Un nuovo sondaggio rivela la percezione per i proprietari e i dipendenti delle aziende nel voler integrare le criptovalute nelle loro strategie e pagamenti. Da quello che emerge, pare che la voglia di usare le crypto nei prestiti o negli stipendi stia aumentando.
Summary
Pagamenti crypto e la percezione nei prestiti e stipendi per proprietari e dipendenti aziendali
Il sondaggio di Clarify Capital evidenzia una nuova tendenza emergente che coinvolge i pagamenti crypto e i proprietari e dipendenti aziendali.
E infatti, pare che la percezione dell’integrazione delle crypto quando si chiede un prestito o quando si riceve il proprio stipendio, sia alquanto positiva.
I principali dati del sondaggio rivelano che almeno 1 imprenditore su 4 è favorevole all’idea di contrarre prestiti in crypto per la propria attività. Non solo, entro il prossimo anno, 1 azienda su 10 che cerca finanziamenti, sceglierà di richiedere un prestito in crypto rispetto a quelli tradizionali.
Per i pagamenti dei compensi in crypto, quasi il 10% dei proprietari aziendali sta già considerando l’idea, mentre il 30% dei dipendenti si è detto favorevole.
Tali dati provengono da uno studio che ha coinvolto 800 dipendenti americani e 200 proprietari di aziende americane, per esplorare la loro percezione sui pagamenti crypto.
In generale, l’età media dei dipendenti era di 39 anni di cui 4% baby boomers, il 23% Gen X, il 59% Millennial e il 14% Gen Z. Al contrario, l’età media dei proprietari di aziende era di 45 anni, di cui il 13% baby boomers, il 37% Gen X, il 43% Millennials e il 7% GenZ.
Pagamenti crypto: la percezione per i prestiti e stipendi e il gap generazionale
Continuando col sondaggio, i dati hanno evidenziato le differenze di prese di posizione sui pagamenti crypto per salari e prestiti in base alla generazione di appartenenza.
E infatti, parlando dell’interesse per i prestiti crypto, si è detto che 1/4 degli imprenditori ha dichiarato di essere favorevole. Di questo 25% degli intervistati, è emerso che il 50% fossero della GenZ, gli imprenditori più giovani e, cioè nati nell’era digitale.
Per il 28% e 27% ci sono poi stati imprenditori Millennials e GenX, seguiti infine dai baby boomers per il 15%.
Analizzando ulteriormente gli imprenditori che hanno dichiarato di voler scegliere un prestito crypto piuttosto che il prestito tradizionale, è stato anche chiesto di quale genere. Le risposte hanno rivelato che per il 47% la scelta sarebbe i prestiti crypto centralizzati, per il 37% i prestiti crypto peer-to-peer e solo il 21% i prestiti crypto decentralizzati.
Sul discorso invece dei compensi in criptovaluta per i dipendenti, gli imprenditori più propensi hanno rivelato le loro motivazioni. Le più gettonate sono state quelle di non voler fare affidamento sulle banche regolari, ma anche quella di garantire ai dipendenti una maggior privacy e sicurezza.
Parlando invece dei dipendenti, il 30% che si è detto favorevole a ricevere il suo stipendio in crypto è per il 39% della GenZ, 32% Millennials, 23% GenX e 15% Baby Boomer. Il sondaggio ha indagato i dipendenti anche su quale fosse la crypto con cui vogliono essere pagati. Le risposte vedono per il 72% Bitcoin (BTC), 43% Ethereum (ETH), 28% USD Coin (USDC), 17% Litecoin (LTC) e per il 15% Dogecoin (DOGE).
L’adozione crescente delle criptovalute nel settore delle costruzioni
Di recente, un altro studio ha evidenziato le prospettive dei pagamenti crypto nel settore delle costruzioni, rivelando che l’adozione è in crescita.
E infatti, pare che 1 appaltatore su 5 abbia già ricevuto pagamenti crypto per il proprio lavoro mentre il 65% si è detto aperto a questa possibilità.
Addirittura, il 5% degli appaltatori preferisce così tanto i pagamenti in crypto che ha affermato che offrirebbe un 10% di sconto per i clienti disposti a pagare con le criptovalute.
Qui il gap generazionale è differente. E infatti, alla domanda sulla percezione che i pagamenti crypto abbiano un impatto positivo sul settore costruzione, è la fascia d’età dei Baby Boomer ad essere più d’accordo, col 33% di risposte affermative, contro solo il 15% dei Millennials e Gen Z.