In Canada, un caso su un prestito in Bitcoin entra in tribunale, con la Corte Suprema della British Columbia che ordina il rimborso di 1,2 milioni di dollari.
Summary
Canada e il prestito in Bitcoin: il tribunale ordina il rimborso di 1,2 milioni di dollari
In Canada, il giudice Fitzpatrick ha emesso la sua sentenza su un caso di controversia che riguarda un prestito in Bitcoin.
“Al signor Nguyen viene riconosciuto un risarcimento danni nei confronti del signor Tambosso pari a 1.240.106,22 dollari. Al signor Nguyen vengono inoltre riconosciuti gli interessi legali sulla somma di cui sopra a partire dal 24 settembre 2021”
Nello specifico, la Corte Suprema della British Columbia ha ordinato il pagamento del rimborso di 1,2 milioni di dollari. Tale soluzione sembra testimoniare una crescente accettazione delle crypto a livello legale.
A tal proposito, infatti, il giudice avrebbe affermato che tale caso riguardava una “causa d’azione vecchio stile” ma con “un tocco moderno”, dato che il prestito da restituire era in Bitcoin.
Il caso vedeva il querelante Hung Nguyen aver prestato dei Bitcoin a Daniel Tambosso, per supportarlo in un’iniziativa che stava portando avanti. Tale prestito in Bitcoin è avvenuto in modo legale.
Nello specifico, il 21 settembre 2021, insieme ai rispettivi avvocati, Nguyen ha prestato a Tambosso 18 Bitcoin. Non solo, nel giro di 24 ore, Tambosso avrebbe richiesto a Nguyen altri 7,5 BTC ma quest’ultimo ha accettato di prestarne (sempre in modo legale) altri 4 BTC.
Il contratto prevedeva un rimborso del prestito in BTC entro 48 ore. La sentenza del giudice si basa dunque sui termini del contratto, indicando che l’imputato doveva restituire i 22 BTC originali entro i termini concordati.
Canada e il caso sui prestiti in Bitcoin: un inizio dell’accettazione crypto generale?
Questo caso sul prestito in Bitcoin, dovrebbe rappresentare un inizio dell’accettazione crypto a livello legale in Canada.
Di recente però, un sondaggio della Bank of Canada, ha rivelato che il Paese resta fedele ai pagamenti in cash, piuttosto che adottare le crypto.
E infatti, i canadesi sostengono che per incentivare la creazione di un’ampia economia crypto, è prima necessario creare le condizioni per promuovere l’innovazione tecnologica.
Da quello che è emerso, infatti, solo meno del 3% dei canadesi ha rivelato di utilizzare quotidianamente Bitcoin e altre crypto per le transazioni giornaliere in due anni.
Anzi, nel 2023, l’80% dei cittadini ha portato con sé una qualsiasi somma contante, dimostrando un attaccamento ai pagamenti fisici.
Appare evidente che nel vasto Paese nordamericano, i cittadini siano ancorati ai tradizionali pagamenti in cash e carte bancarie, con difficoltà ad abbracciare alternative.
La registrazione di Coinbase nel Paese
Lo scorso aprile 2024, le autorità del Canada hanno rilasciato a Coinbase una registrazione come “restricted dealer”, consentendo al crypto-exchange di operare nel Paese.
Con questa licenza, Coinbase è diventato da quel momento il più grande exchange di criptovalute registrato in quella giurisdizione.
Data la situazione generale nel Paese, Coinbase aveva affermato di voler collaborare con i partner canadesi per accelerare l’adozione di asset digitali, promuovere l’emancipazione economica e riformare il sistema finanziario.
Ad oggi però, se da un lato la sentenza sui prestiti in Bitcoin rappresenta un primo passo di apertura legale alle crypto, dall’altro l’adozione è ancora molto bassa.