondo alcuni esperti potrebbe essere politicamente morto.
Il piano del Presidente Petro includerebbe l’acquisto da parte dello Stato di parte dei terreni attualmente non utilizzati o impiegati per scopi illegali e la loro redistribuzione agli agricoltori rurali, senza, però, dare priorità ad indigeni e comunità rurali, come, invece, voleva fare la vecchia amministrazione e che per questo nella maniera più equa e sicura possibile aveva proprio deciso di utilizzare la blockchain pubblica di Ripple.