Ieri, è stata data notizia che si sarebbe risvegliato un wallet Bitcoin della cosiddetta “era Satoshi Nakamoto”.
Satoshi Nakamoto è lo pseudonimo con cui è noto il creatore di Bitcoin, che però è scomparso nel nulla nel 2011.
Summary
Il wallet Bitcoin risalente agli anni di Satoshi Nakamoto
La notizia di ieri riguarda l’indirizzo Bitcoin 15WZNLACuvcDrrBL2btDErJggnaMQtHh5G.
Proprio ieri questo wallet si è risvegliato, con un invio di BTC a due indirizzi diversi. In seguito ha ricevuto invece due transazioni in entrata, sebbene di importi quasi irrilevanti.
L’invio di ieri invece è stato di 687 BTC, pari a circa 42,7 milioni di dollari.
Questi 687 BTC sono stati inviati a due indirizzi Segwit, ovvero di nuova generazione, mentre l’indirizzo di partenza è un vecchio indirizzo legacy.
Da notare che questo wallet in realtà aveva ricevuto diverse altre volte cifre molto contenute in BTC, in particolare tra il 2020 ed il 2021, e ne aveva ricevute altre anche nel 2018, nel 2016, nel 2015 e nel 2014.
L’unica sua ricezione significativa di BTC avvenne a gennaio del 2014, quando per l’appunto ricevette 687,33 BTC. Praticamente quasi tutti i BTC ricevuti allora sono stati inviati ieri ad altri due indirizzi nuovi.
Si può pertanto ipotizzare che questo wallet sia stato creato nel 2014.
L’era Satoshi
Una persona anonima che si presentò con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto rese pubblico il white paper di Bitcoin a fine ottobre del 2008.
Ad inizio 2009 fu il primo a minare BTC, dando così il via alla blockchain di Bitcoin.
Per tutto il 2009 fu il punto di riferimento per lo sviluppo e la crescita del progetto Bitcoin, ma già a partire dal 2010 iniziò a lasciare spazio ad altri, tanto che il suo ultimo contributo in tal senso risale proprio a dicembre 2010.
Ad aprile del 2011 inviò la sua ultima email nota, e da allora nessuno ne ha saputo più nulla.
Pertanto l’era Satoshi è durata da fine 2008 a fine 2010, con una piccola coda nella prima metà del 2011.
Wallet Bitcoin dell’era Satoshi Nakamoto?
Alla luce di questi numeri è evidente che il wallet 15WZNLACuvcDrrBL2btDErJggnaMQtHh5G non possa essere considerato realmente un wallet dell’era Satoshi.
Basti dire che quando fu creato Satoshi era scomparso già da quasi tre anni, e che soprattutto c’era già anche stato il primo halving (a novembre 2012) e la prima grande bolla speculativa (nel 2013).
Il vero spartiacque tra l’era davvero pionieristica di Bitcoin, e quelle successive, è proprio l’halving del 2012, e dato che quel wallet è stato creato dopo non può affatto essere considerato un wallet dell’era Satoshi.
A dire il vero tra il 2009 ed il 2012 accaddero almeno altri due eventi chiave che misero fine all’era davvero pionieristica di Bitcoin.
Il primo fu lo sbarco di BTC sugli exchange, nel 2010, ed il secondo fu la scomparsa definitiva di Satoshi nel 2011.
Da notare che anche la prima mini-bolla speculativa del prezzo di Bitcoin avvenne dopo la scomparsa di Satoshi, mentre prima della sua scomparsa il prezzo di BTC non aveva mai superato 1$.
L’era davvero pionieristica di Bitcoin terminò di fatto nella seconda metà di aprile 2011, quando il prezzo di BTC superò per la prima volta 1$ e si diresse in poche settimane addirittura sopra i 25$, per poi ritracciare pesantemente fin sotto i 3$ nelle settimane successive.
La bolla successiva si iniziò a gonfiare qualche mese dopo l’halving di fine 2012.
L’impatto sul prezzo di Bitcoin
Alla luce di ciò è evidente che la notizia del risveglio di quel wallet del 2014 non abbia avuto alcun impatto sul prezzo di Bitcoin.
In passato però è già anche accaduto che si siano risvegliati realmente wallet dell’era Satoshi, ovvero creati tra il 2009 ed i primi mesi del 2011, ed in effetti movimenti del genere possono invece sortire qualche effetto sul prezzo di BTC.
Il punto chiave è la quantità di BTC che in quei casi vengono spostati, perchè c’è il rischio che movimenti tali indichino l’intenzione di vendere enormi quantità di Bitcoin.
Ad esempio, Satoshi Nakamoto dal 2009 al 2011 riuscì a minare così tanti blocchi della blockchain di Bitcoin che, a colpi di 50 BTC incassati a blocco come ricompensa, si calcola che riuscì ad incassarne più di un milione in totale.
Un milione di BTC sono più di quelli posseduti complessivamente da tutti gli ETF esistenti al mondo, ed hanno un valore di mercato superiore ai 60 miliardi di dollari.
Quindi fintanto che si muove qualche centinaio di BTC è difficile immaginare che possa avere un impatto significativo sul prezzo. Ma se iniziassero a muoversi migliaia di Bitcoin, o peggio ancora decine di migliaia di BTC, allora il rischio di un impatto negativo sul prezzo a causa di forti vendite ci sarebbe.
Al giorno d’oggi esistono solo poco più di un centinaio di indirizzi Bitcoin che contengono più di 10.000 BTC, anche se molti di questi sono wallet degli exchange, e molti detentori di grosse cifre in BTC le conservano frammentate su diversi indirizzi.
Esistono invece più di 15.000 indirizzi Bitcoin che detengono almeno 100 BTC, quindi non c’è proprio confronto tra queste due dimensioni.