HomeCriptovaluteDominance: Bitcoin ai massimi su Ethereum dal 2021

Dominance: Bitcoin ai massimi su Ethereum dal 2021

Stanotte la dominance di Bitcoin è salita sopra il 58%, ed il suo prezzo in Ethereum è salito ai massimi dal 2021. 

Si tratta di valori molto alti, tipici di un periodo pre-bullrun. 

Bitcoin su Ethereum: dominance ai massimi storici

Oggi il prezzo di Bitcoin di Ethereum si aggira attorno ai 25,5 ETH.

Era da aprile del 2021 che non era così elevato, tanto che ad inizio 2024 era solamente a 18,7 ETH.

Addirittura durante la seconda parte della bullrun dello stesso 2021 era sceso fino ai minimi degli ultimi anni, ovvero sotto quota 12,3 ETH.

In altre parole quando iniziò la altseason della prima parte del 2021, più o meno proprio attorno a marzo/aprile, il prezzo di Bitcoin in Ethereum iniziò a scendere, per toccare il suo minimo annuale poco dopo che le due criptovalute facessero segnare i nuovi massimi storici dell’epoca, a fine anno. 

A quel punto ci fu un’inversione di tendenza che sembra essere ancora in atto.

Va però detto che fino a settembre 2022 quell’inversione di tendenza era solo temporanea, ed ha iniziato a diventare solida e consistente solamente a partire da inizio 2023. In quel periodo un BTC valeva 13,7 ETH, ed in un solo anno salì fino a 18,7. 

Nel corso del 2024 è salito ancora, fino a tornare sopra i 25,5 ETH solo stanotte. 

La dominance suprema di Bitcoin nei confronti di Ethereum e altcoin

Questa crescita sta avendo ovviamente ripercussioni anche sulla dominance di Bitcoin. Infatti le altcoin tendono a seguire più Ethereum che Bitcoin, quindi non c’è da stupirsi che BTC si apprezzi anche nei confronti di molte altcoin. 

L’ultima volta che, secondo i dati di Trading View, la dominance di Bitcoin era stata sopra il 58% in passato era il 5 aprile 2021, ovvero prima che Coinbase sbarcasse in borsa facendo segnare il nuovo massimo storico dell’epoca a quota 64.000$.

A causa della successiva ed immediata altseason scese anche fin sotto il 40%, e fino a novembre 2022 più o meno rimase lì. 

La risalita è iniziata con il 2023, e sembra essere ancora in corso. L’anno scorso passò da 42% a 51%, e quest’anno è salita ancora fino al 58%. 

In particolare l’attuale fase di risalita sul breve periodo è iniziata lunedì 9 settembre, quando il prezzo di BTC tornò sopra i 54.800$.

Un buon segno? Prepariamoci per l’altseason

In passato una tale dinamica ha segnato la fine della capitolazione delle altcoin, ed un risveglio del mercato crypto guidato da Bitcoin. 

Sebbene non sia affatto detto che la storia possa ripetersi, a questo indicatore di una probabile risalita del prezzo di BTC ne vanno aggiunti anche altri che vanno nella medesima direzione. 

A dire il vero sul breve periodo tra mercoledì e giovedì potrebbe anche aumentare la volatilità in senso negativo, dato che c’è molta attesa per la decisione della Fed sui tagli, e soprattutto per la successiva reazione dei mercati. 

Ma sul medio/breve periodo in molti si attendono l’avvicinarsi di ottobre, storicamente mese piuttosto buono per Bitcoin. Inoltre in tutte e tre le precedenti occasioni in cui ci sono state le elezioni presidenziali negli USA con Bitcoin esistente (ovvero dal 2009 in poi) il prezzo di BTC è entrato in una fase di forte crescita, o poco prima o poco dopo le elezioni. 

Una dominance in netta e corposa risalita, ed un mercato delle altcoin in forte sofferenza, sembrano indicare che vi siano le condizioni ideali affinchè il prezzo di Bitcoin torni a salire. 

Le altcoin

In passato in questi casi il mercato crypto è stato dominato da Bitcoin per diversi mesi, con le altcoin che si sono risvegliate dopo. 

Ad esempio dopo le elezioni di novembre 2020 il prezzo di BTC prima tornò sui massimi di allora, e poi continuò a risalire fino ad aprile 2021. 

Le altcoin invece si mossero in massa solamente tra marzo ed aprile 2021, ovvero cinque mesi dopo BTC, sebbene con alcune eccezioni. Inoltre quella altseason durò meno di due mesi. 

D’altronde il mercato crypto è sempre dominato da Bitcoin, o al massimo in alcuni periodi da Ethereum, con le altcoin che seguono spesso a ruota. Le eccezioni in realtà sono molte, ma dato che ci sono migliaia di altcoin eventuali singole eccezioni rimangono tali anche se sono decine o centinaia. 

L’effetto dell’halving

Nelle tre occasioni passate o le elezioni statunitensi hanno portato ad una fase calante del dollaro, o c’è stata una forte iniezione di liquidità sui mercati crypto nell’anno delle elezioni. 

In entrambi i caso questo ha generato un incremento di domanda di BTC sul mercato. 

A ciò va aggiunto che in precedenza in quegli stessi anni (2012, 2016 e 2020) c’era stato l’halving di Bitcoin, ovvero un dimezzamento del premio di BTC dato ai miner, che aveva generato una riduzione dell’offerta. 

Quando la riduzione dell’offerta di BTC sui mercati crypto, causata dell’halving, si somma all’incremento della domanda, dovuto ad esempio ad un calo del dollaro, l’unica conseguenza ragionevolmente possibile è un aumento del prezzo. 

Anche quest’anno c’è stato l’halving che ha ridotto la pressione di vendita, anche se per ora non c’è ancora stato un aumento della pressione di acquisto. Anzi, i recenti cali sono dovuti ad una riduzione della pressione di acquisto superiore a quella di vendita. Però se anche stavolta le elezioni USA dovessero portare, indirettamente, ad un aumento della pressione di acquisto di BTC il suo prezzo molto probabilmente aumenterà. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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