HomeCriptovalutePrevisione oscura sul dollaro in caso di una crypto dei BRICS

Previsione oscura sul dollaro in caso di una crypto dei BRICS

Ieri, il noto investitore Robert Kiyosaki ha pubblicato una sua previsione decisamente negativa in merito al dollaro USA basata sull’ipotesi di una crypto dei cosiddetti BRICS. 

Kiyosaki spesso pubblica previsioni, ed in genere sono sempre pessimistiche sul futuro dell’economia e della finanza, soprattutto statunitensi, mentre invece è decisamente bullish su Bitcoin. 

La previsione di Kiyosaki: la fine del dollaro USA in caso di crypto dei BRICS

Ieri Kiyosaki si trovava in Sud Africa, il Paese che corrisponde alla S dell’acronimo BRICS. 

Su X ha scritto che le nazioni BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) produrranno delle criptovalute BRICS, forse sostenute dall’oro. 

Nel caso in cui ciò accadrà, l’autore del bestseller Rich Dad Poor Dad prevede che queste accumuleranno trilioni di denaro fiat. 

Questo potrebbe far tornare molti dollari negli USA causando un’iperinflazione, e finendo quindi per distruggere il dollaro americano. 

Alla luce di ciò consiglia esplicitamente di acquistare subito oro, argento e Bitcoin per proteggersi dal crollo del dollaro USA.

Le criptovalute basate sull’oro

Esistono già diverse criptovalute sostenute dall’oro, dette stablecoin, e nessuna di queste per ora ha accumulato grossi capitali. 

Prendendo come riferimento le altre stablecoin sostenute dal dollaro americano, USDT capitalizza più di 110 miliardi di dollari e USDC più di 33, mentre invece le stablecoin sostenute dall’oro capitalizzano enormemente meno: le due principali sono XAUT (Tether Gold) che capitalizza 578 milioni di dollari (0,578 miliardi) e PAXG (PAX Gold) che non arriva a 430 milioni. 

Tutte le altre sono praticamente irrilevanti. 

In totale tutte le criptovalute sostenute dall’oro valgono circa un miliardo di dollari, ovvero non solo mille volte in meno di Bitcoin, ma soprattutto quasi 16.000 volte meno dell’oro stesso. 

Quindi ad oggi le criptovalute sostenute dall’oro stanno riscuotendo un successo davvero minimo, probabilmente perchè le persone preferiscono acquistare ETF sull’oro piuttosto che crypto sostenute dall’oro. Difficile immaginare che in futuro una tale dinamica possa cambiare. 

Le crypto dei BRICS: la previsione negativa sul dollaro di Robert Kiyosaki

Inoltre ad oggi non sembra nemmeno iniziato il progetto per creare delle criptovalute dei BRICS sostenute dall’oro. 

Anzi, sebbene i BRICS abbiano parlato della possibilità di emettere una loro moneta per fare concorrenza al dollaro, ad oggi risulta piuttosto difficile immaginare che possano mettersi d’accordo. 

Cina ed India infatti non hanno affatto rapporti idilliaci, ed anzi in passato sono state spesso in conflitto per ragioni territoriali: le due nazioni confinano, nei pressi dell’Himalaya, ed in particolare nel Kashmir, che è oggetto di contese territoriali anche da parte del Pakistan. 

Se quindi da un lato appare difficile che i cosiddetti BRICS riescano a trovare un accordo per emettere una moneta unica, d’altro canto potrebbero emettere singolarmente delle loro stablecoin basate sull’oro. 

Tuttavia ad uno Stato non conviene affatto acquistare oro per emettere denaro basato su di esso, perchè agli Stati conviene invece emettere valuta fiat creandola dal nulla. 

Tutti i Paesi BRICS, come anche quasi tutti gli altri Paesi del mondo, emettono una loro valuta fiat, che in alcuni casi ha anche perso molto valore nei confronti del dollaro. Ad esempio negli ultimi cinque anni lo yuan cinese ha perso quasi il 5% sul dollaro USA, mentre la rupia indiana ha perso il 15%. Il rublo russo invece ha perso addirittura il 30%. 

È davvero difficile immaginare che Stati simili possano cambiare rotta ed emettere delle nuove valute realmente sostenute dall’oro. 

Oro e valute fiat

Da molto tempo si discute dell’opportunità di ricollegare le valute nazionali all’oro. 

Il dollaro USA ad esempio fu staccato dall’oro all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso, ma a dire il vero da allora il Dollar Index, che misura il valore del dollaro americano rispetto ad un paniere di altre importanti valute nazionali, è rimasto relativamente stabile. 

Tuttavia 1$ del 1924 aveva perso il 66% del suo potere di acquisto nei seguenti 50 anni, fino al 1974. 

Invece negli ultimi 50 anni ha perso l’83% del suo potere di acquisto, dopo essersi staccato dall’oro. 

Quindi la convertibilità in oro non azzera l’inflazione, ma si limita a ridurla. 

Inoltre ormai non c’è alcuno Stato al mondo che abbia una valuta realmente supportata al 100% da oro, anche perchè non sembra esserci abbastanza oro in tutto il modo per supportare tutte le valute fiat. 

Criptovalute e oro

Lo scarsissimo successo ottenuto dalle criptovalute collateralizzate in oro non fa altro che sottolineare quanto poco ormai sia importante questo bene prezioso al giorno d’oggi in campo monetario. 

Le criptovalute di maggiore successo sono quelle che non hanno collaterale, come le valute fiat. 

Infatti quando sono state messe sui mercati criptovalute collateralizzate in oro gli investitori non le hanno comprate in massa. Piacciono molto di più le criptovalute collateralizzate in valute fiat, ed in particolare in dollari americani. 

Il tempo dell’oro come moneta probabilmente è ormai finito definitivamente decenni fa, e ad oggi non sembra affatto che abbia la possibilità di tornare ad esserlo, nonostante vi siano in teoria tecnologie adatte che potrebbero aiutarlo a riprendersi quel ruolo. 

Da un lato sui mercati hanno trionfato le valute fiat, anche se nessuna di queste ha vita eterna, e dall’altra ormai c’è Bitcoin che fa da ottimo sostituto. 

Pertanto la previsione di Kiyosaki sembra decisamente forzata, dato che si basa solamente su una vaga idea prima di alcun fondamento concreto: nessun Paese BRICS sta lavorando ad alcuna criptovaluta, nè sostenuta dall’oro nè non collateralizzata. 

Al massimo stanno lavorando a CBDC, ovvero valute fiat nativamente digitali non collateralizzate e non convertibili. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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