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Ethereum: Vitalik Buterin vuole limitare la quantità di ETH che si possono mettere in staking

Secondo il celebre co-fondatore di Ethereum, Vitalik Buterin, occorrerebbe limitare la quantità di ETH che gli utenti possono mettere in staking.

Lo ha scritto ieri nero su bianco in un nuovo post pubblicato sul suo blog personale. 

Lo staking su Ethereum: cosa vuole cambiare Vitalik Buterin?

Il ragionamento che fa Buterin sembra perfettamente sensato. 

Sul post esordisce scrivendo che uno dei rischi maggiori per il layer-1 di Ethereum (la sua blockchain) è proprio la centralizzazione della proof-of-stake dovuta alle pressioni economiche. 

Attualmente risultano essere in staking più di 34 milioni di ETH, pari al 28% di tutti gli ETH esistenti. 

Il fatto è che quei 34 milioni di ETH in staking non sono divisi equamente tra tutti i validatori, con una certa concentrazione in relativamente pochi soggetti. 

Vitalik Buterin scrive che se ci sono economie di scala nella partecipazione ai meccanismi principali della proof-of-stake, questo porterebbe ad un dominio dei grandi staker e all’abbandono dei piccoli staker per unirsi a grandi pool. 

Ciò comporterebbe un incremento dei rischi che si verifichino attacchi del 51%, con possibili censure delle transazioni o altri problemi come il rallentamento delle transazioni. 

Inoltre, ci sarebbe anche il rischio che un piccolo gruppo finisca per catturare gran parte degli ETH distribuiti come premi agli staker, sottraendoli agli utenti di Ethereum.

Ad esempio, nelle prime due settimane di ottobre due sole singole entità (Beaverbuild e Titan Builder) hanno creato l’88% dei nuovi blocchi della blockchain di Ethereum. 

Le soluzioni di Buterin: limitare il numero di ETH (Ethereum) in staking

Per prima cosa Buterin ha evidenziato che il 28% di ETH attualmente in staking è già più che sufficiente per proteggere Ethereum dagli attacchi del 51%. 

In secondo luogo ha proposto di limitare la quantità di ETH che un singolo utente può mettere in staking, e di limitare le penalità sugli ETH in staking al 12,5%. 

Va ricordato infatti che se un nodo validatore convalida un blocco in modo errato, ovvero non compatibile al 100% con le ferree regole del protocollo, di fatto viene punito con la perdita di una certa percentuale degli ETH che ha dovuto mettere in staking per poter partecipare al processo di convalida. 

Secondo Buterin i rischi attuali non sono ancora così elevati da costringere la rete ad aggiornarsi al più presto, ma ritiene lo stesso necessario intervenire. Infatti sostiene che i rischi potrebbero aumentare in modo inaccettabile in futuro, quindi c’è ancora tutto il tempo necessario per intervenire. 

Ha pertanto proposto diversi interventi tecnici per ridurre tali rischi. 

Uno di questi è la creazione di due livelli di staking, quello “risk-bearing” (tagliabile), limitato ad esempio a 1/8 di tutti gli ETH, e quello “risk-free” (tagliabile), a cui tutti potrebbero partecipare.

Un altro è quello di ridurre massicciamente l’emissione se gli ETH in staking si avvicinano ad un limite prestabilito. 

I rischi del sistema attuale

Secondo Buterin, se la percentuale di ETH in staking aumentasse di molto rispetto all’attuale 28%, sorgerebbero diversi rischi, in particolare nel caso in cui quasi tutte gli ETH venissero messi in staking. 

Innanzitutto lo staking si trasformerebbe da un compito redditizio per gli specialisti in un dovere per tutti i possessori di ETH. Lo staker medio sceglierebbe un approccio più semplice, ovvero delegare i propri token a pochi operatori centralizzati. 

Inoltre si indebolirebbe la credibilità del meccanismo di slashing, ed un singolo token di staking liquido potrebbe prendere il controllo della maggior parte della posta in gioco e persino sostituire lo stesso ETH. 

Infine i token di staking liquido potrebbero ottenere un effetto di rete dominante. 

Buterin e Ethereum

Nonostante Vitalik Buterin sia la vera mente dietro Ethereum, più che semplicemente uno dei co-fondatori, il suo ruolo all’interno dello sviluppo di questa rete non è propriamente quello di un capo. 

È sicuramente il principale punto di riferimento per lo sviluppo di Ethereum, quindi qualsiasi cosa dica viene presa molto seriamente dagli sviluppatori. 

Tuttavia non ha il potere di decidere arbitrariamente da solo quali modifiche vadano fatte al protocollo Ethereum. 

Infatti le sue sono sempre soltanto proposte, sebbene così bene e tanto argomentate da risultare molto difficili da ignorare. 

Oltretutto in passato ha anche cambiato idea di tanto in tanto, quindi lo sviluppo di Ethereum non segue una linea dritta che dipende dalle volontà di Buterin. 

Anche in questo caso però è difficile dargli torto, ed al massimo si può discutere su soluzioni alternative a cui lui non abbia ancora pensato. 

Di sicuro Ethereum è un progetto che evolve, il cui protocollo subisce continue modifiche e continui aggiornamenti. Questo ad esempio lo differenzia molto da Bitcoin, il cui protocollo è praticamente fisso e non evolve quasi mai. D’altronde sono due progetti crypto decisamente differenti, complementari e non antagonisti, tanto da non essere affatto in competizione l’uno con l’altro. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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