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Perchè il prezzo di Bitcoin sta salendo

Ieri il prezzo di Bitcoin ha fatto un balzo del 12% passando da 22.200$ a 24.900$ in quindici ore. Ma perchè sta salendo?

Esistono probabilmente due dinamiche che, sommandosi, hanno prodotto il forte rimbalzo di ieri. 

Il trend di medio periodo: perché ora il prezzo di Bitcoin sta salendo?

Innanzitutto a partire da inizio gennaio si è innescato un trend di crescita sul medio periodo che non sembra ancora essersi fermato. 

È iniziato per la precisione il 9 gennaio, ovvero poco più di un mese fa, quando passò da 16.900$ a 17.200$. 

Infatti, dopo il crollo dovuto al fallimento di FTX, nella prima decade di novembre 2022, il prezzo di Bitcoin era sceso ai minimi annuali, a quota 15.500$. 

In seguito era subito risalito sopra i 16.000$, ma a dicembre fallì ben quattro tentativi di tornare sopra i 17.000$. 

Quindi il 2022 si è chiuso sotto i 17.000$, ma a partire dal 9 gennaio il trend di lateralizzazione post-crollo è terminato. 

A quel punto infatti si è innescato un trend di crescita apparentemente di medio periodo, grazie al quale non solo non è più tornato sotto i 17.000$, ma è riuscito anche a risalire prima sopra i 18.000$ il 12 gennaio e poi sopra i 20.000$ il 14. 

Dato che in seguito si era fermato intorno ai 21.000$ per poco meno di una settimana, in molti pensavano che quello non fosse un trend di crescita, e che si trattasse solo di un rimbalzo momentaneo che preparava un ritorno sotto i 20.000$. 

E invece il 20 gennaio con un altro balzo ha superato anche i 22.000$. 

Da allora ha lateralizzato per diverse settimane intorno ai 23.000$, tanto che di nuovo in molti si erano convinti che quello non fosse un trend di crescita sul medio periodo, ma la coda lunga del rimbalzo post-crollo. 

Oltretutto il 9 febbraio, esattamente un mese dopo l’inizio del trend di crescita di questo inizio di 2023, il prezzo di Bitcoin ha subito una flessione che lo ha riportato abbondantemente sotto i 22.000$. A quel punto molti avevano paura che potesse scendere ancora. 

Il dato sull’inflazione USA

Qui subentra la seconda dinamica che potrebbe aver giocato un ruolo nel balzo di ieri. 

Infatti, il calo del 9 febbraio era probabilmente legato alla paura che i dati sull’inflazione di gennaio negli USA fossero ampiamente superiori alle attese. 

In effetti sono stati superiori, perché le attese erano per un’inflazione annua al 6,2% o 6,3%, mentre invece il dato pubblicato martedì è stato del 6,4%. 

Tuttavia il calo del prezzo di Bitcoin del 9 febbraio, seguito da qualche giorno di lateralizzazione discendente sotto quota 22.000$, sembrava in effetti un po’ eccessivo. Ovvero sembrava suggerire che i mercati si attendessero un dato decisamente peggiore rispetto al 6,3%. 

Va detto che non appena tale dato è stato comunicato il prezzo di Bitcoin è sceso, da 21.800$ a 21.600$, ma dato che il giorno prima era sceso anche sotto i 21.500$ era evidente che quel calo fosse davvero poca roba. 

In altre parole è plausibile immaginare che i mercati negli ultimi giorni si fossero convinti che la situazione reale dei prezzi negli USA fosse peggiore di quanto avessero immaginato, tanto che ad esempio l’indice Nasdaq 100 proprio tra il 9 ed il 10 febbraio aveva perso il 3,6%. 

Quando, però, le Borse USA hanno aperto, circa un’ora dopo la pubblicazione del dato sull’inflazione, non sono scese. Anzi, dopo un paio di ore di volatilità hanno iniziato a risalire. 

Il prezzo di Bitcoin invece ha iniziato a risalire subito non appena le borse USA hanno riaperto, tanto da riportarsi subito sopra i 22.000$. A quel punto risultava evidente che le paure dei giorni precedenti erano state sovrastimate, e che il dato sull’inflazione al 6,4% non era poi così tanto distante dal 6,3% previsto. 

Questa dinamica ha portato ieri ad un ulteriore rimbalzo, con il prezzo di Bitcoin tornato a 22.800$ prima della riapertura delle borse USA, e poi schizzato sopra i 24.000$ a metà seduta. 

Dato che già ad inizio febbraio aveva provato a risalire sopra i 24.000$, senza riuscirci, e visto che nei giorni seguenti era sceso, a ridosso del giorno in cui sarebbe stato comunicato il dato sull’inflazione, è possibile che quello di ieri sia solamente stato il terzo tentativo di febbraio di risalire sopra i 24.000$, però stavolta ruscito. 

Ed è anche possibile che nei giorni scorsi il freno possa essere stato un timore eccessivo riguardante il dato dell’inflazione USA a gennaio. 

Prossimo step

Ieri poi, sullo slancio del tentativo riuscito di riportarsi sopra quota 24.000$, il prezzo di Bitcoin ha fatto anche un primo tentativo di assalto ai 25.000$, però fallito. Si è fermato a 24.900$, per poi scendere quasi subito sotto i 24.600$. 

In questo momento sembra proprio che il prossimo step potrebbe essere il superamento dei 25.000$, che tuttavia risultano una forte barriera da superare. 

È pertanto possibile che, nel caso in cui non vi sia un rimbalzo al contrario che riporti il prezzo sotto i 24.000$, possano occorrere più tentativi per sfondare il muro dei 25.000$, esattamente così come è stato per i 24.000$. 

E non è nemmeno da escludere che nel caso in cui si verificassero diversi tentativi falliti di superamento dei 25.000$, il prezzo di Bitcoin possa subire un forte rimbalzo al contrario che potrebbe riportarlo sotto i 24.400$. 

Quello che però è certo ormai è che dal 9 gennaio si è innescato un trend di crescita di medio periodo che potrebbe anche continuare sopra i 25.000$ nei prossimi giorni o nelle prossime settimane, ma che non è affatto possibile escludere che prima o poi possa arrestarsi. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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