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Un’associazione non-profit si scaglia duramente contro Tether e USDT

Un’importante associazione non-profit californiana sta facendo una campagna contro Tether per mettere in evidenza i rischi della detenzione di USDT. 

Si tratta della Consumers’ Research, che ha lanciato addirittura una campagna pubblicitaria multimilionaria per attirare l’attenzione sulle pratiche commerciali di Tether.

La campagna dell’associazione non-profit contro la stablecoin Tether (USDT)

La campagna pubblicitaria di Consumer’s Protection contro Tether prevede spot televisivi, cartelloni pubblicitari ed altre forme di sensibilizzazione. 

Ad esempio uno di questi spot, che è visibile anche su YouTube, si chiede se Tether sia la prossima FTX, e definisce Tether “la criptovaluta di riferimento per i peggiori del mondo”. 

La campagna si chiama addirittura Tethered To Corruption, ed ha anche un suo sito web dedicato, raggiungibile all’indirizzo tetheredtocorruption.com.

Lo spot

Lo spot visibile anche su YouTube contiene almeno tre informazioni errate, ed accuse che rasentano la diffamazione. 

La prima informazione errata è il confronto con FTX. Tether non è un exchange, e non detiene fondi dei propri clienti. Inoltre la maggior parte delle sue riserve sono investite in buoni del tesoro statali americani, probabilmente su richiesta stessa delle autorità statunitensi. 

La seconda informazione errata è che le riserve di Tether non siano soggette ad audit. Gli audit invece non solo ci sono, ma sono anche pubblici. Si può discutere sulla natura e la qualità dell’auditor (BDO), ma è assolutamente scorretto affermare che le riserve di USDT siano sprovviste di un audit indipendente. 

La terza informazione errata è che Tether sia attualmente sotto inchiesta. Infatti la causa intentata dalle autorità statunitensi contro Tether si è conclusa tempo fa. 

Le accuse diffamatorie invece sono quelle che definiscono esplicitamente Tether come una truffa, e che riferiscono che la società sia connessa a vari tipi di crimini. 

La campagna elettorale

Gli USA sono in piena campagna elettorale in vista delle presidenziali di novembre, durante le quali si eleggerà anche parte del Congresso. 

Il direttore esecutivo di Consumers’ Research, Will Hild, risulta essere molto attivo a livello politico

È laureato in scienze politiche, ed uno dei suoi mentori di Hild, oltre che consulente stesso di Consumers’ Research, è Leonard Leo, esponente dell’estrema destra statunitense. 

È possibile che le iniziative di Consumers’ Research, sostenute da Hild, mirino in questo momento a favorire i candidati dell’estrema destra alle elezioni di novembre. 

L’associazione non-profit si scaglia contro Tether (USDT), ma non solo

Anche sull’associazione non-profit Consumers’ Research ci sono alcuni dubbi. 

In particolare viene definito un gruppo “dark-money” che è uno dei maggiori finanziatori della State Financial Officers Foundation (SFOF).

Anche la SFOF è un’organizzazione non-profit, ma formata esclusivamente da funzionari del partito repubblicano, la maggior parte dei quali ricoprono posizioni elettive. In altre parole si tratta a tutti gli effetti di un’organizzazione politica di destra. 

In questo periodo storico il principale obiettivo della Consumers’ Research è quello di combattere la legislazione ESG, ovvero quella per gli investimenti a basso impatto ambientale, ma è conosciuta anche e soprattutto per la sua campagna diffamatoria multimilionaria contro il CEO di BlackRock Larry Fink. 

Quindi Tether è semplicemente il suo terzo obiettivo, dopo la legislazione ESG e BlackRock. 

In realtà l’associazione si è scagliata anche contro molte altre realtà, a partire da Nike e Uber, e nel corso del tempo se l’è presa anche con Bank of America, Coca Cola, la Major League di Baseball, American Express, Ticketmaster, Morningstar, ed altre realtà. 

In particolare sembra essere ossessionata dalla cultura Woke, cosa che per certi versi ricorda un atteggiamento molto simile da questo punto di vista da parte di Elon Musk

Le accuse a Tether

In un’ottica simile le accuse mosse contro Tether vanno prese con le pinze. 

Innanzitutto sembrano essere più diffamazione che informazione. 

Inoltre in questo momento di campagna elettorale sembrano avere un intento primariamente propagandistico. 

In realtà il partito repubblicano appoggia Donald Trump che afferma di essere ampiamente favorevole al settore crypto. 

Tuttavia il partito repubblicano non è un’organizzazione rigida al cui interno sono tutti allineati. 

A dire il vero Consumers’ Research non sembra essersi scagliata contro l’intero settore crypto, ma solo contro Tether, che oltretutto in passato ha effettivamente avuto alcuni problemi con le autorità statunitensi. 

È possibile che stiano cercando di favorire i candidati di estrema destra all’interno del partito democratico, ovvero l’ala più fondamentalista, e sembra che lo stiano facendo attaccando da un lato le politiche ambientaliste, e dall’altro la grande finanza (come BlackRock). 

Da notare però che Will Hild ha solamente 11.000 follower su X, e che il canale Youtube di Consumers’ Research ha meno di 5.000 iscritti. 

Quindi si tratta di un’organizzazione di scarso successo ma che è in grado di investire lo stesso grosse somme di denaro, la cui provenienza risulta essere oscura. 

Dato che la sua principale battaglia è quella contro la legislazione ESG è possibile immaginare che a finanziare l’organizzazione sia qualcuno che mira a depotenziare di molto la lotta contro l’inquinamento ed il cambiamento climatico, oltre che a favorire l’estrema destra. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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