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Focus sulle azioni USA: Tesla, Virgin Galactic e Amazon

Al tonfo dei mercati per i dati sull’inflazione americana all’8,2%, è seguito un rimbalzo che, però, non sposta molto quanto succedeva in precedenza ai più importanti titoli della Borsa americana, come Tesla e Amazon. 

Azioni USA, come Tesla e Amazon, vedono rosso

I nuovi dati sull’inflazione americana hanno gettato i mercati nel panico, fin dalla comunicazione che il dato era dell’8,2% le borse ed in particolare quella di Wall Street hanno registrato ingenti perdite dovute al mancato centramento del target che era fissato all’8,1%.

Il nuovo dato sul costo della vita ha spaventato gli investitori, sia quelli istituzionali che non, ma durante tutta la sessione si è recuperato molto terreno fino a portarsi nuovamente in zona verde a seguito di una più attenta analisi del quadro generale.

Da una parte, anche se è vero che il dato risulta essere sopra le attese nonostante una progressiva serie di rialzi dei tassi senza precedenti (a suon di aumenti di 75 punti base per un totale di 325) è anche vero che in numeri assoluti l’inflazione continua la sua inesorabile discesa, solo a giugno scorso (il precedente trimestre) il dato era del 9,1% ciò significa un calo di più del 10% in un solo trimestre.

La progressione della discesa del CPI è costante e nello specifico 8,5% a luglio, 8,3% ad agosto ed ora 8,2% a significare che il trend mostra soluzione di continuità e forza, questo probabilmente alla base del recupero generale di Wall Street che ha visto addirittura il Dow Jones toccare quota +2,8% nonostante un’inflazione mai vista dal 1982 ad oggi.

Se prendiamo il comparto dello S&P 500 o il Nasdaq (NDSQ) vedremo il ripetersi dello stesso movimento a V e titoli come Tesla, Virgin Galactic ed Amazon perdere molto all’apertura per poi recuperare, chi più chi meno.

Volendo analizzare nel dettaglio è chiaro che seppur rimanendo presente la questione CPI e dati americani ciascuna azienda è stata influenzata da motivazioni specifiche almeno nel trend che le caratterizza.

Le performance di Virgin Galactic

La Virgin Galactic (4,72 dollari americani ad azione oggi) fondata da Richard Branson soffre di quello che in gergo motociclistico ha preso il nome di “Braccio di Hayden” ovvero la tendenza a saper far percepire il proprio potenziale e creare hype senza però poi concretizzare l’immenso talento.

A riprova di questa caratteristica c’è la promessa della società che nel 2020 (anno del 70° compleanno del fondatore Richard Branson) avrebbe portato turisti spaziali dalla terra alla parte alta dell’atmosfera con regolarità, nonostante alcuni successi e un recente incidente aereo la società ha fatto capire di avere i mezzi per riuscire nel suo intento ma ciò pare che non potrà concretizzarsi prima del prossimo anno, questo ritardo secondo alcuni analisti è alla base del crollo del 7% delle azioni della società.

I ribassi della società preoccupano a tal punto che un analista di New York ha avviato la copertura su Virgin Galactic Holdings (SPCE -1,46%) con un rating underperform e martedì molti operatori del settore si sono visti copiare la mossa proprio mentre le azioni della società scendevano a causa delle preoccupazioni su quanto tempo impiegherà la start-up del turismo spaziale a realizzare il suo potenziale.

Il trend ribassista della società è a regime sin dall’inizio dell’anno e secondo gli osservatori più capaci non sembra derivare dal bear market ma proprio dai problemi interni all’azienda soprattutto concentrati nei ritardi dei progetti che hanno fatto sì che il valore delle azioni perdessero l’80% nell’ultimo anno.

Il titolo Tesla di Elon Musk

Tesla (+4,48% oggi a 221,72 dollari) rispetto alla Virgin sembra vivere un nuovo slancio almeno nell’umore, in casa Musk si respira aria nuova al punto da avere un ritorno di fiamma con l’eterno promesso Twitter, un giudice del Delaware a seguito della comunicazione di intenti da parte dell’istrionico imprenditore riguardo una rinnovata volontà di acquisto ha rinviato la battaglia che nel frattempo era divenuta legale e non più a base di proposte e rilanci e ha sancito una tregua dando fino al 28 del mese di ottobre per poter trovare un accordo tra il fondatore di Tesla e il social del canarino.

L’ex capo delle operazioni di Twitter per Europa, Medio Oriente ed Africa Bruce Daisley ha detto di aver percepito un umore basso tra le fila dei dipendenti del social network verso le altalenanti idee di Elon Musk e che mettono a repentaglio la rispettabilità dell’operato del social.

Anche lato Starlink il buon Elon Musk può sorridere visti gli ottimi dai sulle vendite quasi raddoppiati e la diffusione in tutto il globo del nuovo sistema satellitare di connessione volto ad avvicinare le persone anche nelle zone più impervie del pianeta.

Le azioni Amazon

In casa Amazon invece i 112,53 dollari americani ad azione pareggiano il conto con il valore della società ad aprile 2020 ben due anni or sono, il più grande internet company al mondo fondata nel 1994 da Jeff Bezos ed oggi guidata dal CEO Andy Jassy, non sta avendo vita facile.

All’ultimo Prime Day, la società non è nemmeno riuscita ad aumentare le vendite dei propri abbonamenti proprio nel giorno dedicati alla promozione di questi a livello mondiale portando a casa risultati del tutto simili a una normale giornata.

Un sospiro di sollievo tuttavia arriva dall’ok alla costruzione del nuovo mega Hub Logistico per l’Europa Meridionale e il Nord Africa che avrà sede Jesi (AN) in Italia, 67000 mq di area che rifornirà mezza europa dei prodotti del sito di vendite più diffuso al mondo ed abbatterà i costi della società per un 2% totale.

Il panorama del settore bancario europeo

Dall’altra parte dell’atlantico è interessante quanto sta accadendo nel settore bancario, in un periodo di forte aumento dei tassi di interesse volti alla lotta all’atavico problema dell’inflazione le banche europee permeate da mutui a tasso variabile si vedono ora in una posizione di netto vantaggio.

L’operazione della banca d’affari UniCredit di riacquisto di 11.094.000 azioni proprie dal 3 al 7 ottobre di quest’anno al prezzo medio ponderato di 10,70 euro l’una già annunciato il 21 settembre 2022 a seguito dell’autorizzazione conferita dall’Assemblea degli azionisti dell’8 aprile 2022 si è svolta senza problemi ed ha reso più solida una società che godeva già di buona salute a differenza della cugina Intesa Sanpaolo che naviga in acque più incerte.

Intesa Sanpaolo, infatti, insieme a Bundesbank e Credit Suisse sono il pool di banche tornate alla ribalta negativamente di recente a seguito dei loro bilanci e di pericolo di contagio sistemico a seguito di eventuale debacle di queste in pieno stile Lehman Brothers.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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