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Il caso giudiziario infinito tra Ripple e SEC

Sembra arrivare alla conclusione la lunghissima causa che vede Ripple opposta alla SEC per presunta vendita di Security non autorizzata.

Ripple e SEC stanno per giungere ad una conclusione

Una delle più lunghe cause della storia delle crypto, che vede opposta la SEC, l’autorità di controllo della Borsa americana, e la società specializzata nei pagamenti in crypto Ripple, sembra essere arrivata ai titoli di coda.

La società crypto nelle settimane scorse, dopo avere ottenuto molte vittorie dal punto di vista legale, ha chiesto al tribunale di pronunciarsi. E i vertici di Ripple sono convinti che questa storia finirà in maniera positiva per loro. Il CEO della società, Brad Garlinghouse, ad inizio Ottobre si è detto convinto che la causa sarebbe arrivata ad un sentenze in non più di 3 o 4 mesi. 

Inoltre, sempre nella stessa occasione Garlinghouse ha accusato la SEC di aver preso di mira XRP, e abbia, invece, permesso maggiore libertà di movimento ad Ethereum, che fino ad ora non è stata toccata da nessuna indagina da parte dell’autorità di controllo della Borsa americana.

La questione che si trascina dal dicembre del 2020 riguarda la vendita di token di Ripple per il valore di 1,3 miliardi di dollari, che sarebbero stati venduti senza autorizzazione, SECondo la SEC. Ripple ribadisce, invece, che non trattandosi di SECurity non era stato commesso nessun illecito.

Negli oltre due anni di processo la causa SEC – Ripple si è assistita a molti colpi bassi da entrambe le parti, ma negli ultimi mesi la causa è sembrata propendere nettamente a favore della società crypto. A cominciare dalle testimonianze favorevoli di 3000 detentori del token, che hanno accettato di appoggiare Ripple. O come la testimonianza di un ex manager della stessa SEC, William Hinman, che in un vecchio discorso del 2018 aveva avvalorato la tesi portata avanti da Ripple a proposito di token e security. La SEC si era sempre opposta in tribunale al fatto che questa documento fosse riconosciuta come prova dibattimentale.

Ma il giudice Anna Torres, nel settembre scorso ha obbligato la stessa SEC a presentare in aula questo documento riconosciuto come probante.

Ed è per questo motivo che i legali di Ripple sono quasi sicuri di avere ormai la causa in pugno:

“I documenti mostrano che la SEC sta agendo al di fuori dei propri limiti legali. La SEC non sta cercando di applicare la legge, sta cercando di riformulare la legge nella speranza che possa espandere in modo inammissibile la propria giurisdizione”. 

Il prezzo di Ripple (XRP)

Non è un caso che nell’ultimo mese il titolo Ripple ha guadagnato oltre il 37% in un mercato che rimane sempre piuttosto debole e nervoso. Il titolo ora quota circa $0,47, con volumi giornalieri in forte aumento. Molti analisti sono convinti che una vittoria nella causa contro la SEC potrebbe portare il titolo a superare la forte resistenza posta a $0,5. Ma dal punto di vista delle quotazioni di Ripple c’è da notare come il suo andamento in borsa risulti molto influenzato dalla causa contro la SEC. E’ stato l’unico dei grandi titoli a non registrare un record storico nel novembre del 2021, rimanendo ben lontana dal record personale del 2018 ad oltre $3.

D’altra parte in un recente tweet David Schwartz, il chief technology officer della società, ha negato che lui sarebbe sul punto di lasciare Ripple. La notizia era trapelata, dopo il 21 ottobre, si era saputo che  il crittografo Nik Bougalis, si stava separando da Ripple. Bougalis aveva lavorato circa dieci anni  a XRP, offrendo un contributo fondamentale per lo sviluppo della società. Ha descritto, sempre via twitter, il suo viaggio come “sorprendente”, aggiungendo di essere grato a Schwartz e altri compagni di squadra.

Schwartz ha risposto dicendosi “triste” di non poter più lavorare con Bougalis, ma è contento che il suo ex collega stia andando avanti. Ma nello stesso tempo ha fatto chiaramente intendere di non essere affatto intenzionato a lasciare anche lui Ripple.

Il fondatore di Cryptolaw, una piattaforma di consulenza ed informazioni legali, legate al mondo delle criptovalute, John Deaton, ha scritto un lungo post sul blog della società elogiando la testimonianza dei 3000 detentori di token Ripple. La piattaforma aveva promosso una class action contro la SEC per la sua causa intentata contro Ripple due anni fa.

Il fondatore di Cryptolaw ha scritto polemicamente:

“Mi è stato concesso lo status di amici curiae a beneficio dei possessori di XRP. La SEC, tuttavia, non ne è molto felice. Mi hanno attaccato personalmente e continuano a sparare alle stesse persone che affermano di proteggere mentre perseguono questo caso sposando una teoria oltraggiosa. Sebbene si lamenti della presenza di amici in questo caso, la SEC ha solo se stessa da incolpare per il coinvolgimento di amici. In breve, se la SEC avesse chiarito la sua teoria sull’XRP, avrebbe impedito del tutto il coinvolgimento di amici e avrebbe potuto perseguire Ripple senza coinvolgerci. Nove giorni dopo che la SEC ha presentato la denuncia eccessivamente ampia, nell’interesse degli attuali titolari di XRP”. 

Ripple si avvicina alla vittoria contro la SEC

Deaton si riferisce alla decisione assunta dal tribunale di accogliere la richiesta della Camera di commercio digitale, un gruppo americano di difesa della tecnologia blockchain, di presentare una memoria amicus curiae a favore di Ripple. 

Nella memoria presentata si legge:

“Il tribunale ha precedentemente affermato, correttamente, che un bene digitale non è un titolo unicamente in virtù del fatto che è rappresentato in forma digitale o registrato su un registro blockchain”.

Inoltre, Deaton cita la data del 24 ottobre come una di quelle decisive nella causa SEC-Ripple:

“Il pubblico potrà leggere solo versioni redatte limitate dell’opposizione. Sfortunatamente, il pubblico non sarà in grado di leggere le dichiarazioni 56.1, le controdichiarazioni, le esibizioni, le deposizioni testimonianza, ecc., fino alla fine di dicembre o gennaio”. 

Ora la SEC, secondo quelle che sono alcune indiscrezioni, potrebbe cercare con cavilli legali, che ha già adottato di ritardare la consegna di questi documenti. Il suo obiettivo, secondo molti esperti, sarebbe quello di cercare di portare la causa ancora per le lunghe, in attesa della nuova regolamentazione che dovrebbe arrivare a breve sul settore.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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