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Kennedy ha la maggior parte del patrimonio in Bitcoin

Il futuro “ministro” della sanità del prossimo governo Trump, Robert Kennedy Jr, ha dichiarato di aver investito gran parte della sua ricchezza in Bitcoin. 

Tale dichiarazione risale a qualche mese fa, ma è riemersa ora che è stato nominato da Trump Segretario della Salute e dei Servizi Umani del suo prossimo governo che entrerà in carica il 20 gennaio. 

Le dichiarazioni di Kennedy su Bitcoin

Kennedy è un sostenitore di Bitcoin da diverso tempo, tanto che ne parlò sul suo profilo X ufficiale già un anno e mezzo fa. 

Di recente ha definito BTC la valuta della libertà, ed una copertura contro l’inflazione per la classe media americana, oltre che un rimedio contro il declassamento del dollaro da valuta di riserva mondiale ed una via di fuga da un debito nazionale rovinoso. 

Tre mesi fa intervenne alla Bitcoin Conference di Nashville, quella in cui intervenne anche lo stesso Donald Trump. 

Durante il suo intervento, Robert Kennedy Jr dichiarò di essere un grande sostenitore di Bitcoin, e che dopo essere stato alla Bitcoin Conference dell’anno prima è tornato a casa ed ho investito la maggior parte della sua ricchezza in Bitcoin.

Ha poi aggiunto di essere ormai completamente impegnato con Bitcoin. 

Bitcoin e la politica USA, non solo Kennedy

La prossima amministrazione Trump non solo si annuncia favorevole al settore crypto, ma sostenitrice di Bitcoin. 

Innanzitutto c’è lo stesso nuovo presidente, che possiede BTC e ETH ed è intervenuto a sostegno esplicito del settore crypto durante la Bitcoin Conference di Nashville. 

C’è poi il nuovo ministro della salute Robert Kennedy Jr. 

C’è anche Elon Musk, che tecnicamente non farà parte del governo, ma è stato messo a capo di una commissione esterna che sta lavorando insieme al governo per tagliare gli sprechi pubblici. Musk promuove soprattutto Dogecoin, tanto che ha chiamato la sua nuova commission DOGE (Department Of Government Efficiency), ma di fatto è anche pro-Bitcoin. 

Ormai quasi tutto il partito repubblicano, a cui appartiene Trump, segue la politica del nuovo presidente a favore del settore crypto, ed anche tra i democratici sembra che siano in declino coloro che vorrebbero tarpare le ali a questo settore. 

Anzi, forse anche l’apparente ostilità di diversi democratici nei confronti del settore crypto potrebbe aver loro fatto perdere voti alle elezioni di qualche settimana fa. 

Bitcoin e gli USA

Il fatto è che Bitcoin potrebbe avere un ruolo nella gestione finanziaria di uno Stato come gli USA, sebbene assolutamente marginale, perlomeno per ora. 

Trump ha promesso infatti di istituire una riserva statale in BTC, semplicemente non vendendo i BTC che gli USA hanno già in cassa (circa 200.000) dopo averli sequestrati nel corso del tempo a varie truffe. 

Fino ad ora gli USA hanno sempre finito per vendere i BTC incassati in questo modo, mentre ora con Trump potrebbero decidere di tenerseli. 

Inoltre la senatrice repubblicana Cynthia Lummis ha proposto di rimpinguare tale fondo con altri 200.000 BTC all’anno per cinque anni, così da arrivare ad un milione di Bitcoin detenuti dal governo statunitense (quasi un ventesimo di tutti quelli esistenti). 

Bitcoin e gli altri Stati

Qualcosa del genere è stato appena proposto anche dal candidato presidente polacco Sławomir Mentzen.

Mentzen è il presidente del partito di destra Nuova Speranza, quindi è vicino alle idee di Trump. Non ha però molto potere in Polonia, dato che non ha alcun senatore ed ha solo 18 deputati su 460. 

In El Salvador invece non solo Bitcoin è stato dichiarato valuta a corso legale nel 2022, ma il governo da molti mesi sta acquistando 1 BTC al giorno, tanto da possederne ormai 5.900. Il loro valore attuale superiore ai 500 milioni di dollari è pari all’1,5% dell’intero Prodotto Interno Lordo del Paese.

Un altro Stato che ha aperto le porte al settore crypto sono gli Emirati Arabi Uniti (UAE), dove c’è Dubai, che sono diventati uno dei maggiori hub crypto al mondo. 

Per non parlare della Svizzera, ovvero il primo vero e proprio hub crypto che sia mai sorto al mondo. La Ethereum Foundation ad esempio ha sede lì, e persino Tether ormai ha la sua sede operativa a Lugano. 

In Cina invece formalmente esiste ancora un ban sulle crypto, ma ad Hong Kong hanno iniziato ad aprirsi, ed il ban sembra avere le ore, o i giorni, contati. 

L’India invece è ancora molto indietro da questo punto di vista, ma non è certo un Paese noto per la sua spinta innovativa. 

Ormai sono pochi i Paesi apertamente e concretamente contrari, mentre sono sempre di più quelli che pensano di far avere a Bitcoin un qualche tipo di ruolo nella loro economia, o nelle loro finanze. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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