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Come fare mining di Bitcoin

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Il mining del Bitcoin consiste nella convalidazione dei blocchi per la blockchain tramite la verifica delle transazioni. 

Queste transazioni vengono verificate dai miner, attraverso l’utilizzo di computer o un hardware particolare, con una potenza di calcolo elevata, necessaria per risolvere dei puzzle matematici.

Per il lavoro svolto, i miner vengono ricompensati in Bitcoin, per questo si tratta di un’attività che fa gola a molti. Vediamo quali sono i metodi di mining più utilizzati.

Assemblare un computer o una piattaforma per il mining

Allestendo un computer per il mining è possibile ottenere un reddito passivo, ma per farlo è necessario fare un notevole investimento, in quanto l’hardware è molto costoso. Per rendersi conto dei costi, basta pensare al prezzo delle schede video NVIDIA di ultima generazione, utilizzate per il gaming, così come per il GPU mining.

Le schede video non sono l’unico componente necessario, inoltre per assemblare un computer per il mining e collegarlo alla rete per la convalidazione dei blocchi servono determinate conoscenze tecniche.

Inoltre, dopo l’halving del Bitcoin previsto per la primavera del 2024, un singolo computer per il mining, per quanto potente, potrebbe non risultare sufficiente.

Il problema è che allestire una piattaforma per il mining è ancora più complesso, inoltre occupa molto spazio, quindi è difficile poterlo fare in casa propria. 

A questo si aggiunge la rumorosità e ovviamente i costi di manutenzione. Le piattaforme e i computer per il mining devono lavorare a pieno regime, con un impatto negativo sui consumi e sull’ambiente.

Mining Pool

I miner con un computer dotato di una potenza di calcolo medio-bassa spesso si uniscono ad altri utenti, attraverso i mining pool.

Unendo la potenza di calcolo di computer e attrezzature per il mining, i miner possono ottenere maggiori ricompense e competere con quelli che dispongono di un hardware più avanzato.

Lo svantaggio è che le ricompense saranno divise tra i vari miner partecipanti, quindi possono risultare esigue, specialmente quando il Bitcoin è in fase ribassista.

Cloud mining

Chi non dispone dei fondi o delle conoscenze tecniche per partecipare al mining del Bitcoin, ma vuole comunque provare a ottenere ricompense passive in BTC, solitamente si affida ai servizi di cloud mining.

Il cloud mining consente di noleggiare a distanza l’attrezzatura per il mining e pagare una determinata cifra per ottenere hash rate, ovvero la potenza di calcolo necessaria per ricevere ricompense in BTC.

Tuttavia, questi servizi spesso si rivelano poco vantaggiosi, in quanto propongono dei contratti vincolanti che possono durare mesi o addirittura anni. Quindi gli utenti si vedono costretti a pagare per il cloud mining, anche quando il Bitcoin sta attraversando una fase calante.

Nel peggiore dei casi, i servizi di cloud mining possono rivelarsi anche delle truffe, con siti web dietro i quali non c’è nessuna vera società che gestisce piattaforme per il mining.  

Stake-To-Mine

L’ultimo metodo per il mining è lo Stake-To-Mine, attualmente ancora non disponibile, in quanto ideato dal team di Bitcoin Minetrix, una piattaforma di cloud mining in presale.

A differenza degli altri servizi di cloud mining, Bitcoin Minetrix non prevede contratti, consentendo agli utenti di partecipare al mining attraverso lo staking del token nativo BTCMTX.

 I token in staking genereranno crediti di mining non scambiabili che si potranno bruciare, in modo da ottenere hash rate sul servizio di cloud mining e ricevere ricompense in Bitcoin.

Si tratta di un metodo innovativo che rende il mining più accessibile e il cloud mining più sicuro. Gli utenti avranno il pieno controllo dei BTCMTX acquistati, infatti potranno metterli in stake, prelevarli e venderli in qualsiasi momento, decidendo liberamente quanti usarne per il mining del Bitcoin.

Come menzionato, lo Stake-To-Mine non è ancora attivo, in quanto verrà abilitato con il lancio della piattaforma Bitcoin Minetrix, previsto per la fine della presale. Il progetto finora ha raccolto più di 2,3 milioni di dollari, con il token BTCMTX venduto a un valore di 0,0112 dollari.

  *Questo articolo è stato pagato. Cryptonomist non ha scritto l’articolo né testato la piattaforma. 

Massimo De Vincenti
Massimo De Vincenti
Laureato in Economics and Business presso l’Università Luiss di Roma, Massimo ha conseguito anche un Master in Amministrazione, Finanza e Controllo. Trader e analista esperto nel campo delle criptovalute e della finanza decentralizzata, è consulente tecnologico appassionato di innovazione ed evoluzione digitale, relatore anche per seminari o approfondimenti tematici nell'ambito fintech e crypto.
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