Ieri il sindaco di Vancouver, Ken Sim, ha annunciato pubblicamente una mozione che propone alla città di acquistare Bitcoin da tenere come riserva.
Non si tratta della prima grande città in assoluto a farlo, ma sembra che sia la prima città del Canada ad intraprendere questa strada.
Summary
Vancouver: la mozione per usare Bitcoin come riserva
La mozione presentata dal sindaco Sim si intitola esplicitamente “Preservare il potere d’acquisto della città attraverso la diversificazione delle risorse finanziarie, diventando una città favorevole ai Bitcoin”.
È stata annunciata durante una riunione del consiglio comunale della città tenutasi il 26 novembre, e verrà presentata ufficialmente l’11 dicembre.
Quindi la mozione tecnicamente non è ancora stata nè presentata nè discussa, ma solo annunciata, ed infatti non è ancora disponibile il testo su cui il consiglio comunale sarà chiamato ad esprimersi.
A questo punto non sono nemmeno noti i dettagli, ma dal titolo si può evincere che, probabilmente, il sindaco chiederà di aggiungere Bitcoin al bilancio della città, nell’ambito degli sforzi per diversificare gli investimenti.
La proposta sembrerebbe essere arrivata al sindaco da Jeff Booth, imprenditore canadese che sostiene Bitcoin.
Il sindaco Ken Sim
Kenneth Sim è sindaco di Vancouver da due anni.
Non risulta essere un appassionato sostenitore di Bitcoin, ma qualche mese prima di diventare sindaco pubblicò sul suo profilo Twitter ufficiale una sua fotografia alla conferenza di Miami su Bitcoin, dicendosi eccitato di scoprire di più sui prossimi sviluppi di Bitcoin.
La stessa città di Vancouver non si era mai impegnata in modo esplicito a favore di Bitcoin e delle criptovalute, ma a quanto pare ora il sindaco Sim la vuole trasformare in una città Bitcoin friendly.
Va tuttavia ricordato che il Canada, ad esempio, è il secondo Paese al mondo per ATM crypto, superato solo dagli USA, e ben 367 dei 3.110 ATM crypto canadesi stanno a Vancouver o nei paraggi della città.
Vancouver è la terza città canadese per popolazione, e per numero di ATM crypto è superata solo da Toronto e Montreal.
Si tratta pertanto di un terreno molto fertile per quanto riguarda le criptovalute, anche per la sua vicinanza al confine con gli USA.
Sim è un imprenditore di origini cinesi, e non appartiene ad alcun partito. La sua mozione comunque sembra avere buone probabilità di essere approvata, perlomeno in teoria.
Bitcoin e le istituzioni
Sono sempre di più le istituzioni che, a livello globale, decidono di acquistare o detenere Bitcoin.
Il primo gesto clamoroso in tal senso fu quello di El Salvador, che prima dichiarò Bitcoin valuta a corso legale nel Paese, e poi iniziò un piano di acquisto continuativo che nel corso degli anni gli ha permesso di acquisire quasi 6.000 BTC, che attualmente hanno un controvalore superiore al mezzo miliardi di dollari.
Un altro Stato che ha deciso di possedere Bitcoin è il Bhutan, che ormai ne ha in cassa più di 12.000 (1,1 miliardi di dollari).
Lo Stato che ne detiene di più al momento sono gli USA, che tuttavia non li hanno acquistati ma sequestrati a diversi criminali.
Il fatto è che, da quando Donald Trump ha promesso di non vendere i circa 210.000 BTC detenuti dal governo USA, trasformandoli in una riserva strategica, molte altre istituzioni hanno deciso di seguire l’esempio.
Prima di Vancouver ad esempio è stata la città statunitense di Detroit a provare a percorrere questa strada, mentre ultimamente è il Brasile a provarci.
Ciononostante, ad oggi solo due altri Stati posseggono più BTC del piccolo El Salvador, ovvero la Cina e la Gran Bretagna, sempre grazie a sequestri di beni legati al crimine.