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Africa, nuova frontiera delle crypto

Paxful è uno dei più grandi mercati di bitcoin peer-to-peer al mondo. Consente la compravendita della crypto in maniera diretta da un utente all’altro.

In un recente post sul proprio blog, il CEO Ray Youssef riporta alcuni dati della diffusione e dell’utilizzo di Paxful in Africa.

In questo continente ci sono molti cosiddetti underbanked, ovvero persone che non riescono ad avere accesso agli strumenti bancari.

Queste persone di fatto non sono in grado di aprire attività commerciali o intraprendere perché le loro nazioni o comunità non sono in grado di offrire loro infrastrutture adeguate per questi scopi.

Youssef commenta:

Siamo tutti sull’orlo della rivoluzione finanziaria del P2P ed è guidata dall’Africa“.

Africa luogo ideale per le crypto

È da tempo che si suppone che le criptovalute possano rivelarsi estremamente utili nei Paesi del Terzo Mondo dove le infrastrutture bancarie non si sono ancora diffuse.

Si tratta di un terreno fertile per la diffusione delle “banche personali” quali i wallet di criptovalute che non prevedono alcun intermediario ma che, invece, permettono al suo proprietario di operare come banca di sé stesso.

L’Africa sembra così il luogo ideale in cui sperimentare quanto le criptovalute possano essere efficaci.

Youssef sembra confermare questa ipotesi quando riferisce nel post che il volume mensile di bitcoin che la sua azienda gestisce in Africa è arrivato a circa 40 milioni di dollari, scambiato principalmente tramite buoni regalo.

Inoltre, le nazioni africane su Paxful sono tra le località più attive sulla piattaforma, con Nigeria e Ghana come secondo e terzo mercato per grandezza assoluta, dietro solo agli Stati Uniti d’America.

La criptovaluta africana

Probabilmente i primi a rendersene conto sono gli africani stessi.

In Paesi come lo Zimbabwe, a causa di una perdurante iperinflazione, la moneta locale addirittura è stata eliminata dopo aver perso praticamente tutto il suo valore, tanto da costringere i suoi cittadini ad utilizzare monete estere (Rand sudafricani o dollari americani).

Come riporta il Mail&Guardian, il Presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha ipotizzato pubblicamente la creazione di una moneta unica africana che potrebbe essere digitale.

Il Presidente ha dichiarato di non avere idea di quale possa essere con precisione la nuova valuta africana (anche se precedenti proposte ipotizzavano di chiamarla “Afro”, ma che potrebbe non assumere forma fisica.

Ramaphosa ha detto esplicitamente che:

Cominceremo a confrontarci con l’idea e la nozione di una moneta unica, forse anche di una moneta digitale, ed è possibile che una moneta digitale preceda una vera moneta unica perché è più facile che avere una valuta completa“.

L’exchange africano

Esiste addirittura un exchange africano, Golix.io, divenuto celebre per le sue quotazioni altissime di bitcoin: ad oggi, infatti, viene scambiato a 12.000 dollari circa, contro gli 8.000 delle altre piattaforme mondiali.

Questo da un lato dimostra l’elevato interesse degli africani verso le criptovalute, mentre dall’altro dimostra che l’Africa dal punto di vista finanziario non è ancora entrata a far parte dei circuiti internazionali: il motivo per cui il prezzo di bitcoin su Golix è così alto, infatti, è dovuto al fatto che su questa piattaforma si può accedere con valute fiat provenienti solo da banche africane e dal fatto che non si possono utilizzare exchange esteri.

I guadagni con bitcoin

Inoltre, non va sottovalutato il fatto che, visto che il lavoro e i redditi in Africa scarseggiano, bitcoin è visto da molti africani non solo come un mezzo di pagamento ma anche come un’opportunità di guadagno.

In particolare, grazie ad un costo dell’energia elettrica molto limitato, il mining di bitcoin potrebbe garantire agli africani una nuova forma di reddito.

Pare che un miner ugandese, Richard M. Bagorogo, abbia deciso di predicare “il vangelo del bitcoin”.

Bagorogo afferma di aver guadagnato in un anno e mezzo con il mining di bitcoin tanto quanto “quello che ha guadagnato negli anni come insegnante“.

Di fatto ora si mantiene con questa nuova attività tanto da poter affermare che “come insegnante non potevo permettermi di mandare i miei figli alla scuola internazionale in cui insegnavo. Grazie al bitcoin ora ho addirittura trascorso una vacanza a Dubai e fornisco assistenza finanziaria a mio padre“.

Il futuro di bitcoin in Africa

Secondo molti esperti questo terreno fertile per la diffusione di bitcoin e delle criptovalute potrebbe tradursi in tempi relativamente rapidi per una massiccia adozione di massa di queste tecnologie, soprattutto nel momento in cui fossero disponibili app per smartphone facili da utilizzare per conservare e spendere i propri token.

A quel punto lo sviluppo bancario che l’Africa non ha ancora avuto grazie alle tecnologie tradizionali, potrebbe averlo grazie alle nuove tecnologie legate alle criptovalute.

E visto che in Africa ad oggi vivono più di un miliardo di persone, in continua crescita, questa potrebbe davvero diventare nei prossimi anni la nuova frontiera della criptovalute.

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Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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