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Open Interest su Bitcoin ai massimi annuali

L’Open Interest (OI) su Bitcoin rappresenta i contratti derivati come future e opzioni non ancora chiusi in uno specifico momento. 

In altre parole, è la somma di tutte le posizioni lunghe o corte aperte in un dato istante.

Dato che somma sia posizioni long (ottimistiche) che short (pessimistiche), non è utile per cercare di indovinare l’andamento futuro dei prezzi, ma è un buon indicatore del volume dell’attività di trading.

L’Open Interest su Bitcoin

CoinGlass raccoglie gli OI su diverse piattaforme in cui si scambiano derivati, e li somma insieme. 

In questo momento l’Open Interest complessivo dei derivati su Bitcoin risulta essere superiore ai 14 miliardi di dollari. 

Da notare che l’exchange crypto con il maggiore OI su Bitcoin è Binance, con una quota nettamente inferiore al 50% (32%), ma quasi doppia rispetto al CME. 

Il CME (Chicago Mercantile Exchange) è la principale borsa al mondo per i derivati, ma nonostante ciò arriva solamente al 18% dell’intero Open Interest su Bitcoin

Oltretutto, il terzo in classifica è l’exchange crypto Bybit, con una quota solo di poco inferiore. 

Quindi, i 4,65 miliardi di dollari di OI su Bitcoin su Binance sono una cifra più che ragguardevole, anche se rappresentano solo il 32% del totale. 

La risalita dell’Open Interest su Bitcoin

Da notare che l’OI su Bitcoin nelle ultime settimane è aumentato in modo significativo. 

Infatti a partire dal 18 marzo era sempre stato più o meno sopra i 10 miliardi di dollari, ma a partire dal 16 giugno ha iniziato a salire in modo significativo. 

Tuttavia, va evidenziato che qualcosa del genere era già accaduto tra il 5 ed il 14 aprile, ma era arrivato solo fino a 13 miliardi. 

Quindi il livello attuale è quello massimo del 2023. 

Per trovare l’ultima volta che era stato sopra i 14 miliardi di dollari bisogna risalire al 9 maggio 2022, ovvero prima dell’implosione dell’ecosistema Terra/Luna. 

Questo significa che da questo punto di vista sono state recuperate tutte le perdite dell’ultimo anno dovute proprio a quell’implosione. 

Il confronto con le altcoin

Il confronto con le altcoin da questo punto di vista è impietoso. 

Regge in qualche modo solo Ethereum, con 5,77 miliardi di dollari di OI, ovvero non molto di più dell’OI su Bitcoin sul solo Binance. Infatti l’OI su ETH su Binance è inferiore a 2 miliardi di dollari, ovvero meno della metà di quello su Bitcoin. 

Anche nel caso di Ethereum al terzo posto c’è Bybit, ma con OKX al secondo. 

Il CME è addirittura solo sesto per OI su ETH, con soli 0,36 miliardi di dollari. 

Questo significa probabilmente che gli investitori tradizionali sono molto meno propensi a scommettere sulle altcoin rispetto a Bitcoin. 

Non vi è alcuna altra criptovaluta con più di 1 miliardi di OI complessivo, ed anzi solo XRP supera il mezzo miliardo. 

Mettendo insieme l’Open Interest di tutte le altcoin, esclusa Ethereum, si fa fatica ad arrivare a 4 miliardi di dollari, ovvero meno del solo Open Interest su ETH, e addirittura meno del solo OI su Bitcoin su Binance. 

In altre parole se sui mercati crypto la dominance di Bitcoin per quanto riguarda la capitalizzazione di mercato è attorno al 50%, sul mercato dei derivati per quanto riguarda l’Open Interest è circa al 60%. E tutto ciò senza che le borse tradizionali stiano giocando un ruolo significativo. 

Il trend dei volumi

Da notare che i volumi di scambio giornaliero dei contratti derivati sono poco meno di tre volte l’Open Interest, ovvero su livelli superiori a quelli degli scambi spot. 

Prendendo come riferimento Binance, il volume giornaliero di scambi di derivati crypto risulta essere di poco inferiore ai 40 miliardi di dollari, mentre quello degli scambi spot su tutte le criptovalute risulta inferiore ai 9 miliardi. 

Questo significa che in questo periodo i trader preferiscono scambiare derivati come future o opzioni che non criptovalute spot. 

In genere i trader professionisti sono quelli che preferiscono maggiormente i derivati, mentre i piccoli investitori retail preferiscono i mercati spot. Ciò sembra indicare che in questo momento siano soprattutto i trader professionali a fare questo mercato. 

D’altronde i retail arrivano in massa solo quando c’è hype, spesso in piena bolla speculativa, mentre i professionisti tendono a rimanerci sempre. 

Oltretutto i volumi attuali non sono affatto record, tanto da essere ad esempio inferiori anche solo a quelli di fine aprile. 

Long o short

In questo momento il long/short ratio risulta leggermente sbilanciato verso le posizioni long. 

La differenza è minima, ma indica che nel complesso i mercati sembrano essere leggermente ottimisti sul breve periodo. 

Non bisogna dimenticare che i contratti derivati possono avere una scadenza, quindi la long/short ratio può cambiare anche in modo abbastanza veloce. 

In buona sostanza i mercati dei derivati crypto si sono completamente ripresi dal bear-market del 2022, tanto da dare leggeri segni di ottimismo. 

Tuttavia, si tratta di mercati sempre molto volatili, che possono cambiare idea anche molto velocemente. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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