Ieri, Kraken ha depositato in tribunale un documento con cui l’exchange crypto chiede di avere un processo con giuria contro la SEC.
Summary
Il crypto exchange Kraken richiede un processo con giuria contro la SEC
Il mese scorso un giudice della California stabilì che la causa della SEC contro Kraken andrà a processo.
Nel documento Kraken presenta una richiesta esplicita di avere un processo con giuria per tutte le questioni inerenti la causa contro la SEC.
Sebbene non dica chiaramente il vero motivo per cui abbia chiesto la giuria, nel documento lungo ben 76 pagine elenca 18 punti di difesa con cui di fatto accusa la SEC di essersi comportata in modo inaccettabile.
Negli USA i cittadini hanno diritto ad un processo con giuria come sancito nella Costituzione, dato che è considerato un principio fondamentale del sistema legale americano.
Esistono tre tipi di giurie, di cui le prime due (grandi giurie e piccole giurie) per i processi penali, e la terza per le cause civili.
Va però ricordato che nel corso del tempo il potere delle giurie è diminuito molto, tanto che c’è chi sostiene che il trasferimento di poteri dalle giurie ai giudici favorisca le élite.
Può darsi che sia proprio questo il vero motivo alla base della richiesta di Kraken, ovvero evitare che autorità come giudici e SEC possano decidere in modo più facilmente sfavorevole a loro.
Tuttavia d’altro canto c’è anche chi sostiene che in contenziosi complessi la giuria possa essere sostanzialmente incapace a comprendere per intero le questioni, tanto da arrivare a causare conflitti con i giudici che a quel punto possono addirittura arrivare ad escluderla dal processo.
Il problema della SEC contro il crypto exchange Kraken
In effetti il problema sollevato dalla SEC contro l’exchange crypto rientra tra le questioni complesse.
L’agenzia americana accusa Kraken sostanzialmente di violazioni delle normative sulle security.
La questione di quali crypto siano da considerare security, e quali no, è talmente complessa che ci sono punti di vista nettamente differenti.
Secondo la stessa Securities and Exchange Commission molte criptovalute sarebbero security, ma fino ad ora tutte le volte che un tribunale è stato chiamato a dirimere tali questioni in modo definitivo spesso ha optato per dare torto alla SEC stabilendo che molte crypto non sono da considerare security.
Oltretutto tra gli stessi giudici non c’è accordo, con alcuni più propensi a dare ragione alla SEC, ed altri meno.
A questo punto risulta piuttosto difficile immaginare che una giuria civile, scelta sostanzialmente a caso, possa davvero essere in grado di dirimere una tale questione. Oltretutto viene richiesto un giudizio unanime, quindi sarà presumibilmente piuttosto difficile che riesca a raggiungerlo.
Forse Kraken spera proprio in una sorta di complicazione del processo decisionale, in modo da evitare che il giudice concordi troppo facilmente con la SEC.
Le crypto considerate security
La SEC accusa Kraken di aver consentito illecitamente ad utenti retail l’acquisto di security non registrate come ADA, ALGO, ATOM, FIL, FLOW, ICP, MANA, MATIC, NEAR, OMG ed i token SOL.
Occorre però sottolineare che non è la SEC a poter decidere quali asset vadano considerati security.
Per questo motivo l’agenzia si è rivolta ad un tribunale, perchè solo i tribunali negli USA hanno davvero il diritto, ed il potere, di decidere se un particolare asset finanziario debba essere considerato o no una security. Inoltre tali decisioni devono essere prese asset per asset, quindi con singole decisioni per ogni singola crypto.
Il punto chiave è che negli USA, così come in molti altri Stati, è illecito offrire al pubblico security non registrate, e nessuna crypto ha mai ottenuto la registrazione prezzo un’agenzia governativa come contratto di investimento. Anzi, è anche piuttosto probabile che nemmeno chiedendola potrebbero ottenerla.
Fino ad ora però ci sono già due casi simili sui quali si sono pronunciati definitivamente dei tribunali: XRP e ETH. In entrambi i casi è stato deciso che non possono essere considerate security se vengono scambiate sul mercato secondario, ovvero sugli exchange. È difficile immaginare che ADA, ALGO, e le altre crypto citate dalla SEC possano avere un trattamento differente.
Secondo Kraken gli asset digitali in sé non possono essere considerati contratti di investimento (ovvero security) perché non comportano nessuno dei diritti e degli obblighi di un’azione, di un’obbligazione o di qualsiasi altro asset finanziario che il Congresso ha dichiarato soggetto alla regolamentazione della SEC.
Le conseguenze del processo sul mercato crypto
Nel caso in cui Kraken in questa causa avesse la meglio sulla SEC potrebbero non esserci conseguenze significative sui mercati crypto.
D’altronde dopo la storica sentenza su XRP dell’anno scorso i mercati si sono ampiamente convinti che la SEC fondamentalmente abbia torto, e che possa finire per perdere anche tutte le altre cause simili.
Nel caso però di una vittoria della SEC le conseguenze invece potrebbero essere forti.
Va detto che non riguarderebbero Bitcoin ed Ethereum, perlomeno sul medio/lungo periodo, perchè sulle due principali criptovalute non ci sono più dubbi sul fatto che non possano essere considerate security.
Riguarderebbero però sia le crypto ritenute eventualmente security dai giudici, sia il mercato crypto nel suo complesso, perchè la maggior parte delle criptovalute minori sono quelle maggiormente a rischio di dover essere considerate security.