Dopo le news di qualche giorno fa in merito allo spostamento di tutti i Bitcoin contenuti sui wallet di Tesla, si era diffusa un po’ di apprensione a causa della possibilità che l’azienda potesse avere intenzione di venderli.
In tutto sono 11.500 BTC, quindi una loro vendita improvvisa potrebbe avere effetti negativi sul prezzo, anche a causa dell’immagine pubblica dell’azienda e del suo CEO Elon Musk.
Summary
Il Q3 di Tesla e i Bitcoin dichiarati: le ultime news
Sul sito web ufficiale di Tesla dedicato agli investitori sono stati pubblicati i dati economico/finanziari relativi al terzo trimestre del 2024, concluso il 30 settembre.
Da questi dati emerge che la società detiene ancora tutti i BTC che aveva ad inizio anno.
Quindi fino al 30 settembre è certo che Tesla non abbia venduto Bitcoin.
La trimestrale di Tesla inoltre ha rivelato dati relativi agli utili molto buoni, e questo l’ha riportata sotto le luci della ribalta.
Dopo un periodo di performance non particolarmente buone, il terzo trimestre si è chiuso con un utile in aumento del 17% a 2,2 miliardi di dollari, ben sopra le attese degli analisti. Anche il fatturato è aumentato, dell’8%, ma meno delle aspettative.
Il titolo Tesla (TSLA) in Borsa
A fine settembre il prezzo delle azioni Tesla era di circa 261$.
Da allora è sceso, prima sotto i 240$, e poi a partire dall’11 ottobre anche sotto i 220$.
Inoltre lunedì è sceso anche a 215$, e da allora è ancora sceso nei giorni seguenti fino agli attuali 213$.
Va però detto che dopo il piccolo crollo dell’11 ottobre, l’andamento del prezzo delle azioni Tesla ha praticamente seguito quello dell’indice S&P500, soprattutto negli ultimi giorni.
A partire da martedì 22, due giorni fa, il Dollar Index è risalito molto velocemente da 104,0 a 104,4 punti, con un picco ieri anche a 104,5.
Contemporaneamente l’indice S&P500 ha perso quasi l’1%, e le azioni Tesla hanno perso il 2%.
Ieri in apertura di seduta il titolo TSLA aveva fatto registrare un +0,4% in apertura, ma nel corso del resto della seduta ha continuato a scendere insieme al resto delle borse USA.
Da notare che il prezzo attuale è ben inferiore ai 250$ di inizio anno, ma di molto superiore ai minimi annuali di 140$ di aprile.
Crypto news: I Bitcoin detenuti da Tesla
Per quanto riguarda i movimenti di ottobre di tutti i BTC detenuti da Tesla, Arkham Intelligence, che li ha rilevati per prima, ha poi svelato che si trattava solamente di movimenti interni.
In altre parole la società ha scoperto che i wallet di destinazione a cui erano stati inviati tutti i Bitcoin di Tesla praticamente in un solo giorno appartenevano in realtà alla stessa società.
Si è pertanto trattato solamente di una ristrutturazione tecnica del wallet crypto della società, che ha cambiato fornitore per quanto riguarda la custodia.
Attualmente gli 11.500 BTC posseduti da Tesla hanno un controvalore complessivo in dollari superiore ai 770 milioni, e non sembra che la società sia intenzionata a venderli.
Va ricordato che negli USA si è in piena campagna elettorale per le elezioni presidenziali, e Elon Musk praticamente sta facendo da braccio destro a Donald Trump.
Trump e Musk si stanno presentando agli elettori come paladini del settore crypto, quindi è estremamente improbabile che Tesla possa vendere i propri Bitcoin proprio ora.
Inoltre è possibile che inizi una bullrun, a cavallo delle presidenziali USA, pertanto è ancora più improbabile che Tesla possa decidere di liberarsi dei propri BTC proprio ora, a maggior ragione se gli utili sono in crescita.
Il mercato delle auto elettriche
Tesla produce e vende auto elettriche.
Il mercato delle auto elettriche sembra un po’ in crisi, a livello globale, e questo certo non aiuta la società americana.
Le difficoltà del 2024 si vedono bene in borsa, con il titolo che ha iniziato l’anno a 250$ e poi quattro mesi dopo si è ritrovato a 140$.
Tali problemi però sembrano essersi attutiti nella seconda metà dell’anno, tanto che il prezzo delle azioni Tesla si è un po’ ripreso, anche se non è ancora tornato ai livelli di fine 2023.
Da un lato pesa, e molto, la concorrenza dei produttori di auto cinesi, grazie a costi di produzione e di vendita nettamente inferiori.
Dall’altro pesa ancora molto, soprattutto in alcuni Paesi ed in alcune zone, le difficoltà nell’approvvigionamento di energia elettrica per le automobili che non hanno anche un motore a idrocarburi.
In altre parole si tratta di un mercato che non decolla, ed all’interno del quale si fa sempre più forte il ruolo dei produttori cinesi.