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FTX: divieto di parlare in pubblico per Sam Bankman-Fried?

Un giudice federale presto sarà tenuto a decidere se all’ex CEO e co-fondatore di FTX, Sam Bankman-Fried, debba essere vietato di parlare pubblicamente del suo caso. 

Infatti nel testo di un’ordinanza depositata lunedì, l’ufficio del procuratore del distretto meridionale di New York ha chiesto esplicitamente al giudice di vietare a SBF di poter parlare in pubblico del caso FTX, perchè non sarebbe autorizzato a farlo, nemmeno tramite terze parti come ad esempio i familiari. 

FTX: il problema legato a Sam Bankman-Fried

La questione è legata al fatto che Sam Bankman-Fried è accusato di aver fatto trapelare ai media il diario privato della ex collega Caroline Ellison. 

Ellison è stata anche la compagna sentimentale di SBF per un certo periodo, tanto da diventare addirittura CEO di Alameda Research, il braccio speculativo del gruppo FTX. 

Si dice che Ellison abbia perso miliardi di dollari in speculazioni ad alto rischio, e forse è parte in causa del problema che ha costretto FTX a dichiarare bancarotta, insieme ovviamente al comportamento sconsiderato dello stesso SBF. 

Qualche giorno fa il Dipartimento di Giustizia statunitense ha accusato esplicitamente Sam Bankman-Fried di aver fatto trapelare il diario privato di Caroline Ellison, violando le norme che riguardano il comportamento che devono tenere gli accusati mentre il caso è ancora in corso. 

Questo diario è finito ai media, tanto che il New York Times ha pubblicato un articolo in cui riportano parte degli scritti ritrovati in quel diario. 

Secondo il Dipartimento di Giustizia, sarebbe stato lo stesso SBF a far arrivare ai media il diario, nel tentativo di screditarla. 

L’ipotesi è che, essendosi Ellison dichiarata colpevole, dovrebbe testimoniare al processo contro SBF affermando di aver concordato con l’imputato di frodare clienti ed investitori, pertanto ci sarebbe in atto un tentativo di screditarne la reputazione prima della sua dichiarazione in aula. 

Le dichiarazioni dell’avvocato

L’avvocato che difende Sam Bankman-Fried ha dichiarato che il suo assistito, secondo lui, non avrebbe comunque fatto nulla di male.

Ha raccontato che un giornalista ha contattato SBF chiedendogli se volesse rispondere ad un articolo su Caroline Ellison che aveva in lavorazione e che stava per essere pubblicato. L’imputato avrebbe parlato con il giornalista, condividendo con lui anche alcuni documenti di cui era entrato in possesso prima di essere stato arrestato. 

Tali documenti sarebbero stati inviati al giornalista per confermare le dichiarazioni a lui fornite, nel tentativo di dare completezza alla versione dei fatti di SBF. 

Questo sembrerebbe confermare i sospetti del Dipartimento di Giustizia, perlomeno in parte, ma difficilmente potrebbe essere giustificato come un comportamento lecito in tale situazione, soprattutto nel caso in cui quella documentazione non fosse stata in precedenza presentata anche al tribunale. 

Non stupisce pertanto che il procuratore abbia chiesto un’ulteriore ordinanza restrittiva. 

Le conseguenze

A questo punto il procuratore ha deciso di chiedere al giudice un’ordinanza che vieti espressamente a SBF di interagire con i media, sia direttamente che indirettamente, onde evitare fughe di notizie non autorizzate come quella ipoteticamente appena avvenuta. 

Questo servirebbe per evitare che Sam Bankman-Fried possa influenzare l’esito del processo con azioni al di fuori delle aule di tribunale. 

L’ordinanza comunque non vieterebbe a SBF di affermare la sua innocenza. 

L’avvocato di SBF sembrerebbe essere d’accordo sul fatto che il suo assistito non parli pubblicamente, ma ha chiesto che il divieto venga esteso anche a tutte le altre parti ed ai testimoni, compresa l’attuale direzione di FTX

A dire il vero da novembre fino ad oggi di dichiarazioni pubbliche SBF ne ha fornite molte. Addirittura prima del suo arresto continuava a twittare liberamente. 

Quando è stato messo agli arresti domiciliari negli USA gli sono state comminate diverse limitazioni, non solo ovviamente per quanto riguarda gli spostamenti, ma anche e soprattutto per quanto riguarda le interazioni con gli altri. 

Una di queste è proprio la limitazione nell’utilizzo di strumenti di comunicazione pubblici come i social network. 

Difficile immaginare che in un tale scenario gli sia consentito di parlare liberamente con la i media, direttamente o indirettamente, quindi in teoria è possibile che il giudice possa optare per l’approvazione della richiesta del procuratore. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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