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Brent Crude: si tornerà sopra i 100 dollari al barile entro quest’anno

Il Brent Crude, per una concomitanza di cause legate soprattutto alla pandemia globale, ha subito un forte rialzo dei prezzi, arrestatosi a partire da giugno 2022. 

L’Oro nero, un tempo fonte principale di energia per i motori sia dei mezzi di trasporto civili che di quelli del mondo del lavoro ha trovato una crescente concorrenza nell’alternativa offerta dall’idrogeno ma soprattutto dall’EV. 

Elon Musk con i suoi modelli Tesla ha conquistato il mondo nei suoi mercati principali ovvero americano ed asiatico ma anche in Europa si sta facendo strada soprattutto grazie alla creazione della megafactory di Berlino e della capillare e progressiva installazione di colonnine di ricarica. 

Non solo Tesla però anche altri player sono sorti e ad oggi praticamente ogni casa automobilistica offre sia un’alternativa ibrida che una elettrica. 

In Europa si farà a meno dei motori a scoppio dal 2035 e anche se la normativa euro 7 sembra dilazionare questo termine perentorio si va comunque verso emissione più contenute che in sostanza tagliano fuori apparentemente il petrolio. 

Tutti questi fattori secondo gli analisti di SEB, importante banca d’affari svedese cambierà nell’anno appena iniziato. 

Secondo l’istituto di credito le cose andranno in maniera differente e il prezzo del greggio smetterà di contrarsi è anzi si espanderà fino al raggiungimento dei 100 dollari/bbl proprio a causa dell’offerta tesa e della domanda in ripresa ma aggiungiamo anche grazie a una rivisitazione del limite del 2035 di cui sopra almeno per la fase iniziale di transizione.

In buona sostanza la domanda di elettrico si normalizza mentre quella di diesel e benzina sembra ritrovare slancio quest’anno anche a causa dei margini che non arrivando dagli investimenti fatti dalle case automobilistiche nella transizione elettrica dovranno essere generati dalla costola ad idrocarburi da sempre molto efficace.

Le quotazione del Brent Crude

La quotazione del Brent Crude venerdì è andato sopra gli 85 dollari/bbl, il massimo dal 1° dicembre ed è dato in crescita.

Bjarne Schieldrop, capo analista di materie prime della banca svedese SEB, ha dichiarato:

“Oggi il petrolio è assurdamente economico… Il mercato dell’energia lavorerà sodo per consumare più [di] ciò che è economico (petrolio) e meno di ciò che è costoso (gas naturale e carbone)”.

Dal massimo di 14 anni di 139 dollari al barile alla fine del primo trimestre del 2022 (a seguito dell’invasione Russa in Ucraina) i prezzi del greggio/Brent sono in caduta libera a causa della guerra e della probabile recessione globale.

Il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva ha affermato che l’anno in corso sarà complesso se paragonato al 2022 dato che gli Stati Uniti, l’UE e la Cina rallenteranno.

La volatilità in Cina e negli USA del  prezzo del greggio sarà elevata poiché l’America costituisce il più grande produttore e anche il più grande consumatore di greggio sul pianeta e la Cina è subito dietro per mole di consumi. 

“Nonostante tutta l’oscurità macroeconomica dovuta all’inflazione e all’aumento dei tassi di interesse, SEB aveva una prospettiva positiva per i prezzi del petrolio nel 2023”.

Secondo Schieldrop.

La richiesta di petrolio al giorno nel mondo sarà di 1 milione – 2,2 milioni di barili quest’anno secondo i dati dell’Agenzia internazionale per l’energia, l’Energy Information Administration (EIA) negli Stati Uniti e il cartello dei produttori di petrolio OPEC+ guidato dalla Russia e dai suoi alleati.

“Il mondo ha perso un’enorme quantità di forniture fossili dalla Russia a causa della guerra in Ucraina”.

Il mese scorso intanto l’unione Europea ha bloccato gli approvvigionamenti dalla Russia e ha applicato un massimale sul prezzo per i paesi del G7 sulle esportazioni di greggio russo via mare che si attesa a 60 dollari al barile.

Commerzbank ritiene che il Brent verrà scambiato più o meno sui 95 dollari al barile entro giugno 2023.

“Siamo convinti che i prezzi del petrolio aumenteranno di nuovo fortemente nella prima metà del prossimo anno, poiché è probabile che la situazione sul mercato petrolifero si irrigidisca notevolmente. La domanda supererà nuovamente l’offerta a partire dalla metà dell’anno e le scorte già scarse diminuiranno ulteriormente.

Riteniamo pertanto che l’attuale debolezza dei prezzi sia solo di breve durata e prevediamo un significativo recupero dei prezzi nei prossimi mesi. Entro la metà dell’anno, un barile di Brent Oil dovrebbe tornare a costare 95 dollari. Nell’improbabile eventualità che i prezzi non si riprendano, prevediamo ulteriori tagli alla produzione da parte dell’OPEC+. Inoltre, il governo degli Stati Uniti ha annunciato l’intenzione di ricostituire le riserve strategiche a un prezzo WTI di circa 70 dollari. Ciò dovrebbe contrastare un ulteriore calo del prezzo del WTI”.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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