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Venezuela: Maduro promuove il Petro, ma con scarsi risultati

Il Presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, sta cercando di promuovere l’utilizzo del Petro come moneta alternativa al Bolivar, ma ancora con scarsi risultati.

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Dal punto di vista dell’adozione di massa, ci sono ancora ostacoli tecnici che rendono l’operazione del Petro semplicemente impossibile.

Innanzitutto, non ci sono ancora wallet utilizzabili per gli scambi e anche sul sito in cui possono essere acquistati non c’è ancora la possibilità di scambiarli una volta comprati.

Ovviamente, non è bastato ridenominare i salari e le pensioni in questa nuova crypto venezuelana per imporne l’utilizzo ed anche il tentativo di convincere altre nazioni ad utilizzarla per gli scambi internazionali si sta dimostrando molto più difficile del previsto.

Infatti, essendo una valuta ancorata al valore del barile del petrolio venezuelano, l’obiettivo di Maduro era quello di utilizzarla come moneta per acquistare il petrolio estratto nel Paese.

Questo, però, non sta avvenendo perché gli Stati a cui è stato proposto l’acquisto di petrolio venezuelano in Petro hanno rifiutato.

Petro in Russia

Durante la sua recente visita a Mosca, il Presidente Maduro ha offerto questa possibilità alla Russia.

Secondo l’ambasciatore venezuelano in Russia, Carlos Rafael Faria Tortosa, il Paese guidato da Putin avrebbe mostrato grande interesse per questa proposta, ma il Viceministro delle finanze russo, Sergey Storchak, ha affermato che non c’è alcun piano in atto che preveda a breve l’utilizzo della criptovaluta nel commercio bilaterale con il Venezuela.

Durante la conferenza stampa tenuta a Mosca, Maduro ha anche rivelato che intenderebbe introdurre gradualmente il Petro nelle relazioni commerciali con i partner internazionali, affermando che il Venezuela inizierà a utilizzarlo per tutte le transazioni nel settore petrolifero nel 2019.

Ad oggi, però, queste sembrano essere solo dichiarazioni prive di riscontro fattuale.

Il piano sarebbe quello di avviare le esportazioni di petrolio pagate in Petro già nel primo trimestre del prossimo anno, tanto che il governo venezuelano ha invitato i distributori di petrolio e prodotti petroliferi nazionali, i vettori aerei e le compagnie di navigazione marittima, a crearsi i propri wallet per poter pagare ed essere pagati in questa criptovaluta.

Tuttavia, questi wallet che supportino la coin Petro non esistono ancora, tanto che, ad oggi, non è nemmeno possibile entrare in possesso dei token, ma solo di certificati di proprietà dei medesimi.

La Russia, tuttavia, non è l’unico paese a cui è stato proposto l’utilizzo del Petro per gli scambi internazionali con il Venezuela.

Ad esempio, alla Bielorussia è stato proposto il pagamento con la criptovaluta di Stato di una parte dei 113 milioni di dollari di debiti dovuti alla realizzazione di progetti abitativi della società di costruzioni bielorussa di stato Belzarubezhstroy, ma non c’è alcuna conferma che ciò sia stato accettato.

Anzi, il Paese ex sovietico sta cercando di convincere lo Stato venezuelano a ripagare il debito con materie prime, per poterle poi esportare sul mercato globale.

La proposta è stata fatta anche ai paesi dell’OPEC, con un video del Ministro del petrolio del Paese, Manuel Quevedo, pubblicato lo scorso mese dal colosso energetico statale PDVSA, in cui afferma:

“Il Petro diventerà la moneta digitale del commercio internazionale di petrolio. Lo presenteremo all’OPEC. Questa sarà una mossa per diffondere le criptovalute a livello internazionale”.

Anche tali dichiarazioni ad oggi non risultano supportate da fatti concreti, visto che dall’OPEC non è ancora giunta alcuna conferma.

Altro Paese a cui sono stati proposti pagamenti in Petro è la Bolivia.

In particolare, sono stati proposti all’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA), a cui Maduro ha detto:

“Abbiamo bisogno di unirci per la liberazione economica e percorrere la strada dello sviluppo congiunto”.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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