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Senatore chiede la regolamentazione crypto e Bitcoin, ma è accusato di corruzione

Robert Menendez, detto Bob, è un Senatore statunitense molto scettico su Bitcoin: in passato ha più volte richiesto una stretta regolamentazione delle crypto, accusando gli utilizzatori di Bitcoin di essere in gran parte dei criminali. 

Ora è lo stesso Menendez ad essere accusato di essere un criminale, dal procuratore del Distretto meridionale di New York. 

Chi è Bob Menendez e perché chiede una regolamentazione per Bitcoin e crypto

Robert “Bob” Menendez è un politico statunitense democratico, dal 2006 senatore per lo stato del New Jersey. 

Fa parte di quell’ampia schiera di politici democratici contrari alle criptovalute, e favorevoli ad una rigida regolamentazione di questi nuovi asset finanziari. 

È membro della Commissione per le banche, l’edilizia abitativa e gli affari urbani, della Commissione Finanziaria del Senato, e della Commissione per le Relazioni Estere. 

In passato è stato uno degli accusatori di Facebook quando Mark Zuckerberg venne sentito in audizione in merito al progetto della stablecoin Libra. 

Inoltre in diverse occasioni ha accusato gli utilizzatori di criptovalute di essere di fatto dei criminali, soprattutto per via dell’ipotetico utilizzo di questi strumenti per il riciclaggio di denaro. 

A novembre dell’anno scorso, dopo il fallimento di FTX, chiese pubblicamente al Congresso ed alle autorità di regolamentazione di intensificare gli sforzi per determinare quali normative erano necessarie per garantire la protezione degli investitori e del sistema finanziario nel suo complesso.

Le accuse di corruzione

La lotta di Menendez contro l’utilizzo delle criptovalute per scopi criminali, quali il riciclaggio di denaro, stride con le accuse rivoltegli dal procuratore del Distretto meridionale di New York, Damian Williams. 

Nel comunicato ufficiale del procuratore Menendez viene accusato di aver accettato di utilizzare la sua posizione a vantaggio del governo egiziano in cambio di centinaia di migliaia di dollari in tangenti pagate a lui ed a sua moglie Nadine Menendez. Oltre ai contanti avrebbe ricevuto anche lingotti d’oro, ed una decappottabile di lusso. 

Nel giugno dell’anno scorso l’FBI eseguì un mandato di perquisizione presso la casa del senatore in New Jersey, durante la quale trovò molti dei frutti di questo presunto piano di corruzione, come l’oro e la decappottabile. In casa sono stati trovati oltre 480.000 dollari in contanti, in gran parte infilati in buste e nascosti in vestiti, armadi e casseforti, oltre a 70.000 dollari in contanti nella cassetta di sicurezza della moglie. 

Stando a quanto sostenuto da Williams, Menendez avrebbe usato il suo potere per proteggere gli interessi del governo egiziano, compiendo una serie di violazioni dei suoi doveri ufficiali, ad esempio esercitando pressioni improprie su un funzionario del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (“USDA”) affinché cercasse di proteggere un monopolio commerciale concesso all’Egitto. 

Il paradosso

Il paradosso di questa storia è che un senatore statunitense che apparentemente non avrebbe fatto gli interessi degli USA e dei suoi cittadini, ma in questo caso quelli dell’Egitto, abbia chiesto agli stessi USA di proteggere i suoi cittadini dalle criptovalute. 

Mentre lui stesso non proteggeva i cittadini statunitensi chiedeva ad altri di farlo, basandosi oltretutto su un’idea completamente sbagliata dei nuovi asset finanziari basati sulla nuova tecnologia della blockchain

Anzi, i contanti e l’oro da lui detenuti sono proprio asset finanziari non tracciabili, mentre le transazioni on-chain sono tutte pubbliche e totalmente tracciabili. 

La lotta al riciclaggio di denaro deve per forza di cose passare anche per la lotta all’utilizzo di grandi transazioni in contanti, o in asset non tracciabili come i lingotti d’oro. 

Ora Menendez, che comunque ha negato tutte le accuse, rischia fino a 20 anni di carcere. 

La regolamentazione crypto e Bitcoin

A prescindere da questa vicenda però negli USA c’è ancora troppa incertezza riguardo la regolamentazione crypto. 

In alcuni Paesi, come ad esempio quelli dell’Unione Europea, sono già state approvate leggi specifiche che normano le criptovalute, mentre gli USA da questo punto di vista sono indietro. 

Lo stallo probabilmente è anche dovuto allo scontro in atto tra democratici e repubblicani in merito alla rigidità con cui vorrebbero normare questi nuovi asset finanziari. 

Molti democratici come Menendez vorrebbero una regolamentazione molto rigida che di fatto ne limiterebbe l’utilizzo, mentre diversi repubblicani sostengono che in questo caso si limiterebbe anche e soprattutto la competitività delle aziende USA nel fornire servizi crypto agli americani, ed a tutto il mondo. 

Infatti quelli che dovrebbero essere gli hub crypto principali degli USA, ovvero Miami, New York e la Silicon Valley, stanno stentando ad affermarsi come tali, mentre invece ad esempio la piccola El Salvador sta diventando sempre di più l’hub crypto di riferimento per il mercato americano. 

Sono molti gli operatori crypto statunitensi, guidati da Coinbase, che chiedono una regolamentazione che non uccida l’innovazione e la competitività, come ad esempio quella da poco approvata dalla UE. 

Molto dipenderà da chi vincerà le elezioni presidenziali del prossimo anno, dato che se venisse eletto nuovamente un presidente democratico ci sarebbe il rischio che la posizione contraria dei democratici possa prendere il sopravvento. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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