HomeCriptovaluteAltcoinAlla larga dalle ICO truffa. Sei modi per capirlo

Alla larga dalle ICO truffa. Sei modi per capirlo

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Purtroppo un numero non indifferente di ICO si rivelano nel tempo dei fallimenti o anche delle vere e proprie truffe.

Secondo una ricerca effettuata nel 2018 dal WSJ, su 1450 ICO analizzate 271 sono risultate sospette e si calcola che in queste ICO sia stato investito circa 1 miliardo di dollari.

Pertanto, anche un gran numero di token sale dello scorso anno sono da considerarsi dei prossimi fallimenti, nonostante abbiano raccolto complessivamente ben 233 milioni di dollari.

Alcuni di questi progetti sono crollati nel giro di poco, come vere e proprie startup che non riescono ad ottenere i risultati prefissati. Altri invece erano soltanto truffe create ad arte per raccogliere denaro. Altre promesse, infine, si sono rivelate di successo.

Come è possibile individuare le ICO che sono scam prima ancora di investirci?

  1. Il whitepaper

Il whitepaper è l’elemento chiave da analizzare per cercare di capire se quello che viene proposto è plausibile, fattibile e realistico.

Se contiene per lo più informazioni riguardanti la società o sui futuri guadagni promessi, potrebbe significare che il progetto sia troppo debole per poter essere descritto in modo approfondito.

La stessa considerazione è da farsi qualora i dettagli tecnici siano pochi, o superficiali, e soprattutto qualora non venga ben spiegato come si intendono concretamente raggiungere i risultati previsti.

Inoltre, a volte i whitepaper vengono copiati da altre ICO di successo. E questo deve, ovviamente, far dubitare subito della bontà del progetto.

Per avere maggiori garanzie il whitepaper deve contenere spiegazioni chiare sulla tecnologia utilizzata, sul team, sul prodotto, sui casi d’uso previsti, sulla roadmap del progetto e sul modello di business complessivo.

  1. Il team

Conviene verificare che le persone citate siano persone reali ed effettivamente coinvolte nel progetto. Un buono corretto può essere quello di verificare i loro profili social dove, ad esempio, si possono ottenere anche informazioni sulle loro competenze.

Se invece il team risulta essere parzialmente o totalmente anonimo, con poche informazioni online sui membri che lo compongono, è più che lecito avere forti dubbi riguardo la bontà della ICO.

  1. Il repository GitHub

In genere, i progetti open source hanno un repository su siti come GitHub, in cui viene pubblicato il codice.

Poter analizzare il codice, infatti, è una delle caratteristiche fondamentali dei progetti open source.

Ovviamente questo non vale per progetti non open source, anche se aiuterebbe lo stesso a proporsi in modo credibile.

Nel caso in cui il repository ci sia, ma non contenga nulla, si può dubitare che il team di sviluppo stia effettivamente sviluppando qualcosa, o addirittura che non abbia nemmeno chiaro come funzionano queste tecnologie – cosa non rarissima.

  1. Conformità normativa

Sebbene molti sono convinti che le ICO sono soltanto un modo per raccogliere fondi al di fuori di ogni legge, è bene sapere che non è vero.

Va ricordato che i progetti devono rispettare tutte le normative del Paese in cui c’è la sede legale della ICO, a partire dalle procedure Know-Your-Customer (KYC) e Anti-Money-Laundering (AML) per il riconoscimento delle identità degli investitori.

A tal proposito, è necessario poter ottenere tutte le informazioni riguardo la società che sta proponendo la ICO, compreso magari un certificato legale della sua costituzione come impresa e la lista degli amministratori che la gestiscono.

  1. Le affermazioni della società

Quanto sono realmente credibili tutte le informazioni che la società rilascia sul suo progetto? Come si fa a capire se sono affermazioni realistiche, oppure è tutta…fuffa?

Purtroppo molte delle ICO scam sono solo parole, ovvero un bel whitepaper e un bel sito a cui non corrisponde nulla di reale.

Bisognerebbe invece cercare di verificare tutte le informazioni e valutare la credibilità di tutte le altre, senza lasciarsi prendere dall’entusiasmo.

Inoltre, qualora queste affermazioni contenessero dei numeri conviene verificare la loro provenienza, o il modo con cui sono stati prodotti, senza fidarsi mai ciecamente.

  1. La roadmap

La roadmap è la tabella di marcia prevista per il progetto. In particolare rivela quando si prevede che vengano raggiunti gli obiettivi prefissati del progetto, pertanto è necessario che sia chiara, esplicita, ben fatta e, soprattutto, credibile.

Sono importanti sia le tempistiche dichiarate, che devono essere plausibili, sia gli obiettivi fissati, che devono essere in linea con quelli esposti nel progetto.

Grazie a questi sei punti non è possibile distinguere con certezza quali ICO siano scam, ma è già possibile valutare quali si presentano in modo approssimativo da avere elevate probabilità di esserlo.

Inoltre, non è detto che se una ICO rispetta appieno questi sei punti sia di sicuro un successo, ma perlomeno non appare subito come una banale truffa.

Le ICO, infatti, a volte falliscono anche se sono ben progettate, come del resto accade per tutte le startup.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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