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La Russia inserisce Meta tra i gruppi estremisti e terroristici

Le autorità della Russia hanno aggiunto Meta – che possiede Facebook e Instagram – ad un elenco di organizzazioni terroristiche ed estremiste, riferisce l’agenzia Interfax del Paese.

La Russia vede Meta come terrorista

Dopo aver a marzo bandito tutte le piattaforme legate al gruppo Meta che controlla  Facebook, instagram e whatsapp, su tutto il territorio russo, ora il Cremlino ha inserito la società fondata da Mark Zuckerberg, tra i gruppi estremisti e terroristici, secondo una nota diramata dall’agenzia di stampa governativa Interfax.

Il bando imposto a Meta escludeva per il momento la società di messaggistica telefonica WhatsApp, che continua a funzionare in Russia, ma, invece, bandiva totalmente sia Facebook che Instagram, considerati pericolosi veicoli di propaganda occidentale.

Secondo Interfax l’agenzia di controllo finanziario russo Rosfinmonitoring avrebbe incluso Meta tra le aziende pericolose, che le metterebbe a rischio di congelamento dei propri fondi da parte delle banche del Paese.

Meta ad aprile aveva fatto ricorso contro la decisione del Cremlino di bandire le sue attività dal paese, ma il tribunale di Mosca aveva respinto il ricorso, confermando il bando delle società sul territorio russo. Gli avvocati di Meta avevano portato avanti la tesi che la società non stava affatto conducendo nessun comportamento estremista, ma i giudici non hanno creduto a questa tesi, confermando le accuse contro Meta.

Malgrado Mosca abbia limitato l’accesso a Facebook e Instagram, molti utenti russi continuano ad accedervi, in maniera più o meno clandestina, a utilizzando reti private virtuali (VPN), la cui domanda è salita alle stelle poiché alcuni servizi Internet occidentali sono stati bloccati a marzo.

L’avvocato per i diritti umani Pavel Chikov ha comunque avvertito quanti adottano simili comportamenti, che anche la semplice visualizzazione dei loghi di Instagram e Facebook, o la pubblicità su tali reti, potrebbe essere considerata illegale dal codice penale russo.

Il legislatore senior Andrey Klishas, ha scritto martedì su Telegram:

“La decisione di Rosfinmonitoring di inserire Meta nell’elenco delle organizzazioni estremiste non cambia in alcun modo la situazione per gli utenti dei social network di Meta, gli utenti dei prodotti Meta non infrangono la legge”.

La strategia delle autorità russe

Questo gesto si inserisce nella politica dura adottata dal regime moscovita contro i media occidentali dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina. A fine Marzo BBC e Bloomberg hanno ritirato i propri corrispondenti perché non esistevano più i presupposti per trasmettere, la CNN ha interrotto le proprie trasmissioni dalla Russia, mentre anche Twitter è stato bandito per gli stessi motivi per i quali sono stati vietati Facebook ed Instagram. 

Ma la censura ha colpito anche i media russi, Novaya Gazeta ha fatto sapere che l’agenzia russa Roskomnadzor, che controlla le comunicazioni, aveva chiesto a marzo alla stessa Novaya Gazeta, a Dozhd, a Mediazona e ad altri media russi di cancellare alcuni loro articoli per aver definito «guerra» le operazioni di Putin in Ucraina. 

D’altra parte le pense per chi non si attiene alle regole rigidissime della censura russa rischia pene fino a 15 anni di carcere. Da tempo sono tornati in grande auge oltre come detto ai VPN, il dark web e persino gli sms. 

Anche perché, secondo alcune fonti, molti media occidentali come la BBC avevano registrato record di contatti in Russia dallo scoppio del conflitto. 

A tal proposito, proprio il direttore generale della BBC, Tim Davie, ha affermato:

“In un conflitto dove la disinformazione è un’arma c’è un chiaro bisogno di notizie fattuali e indipendenti di cui la gente si possa fidare”. 

La celebre televisione inglese starebbe in alcuni irradiando le proprie trasmissioni in onde corte, una tecnologia che permette al segnale radio di percorrere lunghe distanze e che era stato abbandonato nel 2008 e ancora molto utilizzata dai radioamatori.

Molto utilizzato come detto in Russia per sfuggire alla repressione russa è quello del canale legato al dark web, la parte sommersa del web, perché non indicizzata nei motori di ricerca e che spesso viene utilizzata per attività illecite e criminali, ora viene usata dai russi per sfuggire alla censura. 

Twitter è stato il primo social a prevedere una versione consultabile attraverso Tor, il principale browser per navigare senza venire tracciati, perché i dati rimbalzano attraverso un network crittografato a più livelli, come negli strati di una cipolla. Da qui il nome “The Onion Router” in cui si scioglie la sigla. Secondo alcune fonti anche Facebook sembrerebbe utilizzare questo canale per potere essere accessibile anche in Russia, malgrado il bando.

Secondo il giornale inglese Guardian, nelle ultime settimane il governo russo avrebbe creato siti fake di alcuni importanti media occidentali, come appunto il Guardian, ma anche i tedeschi Bild e Der Spiegel, che criticavano apertamente l’Ucraina e le sanzioni contro la Russia.

La stessa Meta ha detto a fine settembre di aver rimosso decine di account falsi che riportavano a questi falsi siti di importanti media occidentali:

“Pubblicherebbero articoli originali che criticavano l’Ucraina e i rifugiati ucraini, sostenevano la Russia e sostenevano che le sanzioni occidentali alla Russia si sarebbero ritorte contro.

Avrebbero quindi promosso questi articoli e anche meme originali e video di YouTube su molti servizi Internet, inclusi Facebook, Instagram, Telegram, Twitter e [e] siti Web di petizioni”.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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