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Telegram: il CEO possiede Bitcoin

Il fondatore e CEO di Telegram, Pavel Durov, ha dichiarato di possedere Bitcoin.

Lo ha fatto un paio di giorni fa sul suo canale Telegram ufficiale, con un post dedicato ai successi della piattaforma. 

Telegram e Bitcoin

Durov infatti ha rivelato che ogni giorno si iscrivono a Telegram oltre 2,5 milioni di nuovi utenti, e ad inizio 2023 la piattaforma ha superato gli 800 milioni di utenti attivi mensilmente. 

Il post in realtà serviva soprattutto a dare una spiegazione del motivo per cui di recente hanno deciso di emettere obbligazioni.

Durov ha sottolineato che una crescita così massiccia ha generato anche necessariamente maggiori spese per servire gli utenti, in particolare per lo storage ed il traffico.

Sebbene affermi che Telegram sia molto efficiente in termini di gestione dei costi, ammette che il servizio non è ancora redditizio. 

Da notare però che la monetizzazione della piattaforma è attiva solo dall’anno scorso, quindi ritiene che sarebbe stato impossibile raggiungere la piena redditività in così poco tempo. Sottolinea però che Telegram è più vicino alla redditività rispetto a concorrenti come Twitter o Snap.

Ed è proprio per finanziare la continua crescita della piattaforma con l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio che questa settimana hanno emesso obbligazioni per un valore complessivo di circa 270 milioni di dollari. Durov rivela che tali obbligazioni sono state acquistate anche da noti fondi “con una reputazione stellare”.

Circa un quarto delle nuove obbligazioni Telegram le ha acquistate direttamente lui, investendo decine di milioni di dollari nella crescita della piattaforma, oltre alle centinaia di milioni di dollari che dice di aver speso negli ultimi 10 anni per mantenerla operativa.

Pavel Durov

Pavel Durov è un russo nato a San Pietroburgo, ma ha anche cittadinanza francese, oltre che degli Emirati Arabi e di Saint Kitts e Nevis. 

Telegram non è il suo primo successo, perchè in precedenza aveva fondato VKontakte (VK) nel 2006, ovvero il social network di maggior successo in Russia e nei paesi dell’ex Unione Sovietica. 

Durov ha lasciato VKontakte nel 2014, a causa del fatto che mal sopportava le ingerenze politiche da parte di alcuni collaboratori vicini al presidente Putin. 

Quando si è dimesso da VKontakte gli è subentrato l’ex CEO della società petrolifera Rosneft, Igor Sečin, insieme al proprietario di Mail.ru, Ališer Usmanov. In seguito Usmanov ha rilevato anche la quota azionaria di Sečin diventandone il principale azionista. 

In realtà era già entrato in conflitto con le autorità russe nel 2011, e l’anno successivo Mail.ru tentò di acquistare VK. Nel 2013 Durov ha venduto l’intera sua quota azionaria ad Ivan Tavrin, che le ha poi cedute proprio a Mail.ru Group.

Da questa vendita è possibile che abbia incassato più di 150 milioni di dollari, di cui a quanto pare buona parte li ha investiti in Telegram. 

Telegram e gli investimenti in Bitcoin

Ma, per sua stessa ammissione, Durov non ha investito i suoi milioni solamente su Telegram. 

Infatti nel post di due giorni fa rivela che, sebbene alcune persone gli avevano suggerito di acquistare una casa o un jet, lui aveva preferito investire sul suo lavoro, senza acquistare null’altro a parte qualche Bitcoin e qualche Toncoin.

Non ha pertanto rivelato quanti BTC possegga, ma di fatto ha ammesso che l’unico vero investimento che ha fatto nella sua vita post-VK è stato proprio Bitcoin. 

Infatti Toncoin (TON) non è altro che la criptovaluta creata dalla stessa Telegram, anche se ora ha cambiato nome e si chiama The Open Network (TON). In precedenza infatti si chiamava Telegram Open Network. 

Infatti la ICO di Telegram, il cui token avrebbe dovuto chiamarsi Gram, era stata lanciata a fine 2017, ma già l’anno successivo si era arenata. In seguito, anche a causa di una mega-multa emessa nel 2020 dalla SEC, il progetto era stato abbandonato dalla società e trasformato in un progetto decentralizzato. 

Non stupisce pertanto che Durov abbia in portafoglio ancora dei TON, ovvero i token che hanno sostituito i precedenti Gram che non sono mai sbarcati sui mercati crypto. 

Invece i BTC che ha in portafogli deve averli acquistati, magari ancora prima del 2014, o minati. Non è noto però il costo di acquisizione, quindi nemmeno quanto ci abbia guadagnato fino ad ora. 

Dato però che Telegram è stata creata nel 2013, quando cercava un’alternativa inattaccabile dalle autorità (a differenza di VK), non è impossibile immaginare che si sia avvicinato a Bitcoin in quello stesso periodo, ovvero durante la prima grande bull run post-halving che portò il prezzo di BTC da 10$ ad oltra 1.000$ in meno di un anno. 

Toncoin (TON)

Da notare che, a differenza della principali criptovalute, il prezzo di TON nel corso del 2023 è in calo, perchè è passato dai 2$ di inizio anno agli attuali 1,4$. Ma in precedenza era già risalito parecchio dal minimo di 0,8$ del 2022. 

Il prezzo attuale è del 76% inferiore ai massimi di novembre 2021, ma nettamente superiore agli 0,7$ dei suoi esordi sui mercati crypto, ad agosto dello stesso anno. 

Si tratta pertanto di una coin decisamente recente, con meno di due anni di presenza sui mercati crypto, anche se il progetto originale esiste dal 2017. 

Va ricordato che il precedente token Gram non è mai riuscito ad arrivare sui mercati finanziari, perchè il progetto di una criptovaluta di Telegram si è interrotto prima. 

Il fatto che Telegram abbia avviato un progetto crypto nel 2017 fa presumere che Durov abbia acquistato BTC prima della grande bull run di quell’anno, quando il prezzo passò da circa 1.000$ a quasi 20.000$. 

In altre parole tutto fa pensare che fino ad ora Durov ci abbia guadagnato ad investire in Bitcoin. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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