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Ripple: riprende il caso della SEC contro le crypto security

Sebbene il giudice Analisa Torres abbia già sentenziato che gli XRP che vengono scambiati sui mercati secondari (gli exchange crypto) non siano da considerare security, il caso della SEC contro Ripple in realtà è ancora aperto. 

Infatti lo stesso giudice ha ritenuto colpevole la società di aver venduto XRP sul mercato primario come un contratto di investimento implicito, pertanto il procedimento giudiziario che vede la SEC contrapposta a Ripple non è ancora concluso. 

Crypto news: le prossime date del processo Ripple-SEC sulle security

Ieri, mercoledì 9 agosto 2023, è stato depositato un documento (Pretrial Scheduling Order) con cui il giudice Torres fissa le date delle prossime scadenze del caso. 

Entro il 23 agosto le parti devono presentare le date di blackout per il processo, ed entro il 4 dicembre dovranno depositare le eventuali istanze in limine. Le opposizioni alle istanze in limine invece dovranno essere presentate entro il 18 dicembre. 

Quindi entro il 4 dicembre le parti dovranno presentare tutti i documenti preliminari richiesti, e la Corte fisserà poi una data definitiva della conferenza preliminare al momento della fissazione di una data certa per il processo. 

Infatti per poter giudicare l’operato di Ripple, il giudice Torres prevede di arrivare ad un vero e proprio processo in aula con tanto di giuria. 

La data di inizio del processo in aula non è ancora stata fissata, ma si ipotizza che possa essere compresa tra il 1 aprile ed il 30 giugno del 2024.

Quindi è molto improbabile che questa vicenda si concluda già quest’anno. Inoltre non conoscendo a priori la possibile durata del processo, non si può nemmeno stabilire se finirà nella seconda metà dell’anno prossimo, o addirittura nel 2025. 

In altre parole, è molto improbabile che un’eventuale condanna, o assoluzione, di Ripple possa arrivare prima dell’halving di Bitcoin

Ripple e XRP

È importante distinguere nettamente Ripple da XRP, per poter comprendere bene ciò che sta accadendo.

Infatti Ripple è a tutti gli effetti una società privata con sede negli USA, e come tale è tenuta a rispettare tutte le leggi che debbono rispettare anche tutte le altre società statunitensi. 

Inizialmente anche la criptovaluta che aveva creato si chiamava Ripple, ed era basata su una blockchain totalmente centralizzata. 

In seguito, non appena la criptovaluta iniziò ad essere pesantemente accusata di essere troppo centralizzata, la rinominarono in XRP, e fecero sì che la sua blockchain diventasse un po’ meno centralizzata. 

Tuttavia se dal lato prettamente tecnico la criptovaluta XRP può ormai essere considerata parzialmente decentralizzata, in realtà il suo utilizzo reale è ancora strettamente legato soprattutto alle piattaforme di Ripple. 

La società Ripple infatti possiede e gestisce tutte le principali piattaforme in cui XRP è realmente utilizzato come moneta di scambio, escludendo ovviamente gli exchange in cui è primariamente scambiato solo per speculare sul prezzo. 

Quindi sebbene in teoria XRP ormai possa avere una vita propria, anche senza Ripple, in realtà senza Ripple, XRP perderebbe gran parte del proprio utilizzo, e probabilmente anche del proprio valore. 

Ripple e SEC: la lotta contro crypto e security

La SEC comunque se l’era presa sia con Ripple che con XRP. 

Per quanto riguarda l’accusa dell’agenzia federale che vigila sui mercati finanziari delle security negli USA, ovvero che XRP andasse considerata una security a tutti gli effetti, il giudice Torres ha dato torto all’agenzia. 

Infatti ha stabilito che gli XRP scambiati sugli exchange non possono essere considerati contratti di investimento impliciti, perché chi li vende non è chi li ha emessi (ovvero creati dal nulla), e soprattutto perché i fondi incassati da chi li vende non vanno a Ripple. 

Il problema invece è la vendita di XRP da parte di Ripple, ovvero la società che li ha emessi creandoli dal nulla. 

Secondo il giudice Torres la società in questo modo si è finanziata, ovvero ha utilizzato la vendita di XRP per acquisire denaro da investitori. Inoltre lo ha fatto promettendo a tali investitori dei ritorni economici, e tutto ciò costituirebbe un contratto di investimento implicito. 

I contratti di investimento scambiati sul mercato sono considerati security, quindi XRP sarebbe stato venduto da Ripple sul mercato primario come una security, mentre una volta scambiato da terzi sul mercato secondario non sarebbe più considerabile come tale. 

Queste due sentenze di fatto costituiscono una sconfitta sia per la SEC che per Ripple, sebbene solo parziale. 

La sconfitta

Per la SEC si tratta di una grossa sconfitta, perché l’agenzia puntava a far ritenere security moltissime criptovalute. E invece XRP, ovvero una di quelle in assoluto più a rischio da questo punto di vista, è stata ritenuta da un giudice non definibile come una security. 

La SEC negli USA non ha potere né di fare le leggi, né di decidere come queste vanno applicate. Quindi il fatto che avesse deciso di interpretare la legge delle security in questo modo, ovvero ritenendo XRP e le altre criptovalute come delle security, non aveva valore legale. 

La legge negli USA la fa il Congresso, con l’intervento aggiuntivo del governo, e l’interpretazione spetta ai giudici. Quindi la sentenza del giudice Torres prevale sull’interpretazione della SEC. 

Anche per Ripple in realtà si è trattato di una sconfitta, perché di fatto è stata ritenuta colpevole. Prima però di giudicare quanto grave vada considerata questa giustizia sarà necessario attendere l’eventuale condanna della giuria. 

L’unica a risultare vittoriosa è stata XRP, ovvero la criptovaluta, anche se in caso di pesante condanna a Ripple il progetto potrebbe subire un durissimo colpo. 

A questo punto il mercato crypto sembra essere al sicuro da nuovi attacchi di questo tipo, mentre la stessa cosa non si può dire delle società o delle organizzazioni private che emettono criptovalute. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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