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“A Napoli stiamo sperimentando la blockchain”

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“Sì, è vero, a Napoli stiamo sperimentando la blockchain”, con queste parole inizia l’intervista a Felice Balsamo, coordinatore del gruppo di lavoro per il Comune di Napoli sulla blockchain.

Il motivo è semplice: è di due giorni fa la notizia secondo la quale nella città del Vesuvio c’è chi vorrebbe creare una propria moneta indipendente, a partire dal sindaco Luigi de Magistris. Ma non solo: il vero scopo della Municipalità sarebbe quello di utilizzare la blockchain per incentivare un miglioramento economico e anche sociale.

“L’annuncio e la curiosità suscitata dalla notizia della sperimentazione nella città di Napoli di nuove forme economiche da affiancare all’euro ha dimostrato ancora una volta la forza dirompente della città”, spiega Balsamo.

La notizia ha generato interesse ma anche dubbi visto che in Italia, come del resto in tutta Europa, è vietato creare monete. Spiega ancora Balsamo:

“Non si tratta di stampare moneta, ma di trasferire la potenzialità della città di Napoli in una blockchain, realizzando ciò che è avvenuto in questi giorni, cioè generare idee, inventiva, economia”.

Come si è visto anche in Venezuela o nelle isole Marshall, le crypto sono ormai adottate anche in un contesto statale per risollevare le sorti economiche, ma anche turistiche, di un territorio.

“Tra il 2000 e il 2008 le Pubbliche Amministrazioni colpite da una grave crisi di liquidità, hanno sottoscritto prodotti finanziari noti come derivati che avrebbero sulla carta garantito liquidità immediata senza appesantire le casse pubbliche. Le cose sono andate diversamente: i derivati strumenti finanziari tutelati dalle rigide regole della finanza, emessi dalle banche, controllate a loro volta da enti severissimi, hanno prodotto debiti ingenti per i prossimi 30 anni per l’intera collettività”, continua Balsamo.

Insomma, le crypto potrebbero salvare l’economia dell’intero Bel Paese, e Napoli potrebbe essere il leader di questo cambiamento.

“Parallelamente, nel 2010 se una pubblica amministrazione avesse investito appena 100 euro nella nascente economia delle criptovalute, si sarebbe trovata nel 2018 con un patrimonio pari ad oltre 80 mln di euro. Due esempi che appartengono alla storia, il primo sui debiti che può produrre un prodotto finanziario regolamentato, l’altro sull’economia che può produrre un prodotto innovativo anch’esso regolamentato ma da regole nuove, mai scritte prima, basato sulla reale economia, gestita dal basso e non da banche o enti governativi, come sono appunto le criptovalute”.

Napoli non è certo l’unica città italiana a muoversi verso il settore crypto per rimanere all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, anche Roma, Rovereto e molte altre realtà del Bel Paese stanno cavalcando l’onda crypto.

“Per comprendere quale potrebbe essere l’impatto nella città di Napoli basta soffermarsi su quanto già avviene in altre città italiane. A Rovereto da anni moltissime attività commerciali utilizzano un sistema economico parallelo all’euro, Roma da qualche anno ha introdotto sistemi di pagamento per i taxi alternativi alle monete di stato, la provincia autonoma di Trento consente da qualche anno di poter pagare la refezione scolastica in bitcoin. Napoli pur non essendo partita ha una straordinaria forza mediatica”.

La proposta della valuta partenopea di questi giorni si basa proprio sulle nuove forme di economia, sui paradigmi stabiliti dalla blockchain e di conseguenza dalle cosiddette criptovalute: “se il PIL delle città fosse calcolato sulla forza dirompente e attraente che essa stessa genera come la città di Napoli, ci sarebbe da rivedere moltissimo in termini di economia e consumi”.

“Il processo di diffusione e utilizzo della nuova criptovaluta prevede tre fasi, la prima attualmente in corso, dove oltre 200 volontari provenienti da ogni parte del mondo, composti da divulgatori, economisti, sviluppatori, esperti in materia giuridica, stanno ponendo le basi per la diffusione e utilizzo di blockchain nel campo della trasparenza, delle donazioni e in ambito economico tra cui le criptovalute attualmente disponibili come avviene già in alcune città Italiane e come avviene in tantissimi comuni europei”.

Di certo non sarà un processo facile: il progetto è molto ambizioso ma Balsamo spiega:

“L’ultima fase prevede il lancio di una serie di servizi legati all’economia cittadina, tra cui una blockchain compatibile con i micropagamenti e di conseguenza una criptovaluta locale. L’idea è provare (come avrebbero dovuto fare nel 2010) nuovi paradigmi economici basati sull’economia locale, sulle nuove forme di turismo, sull’artigianato, su fattori culturali e monumentali della città, lasciando che il valore sia stabilito dal mercato e che questo sia utile per generare profitti, semplificando e riducendo costi, commissioni bancarie, migliorando la tracciabilità dei pagamenti e aprendo alle attività commerciali cittadine a nuovi mercati emergenti potendo contare sugli oltre 60 miliardi di dollari in giro per il mondo detenuti da tantissimi utenti, ma ad oggi difficilmente spendibili”.

Federico Izzi
Federico Izzi
Analista finanziario e trader indipendente – Socio S.I.A.T. & Assob.it. Opera attivamente sui mercati azionari e dei derivati (futures ed opzioni) dal 1997. Precursore dell’analisi ciclica-volumetrica è noto per aver individuato i più importanti movimenti al rialzo ed al ribasso sui mercati finanziari degli ultimi anni. Partecipa annualmente come relatore all’ ITForum di Rimini dall’edizione del 2010 ed InvestingRoma e Napoli dalla prima edizione del 2015. Interviene come ospite ed esperto dei mercati durante le trasmissioni “Trading Room” e “Market Driver” di Class CNBC, Borsa Diretta.tv e nel TG serale di Traderlink. Da luglio 2017 è ospite fisso su LeFonti.TV nell’unico spazio nazionale settimanale dedicato alle criptovalute insieme ai più importanti esperti internazionali del settore. Periodicamente pubblica articoli su ITForum News, Sole24Ore, TrendOnLine, Wall Street Italia. E’ stato intervistato in qualità di esperto di criptovalute per: Forbes Italia, Panorama, StartupItalia, DonnaModerna. E’ stato riconosciuto come primo analista tecnico italiano ad aver pubblicato la prima analisi ciclica secolare sul Bitcoin. Federico Izzi è… Zio Romolo
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