A fine settembre, a seguito di un ampio rally del mercato che ha coinvolto i principali indici azionari mondiali, Bitcoin ha superato nuovamente i 66.000 dollari, prima di arretrare di nuovo. Alcuni analisti prevedono un obiettivo di 100.000 dollari per la principale criptovaluta entro la fine dell’anno, stima influenzata anche dalle aspettative che Bitcoin rispecchi i suoi passati cicli di mercato a seguito dell’Halving, ma anche dal possibile effetto dell’esito delle elezioni presidenziali americane. A questo si somma il fatto che storicamente l’ultimo trimestre è quello in cui Bitcoin ha fatto segnare mediamente le sue performance migliori.
In questo articolo si approfondirà quindi questo possibile bias di fine anno, provando a capire cosa ci si può aspettare dal prezzo di Bitcoin, e se effettivamente esista un edge di mercato che è possibile sfruttare con il trading sistematico.
Summary
Analisi storica dei movimenti medi annui di Bitcoin
Per prima cosa, si può constatare come il quarto trimestre dell’anno (Q4) sia storicamente quello con i migliori ritorni medi percentuali (fonte Coinglass.com), che si aggirano intorno al 81% (con una mediana del 31%), a fronte di una media del 56% nel Q1, del 27% nel Q2 e appena del 6% nel Q3.
Questo sembra confermare la tendenza rialzista di fine anno per Bitcoin. Analizzando i ritorni percentuali nei singoli mesi, si vede come ottobre e novembre siano stati spesso mesi positivi per Bitcoin, con ottobre in particolare che mostra sia la media che la mediana intorno al 21% e ben 9 occorrenze positive su 11 (2013-2023): dati che gli sono valsi a pieno titolo il soprannome di UPtober.
Per approfondire questo possibile edge di fine anno, si utilizzerà il Bias Finder, uno strumento appositamente sviluppato per gli studenti della Unger Academy, in grado di analizzare i comportamenti ricorrenti sui mercati tramite l’andamento medio dei prezzi.
Utilizzando come strumento la coppia di criptovalute spot BTCUSDT, con dati a partire dal gennaio 2018 ed un time frame a 15 minuti, è possibile andare a valutare diversi orizzonti temporali: giornaliero (Intraday), settimanale (Weekly), mensile (Monthly) o annuale (Yearly). In questo caso, si valuterà quello annuale, che fornisce un grafico che riporta l’andamento della coppia BTCUSDT, espresso come escursione monetaria media durante l’anno (Figura 3).
Si apprezza subito anche dal grafico fornito dal Bias Finder, che ottobre è mediamente un mese molto positivo, mentre novembre non sembra essere così robusto nei risultati: il motivo è sicuramente legato al fatto che i dati a disposizione per BTCUSDT partono dal 2018, e come si vede anche dalla tabella in Figura 2, dal 2018 a oggi novembre ha chiuso più volte in negativo che in positivo.
Volendo approfondire l’analisi, il Bias Finder permette di sovrapporre sul grafico gli andamenti medi dei singoli anni a disposizione (Figura 4 e 5).
Si vede come, nel 2020, 2021 e 2023 ci sia stata effettivamente una tendenza rialzista nell’ultimo trimestre dell’anno, mentre nel 2018, 2019 e 2022 l’andamento sia stato piatto o leggermente negativo: questo non depone a favore di un vero e proprio edge di mercato che si possa effettivamente sfruttare nel trading sistematico.
Si potrebbe comunque pensare ad una strategia di acquisto ad inizio ottobre e vendita entro dicembre, oppure un sistema che vada solo long in questi tre mesi. Tuttavia, la valenza statistica sarebbe comunque bassa, visti i pochi dati storici a disposizione, per cui si preferisce non andare oltre.
L’effetto dell’Halving su Bitcoin: è in arrivo una bull run?
Dando quindi per assodato che non ci siano i presupposti per sviluppare una strategia di trading, si potrebbe comunque stimare il possibile andamento dei prezzi di Bitcoin da qui a fine 2024, sulla base di quello che è stato il suo andamento storico nei periodi post halving, ricordando però che non è automatico che anche nel 2024 si verifichi lo stesso scenario visto in passato.
È nota, infatti, la regolarità con cui in passato il completamento di un Halving abbia scandito l’inizio di importanti movimenti rialzisti di Bitcoin. A differenza del passato, però, quello di fine aprile 2024 si è distinto dagli eventi precedenti per una serie di fattori unici, le cui conseguenze saranno tutte da valutare.
Le condizioni macroeconomiche globali, come l’inflazione nelle principali economie e le politiche monetarie delle banche centrali, influenzano infatti anche il mercato delle criptovalute. Una potenziale crisi economica o turbolenze nei mercati finanziari tradizionali legate alla situazione geopolitica, potrebbero vedere un aumento della domanda di Bitcoin come bene rifugio, influenzando positivamente il suo prezzo.
Come detto, poi, c’è l’aspettativa di vedere, nei mesi successivi all’Halving, un comportamento analogo al passato: ovvero un periodo di circa 160-170 giorni di lateralità, per poi andare a rompere i massimi storici precedenti ed innescare una importante “bullrun”. Analizzando la situazione alla data in cui è stato redatto questo articolo, ovvero il 9 ottobre 2024, si nota però che sono già trascorsi 170 giorni dall’ultimo Halving (rettangolo blu in Figura 6) e Bitcoin non ha ancora rotto il precedente massimo storico a circa 73.000$.
Si possono trovare poi stime come quella riportata in Figura 7 (fonte Bitbo.io), in cui si prende il ciclo di prezzi visto negli ultimi 4 anni (all’incirca il periodo di un Halving) e lo si ripete per i prossimi 4 anni, nell’ipotesi che appunto il ciclo si ripeta. Si tratta chiaramente di un puro esercizio di stima, e la sua valenza statistica è relativa, per cui va preso per quello che è, ricordando che solo il mercato potrà dire quale sarà il vero andamento di Bitcoin.
Considerazioni finali e impatto di eventi politici e macroeconomici sul prezzo di Bitcoin
In conclusione, si è visto come il teorico andamento rialzista di Bitcoin negli ultimi tre mesi dell’anno non abbia una base statistica così solida da poter essere sfruttato per il trading sistematico.
Nonostante questo, le aspettative per un nuovo massimo storico entro fine anno sono alte, guidate dalla regolarità con cui in passato gli Halving hanno scandito l’inizio di importanti movimenti rialzisti, ma anche dalle condizioni macroeconomiche globali e dalla instabile situazione geopolitica, che potrebbero vedere un aumento della domanda di Bitcoin come bene rifugio. L’esito delle elezioni presidenziali americane potrebbe inoltre generare volatilità e fare da catalizzatore per l’inizio di un nuovo ciclo rialzista.
Le settimane di negoziazione dell’anno in corso sono ormai poche, e non rimane che osservare cosa accadrà in questa fine del 2024, per avere conferma o meno di queste valutazioni.
Alla prossima e buon trading!