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La rivoluzione del MoMA di New York: opere d’arte NFT entrano nella collezione permanente

Il Museum of Modern Art (MoMA) di New York ha recentemente incluso opere d’arte sotto forma di NFT nella sua collezione permanente. 

Nello specifico, l’acquisizione di questi NFT rappresenta un significativo passo avanti, segnando le prime partecipazioni del museo nell’ambito on-chain e AI. Vediamo di seguito tutti i dettagli. 

Il MoMA di New York abbraccia gli NFT nella sua collezione

Come anticipato, di recente il Museum of Modern Art (MoMA) di New York ha attirato l’attenzione per l’acquisizione di due opere d’arte innovatrici.

Nello specifico, parliamo rispettivamente di “Unsupervised – Machine Hallucinations” (2022) di Refik Anadol e l’edizione dello scorso anno del progetto “3FACE” di Ian Cheng. 

Queste due opere rappresentano i primi contributi mai fatti dall’intelligenza artificiale (AI) e dai token non fungibili (NFT) alla collezione del MoMA, che già include capolavori come le celebri lattine di zuppa di Andy Warhol e “Notte stellata” di Vincent Van Gogh.

Queste nuove acquisizioni si inseriscono nell’eredità del MoMA di esposizioni pionieristiche che esplorano l’intersezione tra tecnologia e arte, partendo dalla mostra del 1968 “The Machine as Seen at the End of the Mechanical Age” fino all’attuale “Signals: How Video Transformed the World”.

L’annuncio delle nuove opere si accompagna a una presentazione della programmazione del MoMA per le prossime stagioni autunnali e invernali, che comprende il debutto di “HANDMADE” (2023), l’ultimo lavoro della videoartista Leslie Thornton. 

Inoltre, include anche una mostra online in collaborazione con Feral File prevista per l’inizio dell’anno prossimo. Precedentemente, il MoMA aveva già svelato il suo progetto di cartoline on-chain.

Il comunicato del museo sottolinea l’impegno a lungo termine del MoMA nel sostenere artisti che esplorano le tecnologie emergenti per ampliare i loro linguaggi visivi e favorire l’esplorazione creativa. 

Cheng, uno degli artisti acquisiti, ha recentemente dichiarato quanto segue: 

“Sono molto orgoglioso di essere stato incluso. Il MoMA aveva già acquisito la mia trilogia di simulazioni ‘Emissaries’ nel 2017. La loro apertura e il loro entusiasmo per l’arte digitale dinamica sono rari per un’istituzione.” 

Arte generativa e intelligenza artificiale: un nuovo capitolo della storia dell’arte?

Portando avanti l’eredità di forme d’arte precedentemente controverse e pionieristiche, come la fotografia, l’arte generativa ha spinto la generazione attuale di artisti a riconsiderare i criteri che rendono l’arte autentica e preziosa.

In particolare, riflettendo sul futuro dell’arte alimentata dall’intelligenza artificiale, Cheng ha sottolineato che l’obiettivo finale degli strumenti generativi è creare una nuova immediatezza tra il pensiero e l’espressione visiva: 

“Come gli scrittori costruiscono romanzi senza intermediari, l’arte generativa permette ai registi di creare film senza dipendere da terzi. La libertà dell’artista è limitata solo dalla sua immaginazione, gusto, qualità delle domande poste, coraggio nel perseguire verità sfumate e comprensione del comportamento umano.” 

Anadol e Cheng, entrambi artisti che si dedicano all’arte AI, lavorano principalmente con dati, e le proprietà emergenti dei loro processi sollevano domande sulla definizione stessa della storia dell’arte. 

Ad esempio, opere come “Unsupervised” pone l’interrogativo su come quantificare una psiche umana complessa, mentre “3FACE” sfrutta il concetto di libro mastro come più di un semplice mezzo di transazione.

Come sappiamo, alcuni musei rinomati come il Los Angeles County Museum of Art e il Centre Pompidou, hanno iniziato a collezionare NFT durante il boom, e la decisione del MoMA di dare riconoscimento a tali opere segna un momento di svolta significativo.

Inoltre, Cheng ha condiviso la sua idea secondo la quale, sebbene l’arte dell’intelligenza artificiale possa sembrare sperimentale in questo momento, tra dieci anni potrebbe emanciparsi dall’etichetta di esperimento. 

Infatti, sostiene che la facilità di produrre espressioni visivamente raffinate potrebbe aprire le porte a una maggiore partecipazione artistica da una varietà più ampia di persone, rappresentando un positivo cambiamento nel panorama artistico.

Ancora news per gli NFT: Dairy Queen e Weirdo Ghost Gang creano un negozio NFT pop-up in Cina 

Secondo le ultime notizie, Dairy Queen ha stretto una partnership con il progetto locale di token non fungibili Weirdo Ghost Gang (WGG) per inaugurare un negozio NFT pop-up a Chengdu, in Cina.

Il negozio temporaneo, denominato “Ice and Snow Season”, sarà aperto dal 15 novembre al 31 dicembre, offrendo una vasta gamma di prodotti in co-branding, tra cui il gelato a tema WGG di Dairy Queen. 

Inoltre, i detentori di WGG NFT godranno di vantaggi esclusivi come parte di questa collaborazione. Il progetto ha già conquistato un ampio seguito tra gli utenti nella regione Asia-Pacifico.

La collezione WGG include 5,555 NFT “Lil Ghosts” creati da ManesLab di Hong Kong Web3 nel 2021. Fin dall’inizio, il volume degli scambi della raccolta ha superato i 21,510 Ether (ETH), pari a 43.5 milioni di dollari, con un prezzo minimo attuale di 0.485 ETH, equivalente a $995.2. 

Non solo, a settembre, WGG ha lanciato l’evento “City Party Map – Shanghai Station” in collaborazione con il rivenditore locale Jiujiu Duck Neck, offrendo sconti ai possessori di NFT in oltre 500 dei suoi negozi al dettaglio. 

Ancora, il mese scorso, il progetto ha annunciato l’evento “Ghost Season” presso il ricco centro commerciale di Pechino, The Box, presentando la sua arte NFT su schermi 3D per gli acquirenti.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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