HomeCriptovaluteMercato crypto: stablecoin in calo nel 2023

Mercato crypto: stablecoin in calo nel 2023

I primi mesi del 2023 hanno visto succedere qualcosa di anomalo: mentre il mercato crypto saliva le stablecoin scendevano. 

Solitamente, infatti, le stablecoin crescono insieme ai mercati crypto, quindi è perlomeno curioso che la crescita dei mercati crypto del 2023 non sia stata accompagnata da una crescita delle stablecoin, che invece addirittura hanno perso terreno. 

La crescita dei mercati crypto nel 2023

Stando ai dati di CoinGecko, a fine 2022 il mercato crypto nel suo complesso capitalizzava circa 828 miliardi di dollari, mentre ora è salito sopra i 1.168 miliardi. Oltretutto a metà aprile superò anche i 1.300 miliardi, per poi ritracciare un po’ nelle ultime settimane. 

Si tratta di cifre nettamente inferiori a quelle del picco storico a quasi 3.000 miliardi di dollari di novembre 2021, ma ancora nettamente superiori ai 400 miliardi appena precedenti l’inizio dell’ultima grande bull run. 

Tra l’altro si tratta di cifre che comprendono anche la capitalizzazione di mercato delle stablecoin. 

Quindi a partire da fine 2020, con l’inizio dell’ultima grande bull run, il mercato crypto è passato da circa 400 a circa 3.000 miliardi di dollari di capitalizzazione complessiva, con un +650% in circa un anno. 

In seguito, però, a causa del bear market è sceso ben sotto i 900 miliardi, con una perdita superiore al 70% in poco più di un anno. 

A quel punto c’è stato un rimbalzo del 44% nei primi tre mesi e mezzo del nuovo anno, che ha portato la capitalizzazione sopra i 1.300 miliardi, seguito a sua volta da un ritracciamento del 15%. 

L’andamento delle stablecoin in relazione al mercato crypto

Per certi versi l’andamento della capitalizzazione di mercato complessiva delle stablecoin nel medesimo periodo è stato simile. 

Prima dell’inizio dell’ultima grande bull run la capitalizzazione di mercato complessiva di tutte le stablecoin era di poco superiore ai 20 miliardi di dollari, ovvero solamente il 5% circa di tutto il mercato crypto. 

D’altronde sono Bitcoin ed Ethereum a dominarlo, e la loro capitalizzazione di mercato è in entrambi i casi di molto superiore a quella di tutte le stablecoin messe assieme. 

Il picco però non si verificò a novembre 2021, perchè la crescita delle stablecoin continuò fino a maggio 2022, ovvero fino a poco prima dell’implosione dell’ecosistema Terra/Luna. 

Il massimo storico fu toccato quindi nel 2022 ad un livello superiore ai 160 miliardi di dollari, ovvero con una crescita in circa un anno e mezzo pari a +700%. 

Se si escludono le tempistiche, leggermente più dilatate per le stablecoin, l’incremento in percentuale è stato simile a quello complessivo del mercato crypto

Dopo l’implosione dell’ecosistema Terra/Luna, e soprattutto della stablecoin algoritmica UST, si è innescato un calo che ha portato a fine 2022 la capitalizzazione delle stablecoin sotto i 135 miliardi di dollari, ovvero con un calo molto contenuto pari solamente a -15%. 

Questo calo è continuato nel 2023 fino a 130 miliardi attuali. 

Le differenze

La differenza principale sembrano proprio essere le tempistiche. 

D’altronde visto che il prezzo delle stablecoin è per definizione stabile, mentre quello delle vere criptovalute no, è facile comprendere quanto in fretta possano cambiare le capitalizzazioni di mercato delle criptovalute, e quanto invece lentamente variano quelle delle stablecoin. 

Per far variare la capitalizzazione di una stablecoin, dato che il prezzo è stabile, deve variare la supply, e questo dipende da quanti token i loro gestori emettono o ritirano dal mercato. 

Quindi è scontato che vi sia una differenza nelle tempistiche. 

La seconda differenza evidente è che nel 2023 i mercati crypto hanno iniziato nuovamente a salire, mentre le stablecoin no. 

