L’intero comparto mining di Riot Blockchain è in sofferenza dopo l’halving di aprile, ma nonostante ciò la società sta aumentando i propri Bitcoin (BTC).
Summary
L’aumento dei Bitcoin di Riot Blockchain
Ieri, la società di mining Riot Blockchain ha pubblicato una nota in cui dichiara di aver superato i 10.000 BTC (Bitcoin).
Da notare che a fine agosto dell’anno scorso ne deteneva solamente 7.300, e a luglio 2024 era arrivata a 9.700.
Quindi tale aumento è arrivato proprio dopo l’halving, nonostante un calo dell’estrazione di Bitcoin.
Infatti a luglio aveva estratto 370 BTC, mentre ad agosto si è fermata a 322. Ad agosto dell’anno scorso ne aveva estratti 333, quindi la riduzione di agosto 2024 è significativa.
Ciò che però stupisce è come a luglio 2024, dopo il dimezzamento del premio di aprile, la società fosse comunque riuscita ad estrarre più BTC di agosto dell’anno scorso.
Va ricordato che la maggior parte dei Bitcoin che si estraggono con il mining deriva ancora dal premio dato a chi estrae un blocco, passato con l’halving di aprile da 6,25 a 3,125.
Le performance di Riot in borsa
La società, il cui nuovo nome completo è Riot Platforms, è quotata al Nasdaq dal 2003 con il ticker RIOT.
In passato, quando Bitcoin ancora non esisteva, ovviamente si occupava di altro, anche se dal prezzo iniziale di collocamento del 2003 fino al 2012 perse quasi tutto il suo valore in borsa.
Riot iniziò a risollevarsi solo nel 2017 proprio grazie al fatto di essersi messa a fare mining di Bitcoin.
Da allora il picco massimo di prezzo del titolo RIOT rimangono i 79,5$ di febbraio 2021, in piena bullrun, mentre il bottom del successivo bear-market fu a quota 3,25$ a dicembre 2022.
Nel corso del 2023 il titolo ha fatto segnare un significativo rimbalzo, anche se non è riuscito nemmeno ad avvicinare i massimi del 2021, come invece ha fatto il prezzo di Bitcoin.
Il picco massimo del 2023 si è fermato a 20,6$, e da allora è entrato un po’ in sofferenza.
A dire il vero è l’intero comparto del mining crypto ad essere andato in sofferenza, dopo l’halving di aprile, tanto che il prezzo delle azioni RIOT quest’anno ha perso il 60%.
Il grosso della perdita però è avvenuto a gennaio, seguito da un corposo rimbalzo a febbraio, e poi da quattro mesi consecutivi di calo.
Il prezzo attuale di circa 6,7$ è comunque ai minimi annuali del 2024.
Seppur con alti e bassi, il calo iniziato a fine febbraio di fatto è ancora in corso.
La nota divulgata
La nota pubblicata ieri dalla società contiene anche altre informazioni.
Innanzitutto specifica che ad agosto in Texas fa molto caldo, e dato che i loro impianti sono perlopiù in Texas hanno dovuto far fronte ad alcune problematiche che li hanno costretti a ridurre la produzione.
Da notare che il costo energetico totale della loro struttura di Rockdale, che produce in autonomia l’energia elettrica, ad agosto è stato di soli 20$ al MWh, mentre l’altra struttura di Corsicana, che invece acquista energia sul mercato, si è dovuta accontentare di un costo energetico totale 39$ al MWh.
Riot infatti basa la sua attività di mining di Bitcoin su una vera e propria strategia energetica che le consente di poter utilizzare anche energia elettrica a basso costo prodotta internamente.
Inoltre annunciano di aver fatto progressi significativi verso il completamento del terzo edificio da 100 MW presso la Corsicana Facility, e di aver iniziato ad aumentare l’hashrate presso le loro strutture del Kentucky di recente acquisizione. L’obiettivo è raggiungere i 28 EH/s in questo terzo trimestre del 2024, ed i 36 EH/s entro fine anno.
L’incredibile crescita dell’hashrate di Riot Blockchain
Ciò che però incuriosisce di più di quella nota è il grafico della crescita dell’hashrate complessivo di Riot.
Nel 2021 superava a malapena i 3 Eh/s, e nel 2022 era salito a quasi 10.
Nel 2023 era rimasto sotto i 13 Eh/s, ma nel corso del 2024 prima è schizzato a 22, ed ora punta verso i 28, con per l’appunto l’obiettivo di arrivare a 36 entro fine anno.
In altre parole, puntano ad una decuplicazione dell’hashrate in soli tre anni, e sono già sulla buona strada per arrivarci.
Il loro obiettivo a medio/lungo termine è di arrivare a 100 nel giro di altri tre anni.
Da notare che il 2021 si chiuse con un hashrate complessivo del mining di Bitcoin a livello globale di circa 170 Eh/s, di cui l’1,7% era detenuto dalla sola Riot.
Ora l’hashrate complessivo è salito a quasi 660 Eh/s, quindi con un +290% in meno di tre anni. Invece nel medesimo periodo l’hashrate di Riot è cresciuto addirittura del 630%, grazie soprattutto alle acquisizioni di nuovi impianti.
Ora la sua quota sull’hashrate complessivo globale è salita al 3%.