Qualche giorno fa il presidente statunitense Joe Biden ha impedito ad una società della Cina di realizzare una mining farm di Bitcoin vicino ad una base missilistica nucleare, nel Wyoming.
La decisione era legata alle preoccupazioni per la sicurezza nazionale legate alla vicinanza dell’impianto ad un’importante installazione militare, dato che la proprietà della mining farm sarebbe stata legata indirettamente alla Cina.
Ieri però si è scoperto che questa stessa società, MineOne, nel frattempo aveva venduto il terreno ad un’altra società di mining di Bitcoin, stavolta però americana.
Summary
L’iniziativa di Biden: la Bitcoin mining farm della Cina passa agli americani
Il presidente americano si è opposto alla realizzazione della mining farm di Bitcoin entro un miglio dalla base militare di Cheyenne utilizzando i poteri del CFIUS (Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti).
Grazie a tali poteri ha potuto impedire l’acquisizione del terreno da parte di una società legata alla Cina (MineOne).
È già l’ottava volta che Biden utilizza i poteri del CFIUS per impedire acquisizioni ed attività legate alla Cina negli USA, quindi non si è trattato di un’iniziativa contro il mining di Bitcoin.
Il problema erano solamente i legami della società acquirente con la Cina, ed ovviamente la vicinanza alla base militare di Cheyenne, nel Wyoming, dove sono ospitati missili balistici intercontinentali Minuteman III (ICBM).
Questo suggerisce che Biden non dovrebbe opporsi alla realizzazione della mining farm nel caso in cui la proprietà fosse statunitense.
La svolta
Ieri si è scoperto che in realtà, pochi giorni prima del blocco imposto da Biden, il terreno su cui dovrebbe sorgere la mining farm di Cheyenne era stato acquistato da una società di mining americana, CleanSpark, quotata al Nasdaq con il ticker CLSK.
Nel comunicato ufficiale CleanSpark afferma di aver raggiunto un accordo per acquisire 75 MW di siti di mining di Bitcoin nel Wyoming con una spesa di 18,75 milioni di dollari.
La società afferma di aver stipulato accordi definitivi per l’acquisizione di due siti per il mining di Bitcoin nel Wyoming, con 75 MW di potenza già disponibile ed espandibile di altri 55 MW.
Uno di questi sarebbe per l’appunto il sito di proprietà di MineOne vicino alla base militare di Cheyenne bloccato da Biden.
La cosa curiosa è che l’accordo di vendita all’americana Cheyenne sarebbe avvenuto meno di una settimana prima del blocco intimato da Biden.
Sebbene si tratti solamente di un accordo, con la vendita che non si è ancora conclusa, suona un po’ strano il blocco di Biden.
Infatti si potrebbe anche immaginare che il presidente non sapesse nulla di questo accordo, ma forse è più probabile che la sua iniziativa avesse invece proprio come scopo quello di obbligare di fatto MineOne ad accettare l’accordo di vendita all’americana CleanSpark.
CleanSpark dal canto suo ha fatto sapere di non essere a conoscenza del blocco, e che è comunque disposta ad andare avanti con l’acquisizione.
CleanSpark
CleanSpark possiede e gestisce otto diversi data center nel sud degli Stati Uniti, con quasi 400 MW complessivi. Di questi 50 MW sono ubicati in un data center nello Stato di New York, a cui si aggiungeranno i 75 MW già disponibili nel Wyoming più gli altri 55 MW sul nuovo terreno.
Le due nuove strutture Wyoming aggiungeranno più di 7 EH/s all’hashrate di CleanSpark, mentre in precedenza la società aveva già l’acquisto di altri tre siti di mining di Bitcoin nel Mississippi con un hashrate complessivo di 2,4 EH/s.
Di fatto CleanSpark è in assoluto uno dei maggiori miner di BTC del Nord America.
Il CEO, Zach Bradford, ha dichiarato:
“Solo tre mesi fa abbiamo fatto il salto e ci siamo espansi nel Mississippi. Oggi sono lieto di condividere che stiamo continuando il nostro viaggio con la nostra espansione verso ovest nel Wyoming. Diversificare il nostro portafoglio è parte integrante della nostra strategia e siamo ben posizionati per trarre vantaggio da acquisizioni simili sulla scia dell’halving”.
Il prezzo delle azioni CLSK in borsa ormai lateralizza da metà febbraio.
Il massimo assoluto lo toccò nel 2018, e nel 2021 superò solo per brevissimo tempo i 42$.
Nel corso del bear-market 2022 ci fu un vero crollo, che fece scendere il prezzo fin sotto i 2$, ma tra il 2023 ed il 2024 c’è stato un rimbalzo.
L’anno scorso il prezzo delle azioni CLSK tornò sopra i 10$, e quest’anno si è spinto fino ad oltre 24$ a marzo.
Da allora è sceso sotto i 17$, ovvero una cifra che è di molto superiore al bottom del bear-market, ma ancora nettamente inferiore ai massimi del 2021.
Da notare che CleanSpark in borsa capitalizza circa 3,7 miliardi di dollari, mentre ad esempio Marathon Digital Holdings (MARA), il titolo di riferimento per le società di mining di Bitcoin statunitensi, capitalizza quasi 5,4 miliardi di dollari. L’altra grande concorrente, Riot Platform (RIOT) capitalizza meno di 3 miliardi.