In realtà anche questa seconda differenza si può spiegare banalmente ricorrendo alla prima, ovvero al fatto che così come la crescita delle stablecoin sia durata ancora per ben sei mesi dopo la fine di quella del mercato crypto nel suo complesso, forse anche per quanto riguarda la successiva discesa le cose stanno andando in modo simile. 

Ma c’è un’altra differenza decisamente importante. Durante la bull run l’incremento è stato simile, per quanto riguarda la percentuale di crescita, ma durante il bear market no. 

Anzi, per le criptovalute si è trattato di un vero e proprio crollo, mentre per le stablecoin si è trattato solo di un ritracciamento. Forse è anche per questo che tale ritracciamento non è ancora finito, perchè -15% negli ultimi dodici mesi sembra in effetti decisamente poco. 

Il peso delle stablecoin nel mercato crypto

Da notare che nel corso di questi ultimi tre anni è cambiato anche il peso delle stablecoin sul mercato crypto. 

Come detto in precedenza, prima dell’inizio dell’ultima grande bull run pesavano per circa il 5% dell’intero mercato crypto. 

Al momento del massimo storico di novembre 2021 il peso in percentuale si era ridotto a meno del 4,5%, nonostante il percorso di crescita sia stato simile. 

Questa riduzione della dominance delle stablecoin sul mercato crypto si deve molto probabilmente alla differenza tra le tempistiche della crescita. 

Infatti, ad inizio maggio 2022, quando la capitalizzazione di mercato delle stablecoin ha toccato i massimi storici, la dominance delle stablecoin era salita a quasi il 9%, circa il doppio rispetto a solamente sei mesi prima. 

Con i crolli del resto del 2022 successivi all’implosione dell’ecosistema Terra/Luna e della stablecoin algoritmica UST, questa percentuale in realtà è salita ancora, nonostante il calo della capitalizzazione di mercato delle stablecoin ancora in corso. Ora infatti è dell’11%. 

La situazione attuale è molto diversa da quella di fine 2020, tanto da far pensare che sia necessario ancora qualche aggiustamento per riportarla ad una sorta di normalità. 

Le stablecoin che perdono di più

La stablecoin che in assoluto ha perso di più è sicuramente UST, ovvero la stablecoin algoritmica dell’ecosistema Terra/Luna implosa l’anno scorso. Ormai infatti non vale quasi più nulla, tanto da non essere più nemmeno una stablecoin dato che il suo prezzo è imploso scendendo ben al di sotto di 1$. 

In secondo luogo a perdere molto è stata Binance USD (BUSD), ovvero la stablecoin emessa da Paxos ma con il brand del maggior exchange crypto del mondo. 

Ad inizio maggio 2022 BUSD capitalizzava più di 17 miliardi di dollari, scesi a 16,5 miliardi a fine 2022. Da allora è precipitata a 5,5 miliardi, pur mantenendo il suo prezzo di circa 1$. Tale crollo è dovuto al fatto che Paxos ha smesso di emettere nuovi token BUSD, limitandosi a ritirare dal mercato quelli esistenti. 

Ma anche la seconda maggiore stablecoin al mondo, USD Coin (USDC), è in calo. 

A dire il vero a maggio dell’anno scorso salì ancora, fino al picco massimo di 56 miliardi di dollari toccato nel mese successivo. Ma a fine 2022 era già scesa a 44,5 miliardi, ed ora è addirittura sotto i 30 miliardi. Praticamente in undici mesi si è quasi dimezzata, pur mantenendo sempre il prezzo di 1$. 

Invece, per la principale stablecoin al mondo, Tether dollar (USDT), le cose sono andate diversamente. 

Pur facendo il picco a maggio 2022, a quota 83,3 miliardi di dollari, nel corso del 2022 perse un bel po’, fino a chiudere l’anno sotto i 66,3 miliardi. 

Ma nel corso del 2023, con i forti problemi di BUSD e USDC, è risalita fino agli attuali 82,9 miliardi, ovvero molto vicina al massimo storico dell’anno scorso. 

Quindi USDT sta reggendo molto bene alla prosecuzione del calo del 2022, che invece ha finito per avere impatti rilevanti soprattutto su BUSD e USDC. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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