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Nuovo all time high per l’hashrate di Bitcoin

Nonostante ci sia stato l’halving da poco meno di cinque mesi, l’hashrate di Bitcoin ha appena fatto registrare un nuovo all time high (ATH). 

La cosa in teoria è anomala, perchè con l’halving sono stati dimezzati di colpo, ed in modo definitivo, i premi per i miner, ovvero la loro maggiore fonte di reddito. 

Il nuovo ATH (all time high) dell’hashrate di Bitcoin

Il nuovo ATH dell’hashrate di Bitcoin è stato registrato oggi a quota 737 Eh/s. 

Tuttavia stando alle stime orarie di CoinWarz, oggi si sono toccati addirittura 793 Eh/s, anche se solo per un breve momento. Per quanto riguarda però le stime orarie, il record assoluto sono ancora i 797 Eh/s di venerdì 23 agosto. 

Da notare che il picco pre-halving era di 736, ed ad aprile, pochi giorni dopo l’halving, fu registrato un altro record a quota 751.

Prendendo invece in considerazione le stime giornaliere di BitInfoCharts, il precedente record era quello del 23 luglio, quando venero superati i 754 Eh/s. Su BitInfoCharts la stima giornaliera di oggi non è ancora stata pubblicata, ed occorrerà attendere domani per poterla vedere. 

Da notare che queste sono solamente stime, ed infatti variano a seconda di chi le fa. 

La progressione

Dato che si tratta solamente di stime, per poter analizzare meglio l’andamento sul medio/lungo termine conviene utilizzare le medie settimanali di Hashrate Index. Anche in questo caso il dato odierno non è ancora disponibile. 

Fino all’halving di aprile la crescita era stata pressochè continua, fin dal 2021. 

La media settimanale più alta era stata toccata proprio il 20 aprile stesso a quota 650 Eh/s. 

In seguito ci fu un forte calo, in conseguenza dell’halving, terminato il 29 giugno a quota 556 Eh/s. 

Va ricordato che la quantità di hashrate utilizzata per il mining di Bitcoin dipende solo ed esclusivamente da decisioni libere ed arbitrarie dei miner, quindi sono loro che lo fanno salire o scendere. 

Per il protocollo Bitcoin non è importante quanto hashrate venga impegnato nel mining, perchè con l’aggiustamento automatico della difficulty in genere viene minato un blocco sempre ogni circa 10 minuti. 

Il fatto è che però il mining è una competizione in cui vince chi ha più hashrate. Quindi ai miner conviene tenerlo il più alto possibile. Dato però che il mining è un’attività economica, i miner non possono permettersi di farlo in perdita, pertanto ogni volta che i costi salgono troppo sono costretti a ridurre l’hashrate. 

La riduzione dell’hashrate

E così, com’era ampiamente atteso, dopo l’halving che ha di colpo dimezzato il premio per i miner che minano i blocchi, i ricavi per i miner stessi si sono ridotti molto. Costringendoli dunque a ridurre le spese spegnendo le macchine meno efficienti. 

Ciò ha avuto come conseguenza la riduzione dell’hashrate, dai 650 Eh/s di media settimanale ai 556 Eh/s. 

Quello che però non era affatto atteso era una sorta di “rimbalzo”. 

Infatti già a fine luglio fu registrato un nuovo record massimo sopra i 677 Eh/s.

È molto difficile comprendere perchè i miner abbiano allocato più hashrate sul mining di Bitcoin nonostante il dimezzamento del premi. Anche perchè il valore di mercato di BTC da allora non è salito. 

L’inevitabile conseguenza di tutto ciò, dato che i ricavi rimangono bassi, è una forte riduzione dei guadagni. 

L’impatto sul prezzo

In questo momento, a fronte di una riduzione dei ricavi che non può essere cambiata, l’unico modo per sostenere i costi elevati di questo livello di halving così elevato è quello di vendere BTC accumulati in passato. 

Quindi se da un lato l’halving ha ridotto sensibilmente il numero di BTC che i miner incassano e vendono, in questo momento gli stessi miner stanno però probabilmente vendendo più BTC di quanti ne stanno incassando. Ciò perchè stanno dando fondo alle loro riserve, accumulate nel corso degli anni, per far fronte agli elevati costi di un hashrate così alto. 

Tutto ciò sta mantenendo la pressione di vendita su Bitcoin più elevata di quanto sperato. 

In genere dopo l’halving la forte riduzione dei ricavi implica che prima o poi qualche miner debba chiudere. In questo momento sembra che i miner stiano cercando di tenere duro il più a lungo possibile proprio per non chiudere. Ma questa situazione non è destinata a durare a lungo. 

Quando inevitabilmente finiranno le riserve di BTC accumulate negli anni, qualche miner sarà costretto a chiudere per mancanza di profittabilità, se l’hashrate rimarrà elevato. La capitolazione di alcuni miner salverà di fatto il settore, e qui miner che non saranno stati costretti a chiudere, perchè riducendosi la competizione si ridurranno anche l’hasrate ed i costi. 

Nessun problema per Bitcoin

Va ricordato che tutto ciò ha impatto solo sulla sopravvivenza di alcuni miner (non di tutti), ed eventualmente sul prezzo di BTC. Tuttavia, non sul protocollo Bitcoin, che continuerà a funzionare come sempre. 

Infatti la difficulty, che si aggiorna in automatico ogni circa due settimane, fa sì che a fronte di qualsiasi riduzione dell’hashrate il block-time di Bitcoin rimanga sempre di circa 10 minuti. Così che il numero di transazioni convalidate rimanga sostanzialmente lo stesso. 

Inoltre i problemi di cui sopra sono sempre per loro stessa natura solamente temporanei, e sono destinati ad esaurirsi da soli, anche se non senza far danni. Tali danni però sono solamente a carico dei miner che hanno costi troppo alti, e di coloro che eventualmente vendessero BTC a prezzo basso prima della capitolazione dei miner meno efficienti.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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