Un report sul Regno Unito ha mostrato che l’utilizzo dell’AI generativa è in forte aumento, con l’83% dei britannici che ha affermato di conoscere gli strumenti. Questo dato ha sollevato però il dibattito sulla sostenibilità della tecnologia. Ecco i dati.
Summary
AI Generativa: aumenta l’utilizzo nel Regno Unito insieme al desiderio di sostenibilità
Il sondaggio condotto da CloudNine PR ha rivelato che nel Regno Unito, l’utilizzo della tecnologia AI generativa è in forte aumento.
E infatti, l’83% degli inglesi ha affermato di conoscere gli strumenti di Intelligenza Artificiale Generativa o GenAI tools.
Il fatto però è che di questi 83%, quasi la metà (45%) ha anche affermato di voler che le aziende siano trasparenti sui costi ambientali associati a queste tecnologie. Non solo, il 10% ha espresso addirittura la volontà di pagare un premio per prodotti o servizi che danno priorità all’efficienza energetica e alla sostenibilità.
In pratica, pare si sia sollevato un vero e proprio dibattito tra l’aumento di domanda dell’AI generativa e la sua sostenibilità.
Non è una novità, infatti, che i centri dati che gestiscono migliaia di server per generare dall’AI le varie e-mail, idea o raccomandazione, ci sia un forte utilizzo di energia.
Facendo un esempio, rispetto a una semplice ricerca su Google, che consuma relativamente poca energia, una singola richiesta di AI generativa può consumare fino a dieci volte più elettricità.
AI generativa più ecologica: la consapevolezza e gli accordi di Microsoft e Meta
Ecco che i britannici hanno evidenziato questa crescente consapevolezza sull’utilizzo della tecnologia. Anzi, un intervistato su cinque ha proprio affermato di non fidarsi dei fornitori di AI generativa proprio per la loro gestione responsabile dell’impatto ambientali.
Continuando col sondaggio, pare che in evidenza ci sia proprio un desiderio da parte dei britannici di utilizzare un AI generativa più ecologica.
E infatti, il 35% degli intervistati ha affermato che gli strumenti di IA generativa dovrebbero “ricordare attivamente” agli utenti il loro impatto ambientale.
Per queste persone, questo piccolo passo potrebbe già significare tanto su un utilizzo più consapevole dell’AI generativa ecologica.
D’altro canto, anche i colossi aziendali si stanno muovendo per salvaguardare il discorso dell’impatto ambientale dell’AI e GenAI.
Ad esempio, Microsoft ha annunciato un accordo da 10 miliardi di dollari con il gestore patrimoniale Brookfield per fornirle 10,5 gigawatt di capacità di energia rinnovabile tra il 2026 e il 2030. Si tratta del più grande accordo di questo tipo, che equivale all’incirca all’elettricità consumata da 4 milioni di case.
Anche Meta, proprietario di Facebook, ha recentemente concluso un accordo significativo per l’acquisto di energia geotermica per i suoi centri dati statunitensi, in vista dell’espansione della sua infrastruttura AI. L’energia geotermica è una fonte di energia rinnovabile che utilizza il calore interno della Terra per produrre elettricità e riscaldare l’acqua.
xAI di Elon Musk e la sua valutazione da 50 miliardi di dollari
Nel frattempo, di recente, si è parlato di come xAI di Elon Musk sia sempre più diventando una potenziale rivale di OpenAI.
La valutazione di xAI ha superato i 50 miliardi di dollari e continua a effettuare investimenti strategici.
E infatti, dal suo lancio a inizio marzo, xAI ha visto la sua valutazione più che raddoppiata. Questo risultato è stato raggiunto grazie a celebri investitori del calibro di Sequoia Capital, Andreessen Horowitz e Valor Equity Partners.
Anche il fondo sovrano del Qatar ha preso parte nel round di finanziamento, portando a xAI somme impressionanti come 6 miliardi di dollari da A16z e 24 miliardi di dollari da Sequoia.