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Drake e la folle scommessa: $1 milione di Bitcoin sulla finale della Coppa del Mondo

Drake, famoso cantante rapper, ha fatto una scommessa da $1 milione in Bitcoin in favore dell’Argentina e della sua vittoria nella Coppa del Mondo. Di buon auspicio la notizia, sia per il leggendario cantante che per la squadra, all’indomani della vittoria di quest’ultima.

La notizia viene riportata anche sull’account Twitter ufficiale di Bitcoin Magazine, in cui si legge:

“Il leggendario rapper Drake ha scommesso $1 MILIONE di Bitcoin sulla finale della Coppa del Mondo”. 

Drake e la puntata sull’Argentina: la scommessa in Bitcoin 

Il cantante canadese ha mostrato quella che è la sua scommessa per quanto riguarda la finalissima. Drake, infatti, ha puntato fortissimo sull’Argentina come squadra vincitrice della Coppa del Mondo: la sua giocata è stata di un milione di dollari in Bitcoin

Come sappiamo, la finale della Coppa del Mondo tra Francia e Argentina ha attirato l’interesse di tutto il mondo. Anche perché la partita che è andata in onda allo stadio Lusail è stata la sfida tra Leo Messi e Kylian Mbappè. 

In tutto questo, l’interesse di molte superstar è stato smosso, tra cui quello di Drake, come dimostra il suo post. Sul suo profilo, infatti, il cantante canadese ha deciso di mostrare quella che è stata la sua scommessa per quanto riguarda la finalissima.

Considerando la scommessa di Drake, e considerando il fatto che la quota a cui ha giocato dava l’Argentina vincente a 2,75 nel caso la Coppa fosse stata loro, il cantante con molta probabilità ha visto il suo conto aumentare di quasi due milioni. 

Drake non è nuovo nel mondo crypto: le altre scommesse in Bitcoin del cantante 

Prima della Coppa del Mondo, il rapper canadese, grande tifoso di football americano, aveva piazzato una serie di scommesse per il Super Bowl per un totale di 1,3 milioni di dollari in Bitcoin. Aveva scommesso, infatti, su un trio: sostenendo la vittoria dei Los Angeles Rams e sulla performance del giocatore Odell Beckham Jr.

Anche allora, Drake aveva condiviso su Instagram le immagini della sua scommessa dichiarando: 

“Tutte le scommesse sono sulla famiglia”

in riferimento alla sua amicizia con Beckham Jr. 

Nello specifico, la star dell’hip hop di Toronto aveva guadagnato $300.000 di profitto da un totale scommesso di $1,3 milioni in Bitcoin utilizzando Stake, un’app di scommesse in criptovalute.

Pompiliano, famoso divulgatore e investitore in criptovalute, ne aveva parlato in merito su Twitter, dicendo:  

“Ora uno dei musicisti più popolari del mondo sta usando Bitcoin, non solo come riserva di valore, ma anche come mezzo di scambio. Se Drake parla di Bitcoin, lo pubblica online e i media ne parlano, significa che sempre più persone penseranno: ‘se il Bitcoin va bene per Drake, allora forse va bene anche per me’”. 

Idea che, molto probabilmente, si è solo che rafforzata dopo l’altra scommessa di Drake in Bitcoin per un evento dalla portata mediatica enorme come la finale della Coppa del Mondo.  

I problemi con le piattaforme di scommesse in crypto 

Nonostante l’incoraggiamento di Drake al mondo crypto ,secondo alcuni esperti canadesi sulla regolamentazione del gioco d’azzardo, la scommessa da 1,3 milioni di dollari in Bitcoin di Drake al Super Bowl potrebbe essere considerata illegale. 

Alcuni giorni prima della grande partita, infatti, nelle foto postate da Drake su Instagram, si notava chiaramente il nome della piattaforma di scommesse Stake, utilizzata dal rapper nonostante la società fosse priva di una licenza per operare nella provincia dell’Ontario, secondo PlayCanada. 

A quel punto, John Holden, un professore di economia canadese presso l’Oklahoma State University, aveva detto al NYPost che se Drake avesse infranto o meno le regole dipendeva da dove si trovava nel momento in cui aveva piazzato la scommessa.

In merito alla questione, l’Ontario aveva confermato che avrebbe consentito l’uso di app per scommesse sportive private nella provincia a partire dal 4 aprile, anche se non era noto se Stake sarebbe stata una delle piattaforme che avrebbero ricevuto la licenza. 

Oggi, sappiamo che Altenar, il principale fornitore di software per scommesse sportive e iGaming, è entrato nel mercato regolamentato dell’Ontario, in Canada. Si tratta, infatti, di uno degli ultimi Stati ad aver costituito un framework normativo per il betting e il gioco online in generale. Verticali che Altenar segue in tutto il mondo e con grande capacità e fiducia da parte dei propri clienti.

L’ascesa delle scommesse in crypto: sono in forte aumento 

Aldilà di Drake e delle sue scommesse in Bitcoin in vari eventi, come abbiamo visto sopra, in generale le scommesse in criptovalute risultano essere in forte aumento. Infatti, molti giocatori stanno iniziando a utilizzare bitcoin e altre criptovalute per scommettere sulle loro squadre preferite per vincere. 

Questo sta rapidamente diventando il metodo di pagamento preferito dagli utenti. Sicuramente, alcuni dei motivi alla base di questa popolarità sono la facilità d’uso e la privacy che derivano dall’utilizzo delle criptovalute per piazzare scommesse. 

I giocatori non devono affrontare la seccatura di collegare una carta bancaria, rischiare che la loro carta venga rifiutata e avere una traccia cartacea del loro gioco d’azzardo. Invece, con criptovalute come Bitcoin, i pagamenti sono veloci e i giocatori possono stare tranquilli sapendo che le loro scommesse sono anonime.

Tra le tante, il Colorado ha fatto notizia nel 2019 quando le scommesse sportive legali sono state approvate dagli elettori nello stato. Inoltre, il Wyoming è un altro stato che ha approvato l’uso della tecnologia blockchain per le transazioni di scommesse sportive. Si prevede che l’industria supererà i 20 miliardi di dollari se tutti i 50 stati dovessero approvare una legislazione per consentire le attività di scommesse sportive.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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