È ufficiale: domani mattina il fondatore e CEO di Telegram, Pavel Durov, potrebbe già essere rilasciato dalle autorità francesi ed uscire di prigione.
Durov è stato arrestato sabato 24 agosto, in Francia, alle 8 di mattina.
Stando a quanto dichiarato ieri ufficialmente dalla Procura della Repubblica di Parigi, la custodia cautelare può durare fino a 96 ore, ovvero al massimo fino al 28 agosto.
Summary
I dubbi
Queste sono le informazioni ufficiali attualmente a disposizione dei media, ma c’è qualche dubbio che effettivamente Durov venga rilasciato domani.
Il punto chiave è che per ora Durov è solamente sotto custodia cautelare, perchè non è ancora stato ufficialmente incriminato.
Nel caso in cui non ci fossero novità, e la situazione rimanga quella attuale, in effetti domani mattina scadrebbero i termini ultimi per la custodia cautelare nei suoi confronti, e dovrebbe quindi essere rilasciato.
Ma non c’è alcuna garanzia che la situazione rimanga quella attuale, perchè ora che le autorità francesi sono riuscite ad arrestarlo, dopo un mese dall’emissione del mandato di arresto, è possibile che stiano cercando di accelerare le indagini.
Durov non solo non è ancora stato condannato – ed infatti è solamente in custodia cautelare – ma a quanto pare non è ancora nemmeno stato incriminato. È stato semplicemente accusato, di ben 12 reati, cosa che ha reso possibile l’emissione del mandato di arresto. Nel caso invece in cui venisse anche incriminato prima della scarcerazione la situazione potrebbe cambiare.
Il comunicato ufficiale sulla possibile uscita di prigione di Pavel Durov di Telegram
Il comunicato ufficiale della Procura è stato emesso ieri dal Procuratore di Parigi Laure Beccuau.
Beccuau ha scritto che Durov è stato arrestato e posto in custodia di polizia per un’indagine giudiziaria aperta l’8 luglio 2024, a seguito di un’istruttoria svolta dalla sezione della Procura di Parigi che si occupa di combattere la criminalità informatica (JUNALCO).
Il comunicato afferma anche che gli inquirenti che stanno seguendo questa indagine hanno contattato il centro per il contrasto alla criminalità digitale (C3N) e l’Ufficio nazionale antifrode (ONAF), ed è in questo quadro procedurale che stanno interrogando Durov.
Dopo l’arresto di sabato 24 agosto, il giorno dopo la misura di custodia cautelare nei suoi confronti era stata prorogata fino al massimo possibile (96 ore), ovveri fino al 28 agosto.
Il documento ha anche elencato i 12 reati di cui è accusato il fondatore di Telegram, tra cui complicità in transazioni illecite da parte di bande organizzate, in qualità di amministratore della piattaforma, ed il rifiuto di comunicare, su richiesta delle autorità autorizzate, informazioni o documenti necessari per effettuare e sfruttare le intercettazioni autorizzate dalla legge.
A queste accuse hanno aggiunto altre accuse di complicità, ad esempio in diffusione di immagini di minori a carattere pedo-pornografico, in vendita di droga, o in frode.
Tra le 12 accuse spicca quella per associazione a delinquere finalizzata a commettere reati punibile con 5 anni di reclusione, e quella per riciclaggio.
infine lo accusano anche di erogare, tramite Telegram, servizi di crittografia finalizzati a garantire le funzioni di riservatezza senza un’adeguata dichiarazione.
Le accuse
È stato fatto un calcolo secondo cui, qualora venisse ritenuto colpevole di tutte le accuse, rischierebbe fino a 20 anni di carcere.
Tuttavia occorre specificare e sottolineare che allo stato attuale si tratta solo di accuse.
La magistratura francese, insomma, non lo ritiene ancora colpevole di queste accuse.
Ora, dopo averlo arrestato su suolo francese ed interrogato per quattro giorni, occorrerà che i magistrati che stanno indagando sul caso decidano se vi siano gli estremi per incriminarlo, per poi poterlo processare, o se domani saranno costretti a rilasciarlo.
Da notare che il presidente francese Macron ieri ha dichiarato pubblicamente che la politica non c’entra nulla con questo caso, e che si tratta di un’iniziativa esclusiva della magistratura francese.
La magistratura francese
Pavel Durov è russo di origine, ma è anche cittadino francese, oltre che degli Emirati Arabi Uniti (Telegram ha sede a Dubai).
La magistratura francese, stando a quanto dichiarato da Beccuau, indaga su di lui e su Telegram solamente da poco più di un mese. Inoltre ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti valido solo sul territorio francese.
Sabato Durov è atterrato all’aeroporto di Parigi-Le Bourget, ed una volta atterrato in suolo francese è stato arrestato.
Su Laure Beccuau non si sa molto.
Si sa che è nata nel 1960, quindi ha 64 anni. È diventata procuratore della repubblica nel 2013, a Nîmes, e dal 2021 è procuratore a Parigi.
Si tratta della prima donna ad essere nominata procuratore di Parigi.
Non è chiaro se abbia qualche motivazione particolare per perseguire Telegram e Durov. Tuttavia le accuse che sta muovendo nei loro confronti appaiono comunque abbastanza realistiche.
Il problema
Il problema principale sembra essere quello connesso al secondo capo di accusa. Ovvero il rifiuto di comunicare, su richiesta delle autorità autorizzate, informazioni o documenti necessari per effettuare e sfruttare le intercettazioni autorizzate dalla legge.
Dato che su piattaforme come Telegram è inevitabile che qualcuno compia dei reati, chi le amministra dovrebbe intervenire in un secondo momento per limitare i danni. Inoltre dovrebbe evitare possibilmente che i reati vengano nuovamente compiuti, e soprattutto collaborare con le autorità per dare la caccia ai criminali.
Telegram in realtà sostiene di rispettare le leggi della UE, incluso il Digital Services Act. Tuttavia, se poi si rifiuta di collaborare spalanca le porte alla magistratura.
Come evidenziato nel comunicato stampa della procura, uno dei problemi principali risulta essere quello della diffusione di immagini pedo-pornografiche. Il quale è sempre e comunque un reato.
Non solo non risulta che Telegram collabori con le autorità, su richieste di queste ultime, per cercare di individuare chi commette questo reato, ma risulta anche che non le rimuova. Pare infatti che esistano anche canali pubblici su Telegram in cui vengono continuamente pubblicate immagini pedo-pornografiche, che non vengono sempre eliminate dalla piattaforma. Inoltre questi stessi canali a volte non vengono chiusi.