Attenzione alla crypto truffa che sfrutta il nome di Gianluca Vacchi
Attenzione alla crypto truffa che sfrutta il nome di Gianluca Vacchi
Criptovalute

Attenzione alla crypto truffa che sfrutta il nome di Gianluca Vacchi

By Marco Cavicchioli - 20 Giu 2023

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Purtroppo hanno ripreso a circolare tipi di truffa crypto che sfruttano i nomi di personaggi famosi, a loro insaputa: stavolta è il turno di Gianluca Vacchi. 

La truffa viene perpetrata attraverso la pubblicità di un articolo intitolato qualcosa come “L’ultimo investimento di Gianluca Vacchi ha messo in soggezione gli esperti e terrorizzato le grandi banche”. 

L’articolo apparentemente sembra essere pubblicato sul sito del Sole 24 Ore, o su un improbabile testata chiamata “BPN+ Attualità”, ma in realtà è stato pubblicato su un sito sconosciuto chiamato ruricons.com o similari. 

Si tratta di un articolo completamente inventato, pieno solo di falsità. 

Sia chiaro, Gianluca Vacchi con questa storia non c’entra nulla. Semplicemente i truffatori hanno messo il suo nome e la sua foto su quell’articolo, ovviamente senza il suo consenso, tanto che Vacchi potrebbe fare causa a coloro che lo hanno scritto e pubblicato per violazione del diritto d’autore e diffamazione. 

L’articolo fraudolento

L’articolo mostra una foto di Gianluca Vacchi vicino a quella di Mara Venier, o di altri volti noti della TV, perchè dice che la settimana scorsa è apparso a Domenica In, il programma di Mara Venier, ed ha annunciato una nuova “scappatoia di ricchezza”. 

Ciò è falso ed inventato, e non è mai realmente accaduto. 

Anzi, online è disponibile la registrazione dell’intervista a Domenica In di Mara Venier a Gianluca Vacchi, ma è andata in onda l’anno scorso. Inoltre non vi è alcun accenno alla “scappatoia di ricchezza”. 

La prima falsità evidente dell’articolo è quando afferma che “pochi minuti dopo che l’intervista era finita, Banca d’Italia ha chiamato per impedire che l’intervista di Gianluca Vacchi fosse trasmessa”. Invece è ancora visibile a tutti su RaiPlay. 

La seconda falsità è il virgolettato affibbiato a Vacchi, e da lui invece mai pronunciato: 

“Ciò che mi ha fatto avere successo è saltare rapidamente in nuove opportunità – senza alcuna esitazione. E in questo momento, la mia macchina da soldi numero uno è un nuovo programma di auto-trading di criptovalute chiamato BitQT. È la più grande opportunità che ho visto in tutta la mia vita per costruire una piccola fortuna velocemente. Invito tutti a controllarlo prima che le banche lo chiudano”.

Oltretutto diffamano anche Mara Venier, quando scrivono che ha depositato 250€ ed in pochi minuti si è ritrovata con oltre 539,13€ di profitto. 

La truffa crypto a nome di Gianluca Vacchi

Dove sta la truffa? 

Innanzitutto questa “scappatoia di ricchezza” non esiste: è solo una pura invenzione dei truffatori. 

Anche il programma di auto-trading di criptovalute BitQT non esiste, anche se purtroppo esiste un sito chiamato in questo modo, o in modo simile, che mostra dei numerini che spacciano improbabili guadagni. 

Si inizia a capire bene di che tipo di truffa si tratta quando l’articolo dice che se Vacchi avesse investito solo 100 € nel 2010, ora godrebbe di dividendi per 75 milioni di euro.

Questa è un’altra evidente falsità, dato che nel 2010 le criptovalute semplicemente non esistevano. Esisteva solo Bitcoin, e non era nemmeno scambiabile sugli exchange. 

Ad un certo punto l’articolo dice:

“Inizia a trarre profitto oggi. Risultati in tempo reale”. 

Infine la truffa diventa oltremodo evidente quando dice:

“Registrati per un account gratuito. È fondamentale che vi iscriviate subito, perché non sappiamo quanti posti saranno disponibili. Deposita l’investimento minimo iniziale di 250 €”. 

Quindi chiedono 250€ in cambio solo di falsità e menzogne. Chi glieli dà semplicemente glieli regala, e finisce sicuramente per perderli tutti. 

Marco Cavicchioli

"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".

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