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Hash function: la spina dorsale della blockchain

L’hash function (la SHA256) gioca un ruolo importante anche all’interno dell’algoritmo di consenso Proof-of-Work di Bitcoin, e in particolare nel processo di validazione dei blocchi.

Recentemente, un tweet di un famoso crypto influencer (@cobie) riguardo una presunta “Red Notice” emessa dall’Interpool ai danni di CZ, ha scatenato un’ondata di preoccupazione nel crypto space, arrivando persino ad influenzare negativamente i prezzi di $BTC e $BNB.

Il tweet in questione presenta una particolarità: è infatti una sequenza di numeri e lettera, apparentemente priva di significato.

Si tratta infatti di un hash, ovvero del risultato di una hash function, una funziona matematica che traduce qualsiasi input in una stringa di bytes dalla lunghezza predeterminata.

Caratteristiche e Funzionamento dell’hash function

Un hash è una funzione matematica che converte un input, quale che sia la sua lunghezza, in un output crittografato di lunghezza fissa. In questa maniera, a prescindere dalla quantità o dalla dimensione dei dati dell’input originale, l’hash unico (ovvero l’output) avrà sempre la stessa dimensione.

Le funzioni di hash vengono comunemente utilizzate nei sistemi informatici per verificare l’autenticazione e l’integrità delle informazioni. Le funzioni di hash impiegate nella crittografia possiedono delle caratteristiche aggiuntive volte a migliorarne la sicurezza, rendendo più difficile l’individuazione del contenuto di un messaggio. 

Per poter trovare applicazione nella crittografia, la funzione di hash deve soddisfare alcuni requisiti:

  • Deve essere deterministica: se viene utilizzato lo stesso input, deve produrre lo stesso output
  • Non deve rivelare informazioni riguardanti l’input all’interno dell’output (pre-image resistant)
  • Se vengono utilizzati due input diversi, non deve mai produrre lo stesso output (collision-resistant)

In aggiunta, deve essere computazionalmente efficiente, ovvero nondeve necessitare di molta potere di calcolo per essere in grado di produrre un output.

SHA256: l’hash function di Bitcoin

La SHA256 (Secure Hash Algorithm), l’hash function coinvolta nella validazione dei blocchi di Bitcoin, è stata scelta a causa della sua efficienza: è infatti in grado di generare output utilizzando poco potere computazionale e al contempo di rendere estremamente difficile risalire all’input.

Tutti gli output prodotti dalla SHA256 sono stringhe di 64 tra lettere e numeri, a prescindere dal tipo di input che viene inserito. Infatti, anche utilizzando input di diversa lunghezza come “Satoshi Nakamoto” o “Bitcoin”, il risultato sarà comunque composto da una stringa di 64 caratteri. Infatti:

  • Satoshi Nakamoto:
    a0dc65ffca799873cbea0ac274015b9526505daaaed385155425f7337704883e

  • Bitcoin:
    b4056df6691f8dc72e56302ddad345d65fead3ead9299609a826e2344eb63aa4

All’interno di Bitcoin, la SHA256 viene utilizzata sia durante la creazione di nuovi indirizzi del network, sia nel processo di mining, nel quale i minatori utilizzano la funzione di hash per trovare un output che soddisfi i criteri di difficoltà richiesti dalla rete, così da risolvere il puzzle crittografico e ottenere la ricompensa in $BTC e parte delle commissioni generate dal network.

La SHA256 costituisce pertanto la colonna portante della Proof-of-Work di Bitcoin, in quanto senza di essa la rete non sarebbe inalterabile né tantomeno in grado di dimostrare chi possiede $BTC, in quale quantità e in quale momento.

Una delle preoccupazioni espresse riguardo alla sicurezza data dall’hash function concerne i computer quantistici, che grazie alla loro evelatissima capacità computazionale potrebbero essere in grado di risolvere i puzzle crittografici di Bitcoin senza bisogno di sforzi particolarmente intensi, mettendo così a repentaglio la sicurezza del network.

Nonostante ad ora questa tecnologia non abbia raggiunto ancora una diffusione elevata, in futuro grazie allo sviluppo tecnologico i costi potrebbero diminuire e di conseguenza aumentare la diffusione di questi computer dalla prestazioni superiori.

I computer quantistici saranno la fine di Bitcoin, oppure gli hodler possono dormire sonni tranquilli?

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