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Stablecoin problematiche per Bitcoin, secondo BlackRock

Ieri, si è scoperto che secondo BlackRock le stablecoin costituiscono un fattore di rischio per Bitcoin. 

La notizia ha fatto il giro del mondo in pochi minuti, ma poi alla fine si è rivelata essere solo ordinaria amministrazione, ovvero nulla di particolarmente curioso o importante. 

BlackRock: la notizia falsa sulle stablecoin su Bitcoin

Anzi, a dire il vero inizialmente è stata diffusa come una vera e propria notizia falsa, sebbene avesse un fondo di verità. 

Alcune fonti infatti hanno riportato erroneamente che BlackRock avesse dichiarato ufficialmente di temere che USDT e USDC potesse arrecare danni a Bitcoin

In realtà invece non risulta affatto che BlackRock si sia scagliata contro Tether e Circle, ovvero le emittenti di USDT e USDC, ed andando a verificare la fonte primaria dell’informazione si è scoperto che le cose stavano in modo leggermente ma significativamente differente. 

La fonte primaria

La fonte primaria è un documento ufficiale presentato dall’iShares Bitcoin Trust di BlackRock alla SEC. 

L’iShares Bitcoin Trust è il fondo che emetterà sul mercato le azioni dell’ETF su Bitcoin spot di BlackRock una volta approvato dalla SEC. iShares a sua volta è una società facente parte a tutti gli effetti del gruppo BlackRock. 

Il documento ufficiale è quello che descrive all’agenzia le caratteristiche ed i dettagli del fondo, contestualizzandole all’interno dei mercati finanziari. 

Proprio nella parte in cui il progetto viene contestualizzato all’interno dell’attuale situazione dei mercati finanziari c’è un capitoletto dedicato espressamente alle stablecoin. 

Questo capitolo afferma, in modo generico: 

“I prezzi di Bitcoin potrebbero essere influenzati dalle stablecoin (compresi Tether e US Dollar Coin (“USDC”)), dalle attività degli emittenti di stablecoin e dal loro trattamento normativo”. 

USDT e USDC

Quindi di fatto BlackRock non ha preso posizione, ma si è limitata ad evidenziare i rischi generici legati alle stablecoin sui mercati crypto citando le due stablecoin principali. 

Il discorso contenuto nel capitolo sulle stablecoin riguarda in realtà tutte le stablecoin, anche se cita in particolare le due principali perchè da sole valgono quasi il 90% dell’intera capitalizzazione di mercato di tutte le stablecoin peggate a valute fiat. 

Non si tratta affatto di una presa di posizione contraria a USDT e USDC, e non si tratta nemmeno di una presa di posizione contraria alle stablecoin. 

I rischi delle stablecoin su Bitcoin

Il documento evidenzia che il Trust non investirà in stablecoin, anche se la cosa era implicita dato che ovviamente investirà solo in BTC. 

Però sottolinea come, nonostante ciò, potrebbe comunque essere esposto a rischi posti dalle stablecoin nei confronti del mercato di Bitcoin e di altri asset digitali. 

Il problema evidenziato da BlackRock, e già ampiamente noto a tutti da parecchio tempo (fin dall’implosione di UST), è che in teoria il valore delle stablecoin dovrebbe essere stabile ed ancorato a quello delle valute fiat, me in realtà può fluttuare. 

Il Trust scrive: 

“Questa volatilità in passato ha apparentemente avuto un impatto sul prezzo di Bitcoin”. 

Inoltre ricorda che le stablecoin sono un fenomeno relativamente nuovo, ritenendo quindi impossibile conoscere tutti i rischi che potrebbero comportare per i partecipanti al mercato di Bitcoin. 

Nel documento vengono anche citate alcune ipotesi mai confermate, ma ancora circolanti, secondo le quali l’emissione stessa di stablecoin può generare domanda artificiale di Bitcoin, gonfiandone così artificialmente il prezzo. Citano anche altre ipotesi connesse all’utilizzo di stablecoin per il riciclaggio di denaro. 

Il rischio principale però è quello legato al depeg, ovvero alla perdita dell’ancoraggio del valore di mercato delle stablecoin rispetto alle valute fiat a cui alcune sono ancorate, anche perchè in tal caso non si tratta affatto di ipotesi non confermate ma di casi reali già ampiamente accaduti in passato. 

Le conseguenze

BlackRock scrive che le stablecoin svolgono un ruolo fondamentale nei mercati crypto, tanto che le variazioni della loro liquidità possono avere anche impatti drammatici in questo ambito, ed in particolare sul prezzo di Bitcoin. 

D’altronde in un documento di questo tipo non è affatto conveniente nascondere rischi ovvi ed evidenti ad un’agenzia pubblica che non solo li conosce benissimo, ma che li considera anche decisamente importanti in questo contesto. Oltretutto si tratta di cose già ampiamente note da tempo, quindi BlackRock non ha rivelato assolutamente nulla di nuovo. Si è solo limitata a far capire alla SEC che è a conoscenza dell’esistenza di questi rischi. 

Evidenziano che, dato che il mercato crypto dipende ancora da stablecoin come USDT e USDC, esiste il rischio che un eventuale disancoraggio disordinato, o una corsa ai prelievi di USDT o USDC, possano portare a una drammatica volatilità del mercato degli asset digitali in generale. 

Nello specifico avvisano che problemi legati alle due principali stablecoin potrebbero influire sulla volontà degli individui di fare trading su sedi di negoziazione che si basano su stablecoin, riducendo così la liquidità nel mercato di Bitcoin ed influenzandone il valore. Questo avrebbe inevitabilmente anche impatto sul prezzo delle azioni del Trust. 

Da notare però che non parlano mai esplicitamente di “crollo”, ma solo di forte e rapido aumento di volatilità, come a voler dire che Bitcoin potrebbe riuscire sul lungo periodo anche a superare un problema colossale come il depeg di USDT o USDC. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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