USDT di Tether è sempre stata la principale stablecoin sui mercati crypto.
Nel 2022 però l’implosione della stablecoin algoritmica UST aveva messo in circolazione timori che riguardavano anche la tenuta di Tether. E così la sua capitalizzazione di mercato diminuì, a causa di molte restituzioni di USDT.
Summary
La dominance di USDT
Stando ai dati di CoinGecko, ad aprile dell’anno scorso la dominance di Tether sul mercato delle stablecoin era di circa il 50%.
Dopo essere salita a quasi 52% nella prima decade di maggio, con l’implosione di UST precipitò al 47% in pochi giorni.
Il mese successivo, dopo il fallimento di Celsius, precipitò ancora fino al 44%, ovvero un livello che probabilmente non aveva mai avuto prima.
Pur riuscendo a riprendersi il 48% del market cap complessivo delle stablecoin a novembre, con il fallimento di FTX precipitò nuovamente sotto il 47%.
Quello che però stupisce è ciò che è avvenuto dopo.
Infatti a gennaio 2023 aveva già recuperato il 50%, ed a febbraio tornò anche al 52%. Ma la cosa davvero curiosa è che ha continuato a crescere, fino a toccare ieri il 54,5%.
Non solo questo livello è superiore a quello che aveva prima dell’implosione di UST, ma è anche il livello più alto degli ultimi 15 mesi.
Forse è proprio perché ora manca UST che USDT è riuscita a raggiungere un livello di dominance superiore anche a quello che aveva prima della sua implosione.
Da notare che le sue due principali rivali, USDC e BUSD, di recente hanno fatto invece un percorso opposto.
USDC ad aprile 2022 era al 30%, schizzato al 37% a giugno. Nel corso del resto dei mesi del 2022 però è riscesa al 30%, per poi iniziare il 2023 al 32%. Va però detto che in questi primi mesi dell’anno nuovo è prima scesa al 31%, e poi risalita al 33%.
Il trend più clamoroso, però, è quello di BUSD, che sta continuando a perdere capitalizzazione di mercato.
La sua dominance ad aprile 2022 era del 10%, ma nel corso del 2022 era schizzata addirittura al 16,5% con il crollo di FTX. Sebbene a quel punto sembrasse in grande ascesa, nel 2023 sono iniziati i problemi, tanto che ha iniziato l’anno al 12%, per poi precipitare al 6% a partire da metà febbraio.
La dominance ed il market cap di Tether
Pertanto se nel 2022 la dominance di Tether è stata messa in discussione prima da USDC e poi da BUSD, le cose sono cambiate drasticamente nel 2023.
UST è scomparsa l’anno scorso per la perdita del peg con il dollaro, mentre BUSD sta quasi scomparendo a causa del blocco dell’emissione di nuovi token e dalla restituzione di gran parte di quelli già emessi.
Di questa dinamica se ne sta approfittando anche USDC (USD COin), che è risalita al 33% di dominance dopo essere scesa l’anno scorso anche fin sotto il 30%, ma se ne sta approfittando soprattutto USDT, che da questo punto di vista ha toccato i suoi massimi dal 2021.
Il discorso però cambia un po’ se al posto della dominance si analizza la capitalizzazione di mercato.
Perchè la dominance di Tether è ai massimi degli ultimi tempi a causa soprattutto del crollo di due delle sue rivali.
Infatti l’attuale capitalizzazione di mercato di USDT è di quasi 72 miliardi di dollari, mentre ad inizio maggio del 2022 era arrivata addirittura oltre gli 83.
USDC in questo momento invece capitalizza più di 43 miliardi, ma ad inizio maggio 2022 ne capitalizzava 49. BUSD invece è precipitata a 8 miliardi, contro i 17 di maggio 2022.
In totale, considerando anche UST, l’anno scorso prima del suo crollo le cinque principali stablecoin capitalizzavano più di 175 miliardi di dollari, mentre ora sono scese sotto i 135.
Quindi USDT non ha guadagnato capitalizzazione negli ultimi dodici mesi, ma ha guadagnato dominance grazie al crollo di due delle sue principali rivali.
La resilienza di Tether
In molti si dicono stupefatti dalla resilienza di USDT.
Infatti l’anno scorso, quando UST implose, in molti sostenevano che anche USDT rischiava qualcosa di simile. Ma mentre UST era una stablecoin algoritmica, USDT è una stablecoin collateralizzata al 100% nel sottostante, quindi è molto più difficile che possa avere problemi seri.
La cosa che stupisce ancora di più però è che alla fine abbia resistito meglio di tutte le altre, tanto che la sua principale rivale, USDC, ha attualmente una dominance che è solo di poco superiore a quella di aprile 2022, ed addirittura inferiore rispetto a quella di fine maggio.
Non è pertanto un caso che le critiche nei confronti di Tether si siano smussate parecchio ultimamente.