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Cambio al vertice per Meta

Il CEO di Meta (Facebook) secondo una talpa di The Leak potrebbe lasciare il timone il prossimo anno a causa delle pressioni sui conti della società e gli investimenti ritenuti errati.

Meta potrebbe cambiare CEO

Tempi duri per Mark Zuckerberg che si trova a fare i conti con gli investitori a causa della sua linea ferma sugli investimenti in direzione metaverso. 

Da anni il CEO sta investendo le risorse di Facebook nella programmazione del metaverso, un’enorme mondo parallelo virtuale che sarà l’Agorà digitale del futuro. 

I risultati delle risorse umane e soprattutto economiche volte a questo fine stanno tardando ad arrivare e questo aveva progressivamente minato la fiducia degli azionisti. 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata proprio l’ultima trimestrale. 

Negli earnings relativi al Q3, per la prima volta nella sua storia Meta (Facebook) ha registrato una battuta di arresto e questo ha innescato una serie di reazioni. 

L’indignazione degli investitori è sfociata in una protesta formale tradottasi secondo quanto riportato dal Financial Times in una una dura lettera di protesta di Brad Gerstner del fondo Altimeter Capital che detiene azioni della società per centinaia di milioni di dollari. 

A Zuckerberg viene addebitato un comportamento troppo ostinato negli investimenti sul metaverso e viene chiesto di seguire alcuni suggerimenti lasciando capire che urge un cambiamento.

Nella lettera di accusa si suggerisce al genio dei social di

“Limitare gli investimenti nel metaverso e Reality Labs a non più di $ 5 miliardi all’anno”.

Le azioni di Meta sono scese di valore per oltre il 70% dal suo picco massimo e questo ha messo con le spalle al muro il fondatore della società che starebbe meditando di lasciare la posizione di comando non prima di aver rimesso a posto le cose.

Nella mente di Zuckerberg sulla scia di quanto stanno facendo tutte le grandi società che sono incorse in trimestrali deludenti sta riorganizzando la macchina aziendale. 

Il fine è quello di essere più smart, profittevoli e il contenimento dei costi. Da qui la decisione di licenziare migliaia di dipendenti.

Le performance aziendali non soddisfano gli azionisti

La voce secondo cui il CEO voglia lasciare il timone della nave tuttavia è stata smentita da Andy Stone capo delle comunicazioni di META. 

Andy Stone, tuttavia, è un personaggio molto contrastato e spesso criticato, cosa che lascia ancora il dubbio sul destino del CEO, famoso per le critiche ricevute per la sua decisione di non bannare gli auguri di morte su Facebook per i soldati russi in Ucraina.

All’epoca Stone aveva spiegato:

“A causa dell’invasione russa dell’Ucraina, siamo tolleranti verso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole sui discorsi violenti come ‘morte agli invasori russi”. 

Nel frattempo ad aggravare la situazione societaria è arrivata per Facebook la citazione in giudizio per aver raccolto dati personali per mandare pubblicità mirate agli utenti. 

L’attivista per la tecnologia e i diritti umani Tanya O’Carroll supportata dallo studio legale Awo, ha indetto una causa all’Alta Corte di Londra contro la “pubblicità di sorveglianza” di Meta. 

L’articolo 21 del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) del Regno Unito tutela la possibilità di protestare dei cittadini contro il trattamento dei propri dati sensibili al fine di ottimizzare gli Adv.

Tanya O’Carroll ha dichiarato alla BBC quanto segue:

“Con questo caso, sto davvero usando questo diritto da sempre nei libri di legge, ma finora non è stato esercitato, che è semplicemente dire ‘mi oppongo’, e se avremo successo in questo allora tutti avranno quel diritto”.

Le fa eco Awo che aggiunge:

“Una vittoria potrebbe costituire un precedente per milioni di utenti di motori di ricerca o social media nel Regno Unito e nell’UE che sono stati costretti ad accettare la sorveglianza invasiva e la profilazione per utilizzare piattaforme digitali”. 

La risposta di Meta ha gettato acqua sul fuoco spiegando:

“Sappiamo che la privacy è importante per i nostri utenti e lo prendiamo sul serio. Ecco perché creiamo strumenti come il controllo della privacy e le preferenze sugli annunci, in cui spieghiamo quali dati le persone hanno condiviso e mostriamo come possono esercitare il controllo sul tipo di annunci che vedono”. 

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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