Ieri il giudice Alvin Hellerstein del tribunale del Southern District of New York ha bocciato la causa intentata contro Elon Musk per presunto insider trading su Dogecoin.
Curiosamente il proprietario di X non ne ha dato notizia sul suo profilo ufficiale, forse perchè troppo impegnato a pubblicare post propagandistici per Donald Trump.
Summary
Il problema
La notizia della causa contro Elon Musk per aver manipolato il prezzo di Dogecoin fu pubblicata a giugno dell’anno scorso.
Le accuse erano rivolte contro i suoi tweet e le sue azioni che avevano fatto salire artificiosamente il prezzo di DOGE nel 2021, lasciandolo però poi ovviamente ridiscendere durante il bear-market del 2022.
Celeberrima fu la sua partecipazione al programma televisivo “Saturday Night Live” nella veste di “Dogefather”, proprio il giorno in cui il prezzo di DOGE fece registrare il suo massimo storico (8 maggio 2021).
Da notare che dopo quell’unico picco sopra gli 0,7$, il prezzo di Dogecoin tornò addirittura sotto gli 0,2$ già solo poco pià di due mesi dopo, e nel corso del bear-market dell’anno successivo precipitò sotto gli 0,06$, con una perdita cumulata temporanea superiore al 90%.
Nel corso del 2023 non recuperò praticamente nulla fino a settembre, per poi rimbalzare a partire da ottobre solo grazie al risveglio dell’intero mercato crypto.
Quest’anno è riuscito a riportarsi brevemente sopra gli 0,2$, a fine marzo, ma solo per poi tornare agli attuali 0,1$.
Il prezzo attuale è quasi il doppio rispetto al bottom del 2022. Soprattutto trenta volte superiore a quello che aveva a fine 2020, prima che Musk iniziasse a pubblcizzarlo, ma è ancora dell’86% inferiore ai massimi.
La fine della causa
Gli accusanti, Colby Gorog, Joshua Flint, Louis Robinson e Michael Lerro, sostengono che Musk abbia manipolato il prezzo di Dogecoin con i suoi tweet e le sue azioni per guadagnarci.
Ovvero secondo loro avrebbe acquistato DOGE prima di iniziare a promuoverlo, e lo avrebbe poi rivenduto nel 2021 prima dei massimi. In seguito lo avrebbe di fatto abbandonato, tanto che a quel punto il prezzo è sceso.
Si tratta praticamente di una sorta di accusa di pump&dump.
Nel documento pubblicato ieri il giudice Hellerstein scrive afferma che la denuncia presentata conteneva “accuse di false dichiarazioni sostanziali da parte degli imputati per i tweet di Elon Musk su Dogecoin”.
Per questo ha deciso di accogliere la richiesta di archiviazione da parte degli imputati.
Le dichiarazioni false e fuorvianti dei querelanti riguardano il fatto che Musk avesse dichiarato che Dogecoin era la sua valuta preferita e che ne aveva acquistate alcune per suo figlio.
Inoltre, che Dogecoin è la criptovaluta del popolo e la futura valuta della Terra, che Dogecoin potrebbe diventare lo standard per il sistema finanziario globale e la valuta di Internet.
Infine, Musk ha accettato di diventare CEO di Dogecoin, che Musk potrebbe mettere un Dogecoin in SpaceX e portarlo sulla Luna e che Dogecoin avrebbe pagato per la missione.
Quindi è stato lo stesso giudice a prendere in esame tutte queste dichiarazioni ed a verificare che sostanzialmente non risultavano essere tutte vere.
Anzi, il giudice Hellerstein sostiene che le dichiarazioni dei querelanti sono aspirazionali e millantatorie, non fattuali e suscettibili di essere falsificate. Quindi non possono essere la base di una causa, e nessun investitore ragionevole potrebbe fare affidamento su di esse.
Inoltre aggiunge che non è possibile comprendere le accuse alla base del presunto schema “pump and dump”. Ovvero non rileva violazioni di doveri fiduciari (che equivarrebbero ad insider trading).
Il prezzo di Dogecoin
Dogecoin esiste sui mercati crypto da circa dieci anni.
Fino al 2020 il suo prezzo era rimasto molto basso, tanto che DOGE non era mai entrato nella top 10 delle principali criptovalute per capitalizzazione di mercato.
D’altronde nacque come uno scherzo, e fino al 2020 rimase sostanzialmente solo una memecoin.
Quando però Musk ha iniziato a promuoverlo sembrava poter diventare qualcos’altro, tanto che lo stesso proprietario di X aveva ipotizzato di facilitarne l’ulteriore sviluppo.
Da notare che lo sviluppo di Dogecoin di fatto è fermo da quasi un decennio. Comunque nemmeno con l’intervento di Musk si sono viste grosse novità.
Il primo vero e proprio boom di prezzo lo fece registrare a gennaio del 2021, quando passò da 0,03$ a più di 0,06$. Forse non è un caso che 0,06$ è stato di fatto anche la linea di base del bear-market dell’anno successivo.
Altra coincidenza è il bottom della prima discesa del 2021, 0,20$, che ha anche costituito il tetto della risalita del 2024.
Terza coincidenza potrebbero essere gli 0,10$.Oovvero un livello su cui il prezzo di DOGE è stato molto nel corso del 2023 e su cui è tornato di recente.
Probabilmente sono questi, per ora, i livelli da prendere come riferimento, e non gli 0,73$ di maggio 2021.