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Hedge Fund a caccia di criptovalute

Un mercato volatile e poco liquido come quello delle criptovalute non poteva che diventare terreno fertile per i fondi speculativi. E infatti il successo delle monete digitali non sta lasciando indifferente l’industria dei fondi hedge,il cui interesse per il settore sta crescendo progressivamente.

Secondo i risultati di un sondaggio di BarclayHedge, ormai un quarto dei gestori di hedge fund (il 24% del campione) ha inserito criptomonete nel proprio portafoglio investimenti o intende farlo nei prossimi sei mesi.

Anche se l’esposizione all’universo crypto sta aumentando, non tutti i gestori sono convinti delle potenzialità del settore e delle reali opportunità di guadagno offerte. Se da un lato il 26% è convinto che le criptomonete rappresentino “un’entusiasmante opportunità di investimento”, dall’altro il 37% è consapevole dei rischi che si possa formare “la classica bolla”.

Un altro 37% è più cauto e prevede che le criptovalute assumeranno una certa importanza, ma senza avere l’impatto che l’euforia intorno al settore potrebbe indicare.

“Il sondaggio consente di fare una distinzione tra quella che è la percezione dell’opinione pubblica delle criptovalute e quelle che sono invece le opinioni dei professionisti”, spiega il fondatore e presidente di BarclayHedge, Sol Waksman, nel commentare i risultati della ricerca.

“Sebbene ci sia una grande attenzione rivolta a questo settore da parte dei media, c’è ancora strada da fare” perché le crypto siano accettate come mezzo di scambio o come bene rifugio.

Fondi hedge crypto: fino a $5 miliardi in gestione

Il numero di fondi hedge crypto continuano a crescere in maniera esponenziale, raggiungendo quota 226, con un valore stimato di 3,5-5 miliardi di dollari di attivi in gestione.

Stando alle stime di Autonomous Next, dai 19 nuovi ingressi nel 2016 si è passati ai 167 dell’anno scorso, mentre 20 fondi crypto hanno visto la luce nei primi mesi del 2018. Dai calcoli sono stati esclusi sia i veicoli di investimento lanciati da gestori tradizionali esposti a una sola moneta,come per esempio il Bitcoin Investment Trust gestito da DGC/Grayscale, sia le piattaforme di trading di futures e derivati come LedgerX o CME.

Pur avvertendo dei rischi che comporta un simile investimento, anche in virtù dei cali di prezzo visti di recente sul mercato di riferimento, i fondi hedge crypto di nuova creazione promettono di offrire ai clienti rendimenti elevati, corrispondenti alla crescita del valore di mercato delle criptovalute in generale. La crescente popolarità dei fondi hedge esposti alle crypto ha attirato l’attenzione delle autorità di controllo.

In questi giorni i fari della SEC, ente di regolamentazione dei mercati finanziari statunitensi, sono puntati su almeno nuovi 100 progetti di hedge fund crypto che vedranno la luce in USA nei prossimi mesi.

A riferirlo è stato il Wall Street Journal, citando fonti a conoscenza della vicenda. Le autorità stanno procedendo a una serie di diffide nei confronti di ICO, token digitali e fondi di investimento sospettati di violazione delle norme di regolamentazione americane. La SEC vuole sapere come vengono valutati gli asset e quali sono le strategie di protezione dei soldi investiti dalla clientela.

Tra i nomi degli hedge fund più noti di quelli che stanno puntando forte nell’universo delle monete digitali si possono citare, in ordine di importanza e grandezza, Polychain, Galaxy Digital Assets Fund, Blueyard, ICONOMI, Logos Fund, Pollinate Capital, Metastable, Pantera, BlockTower Capital, ConsenSys Ventures, BB Fund, Tezos, FBG Capital, Blackmoon Crypto e BlockStack.

Il terminal con blockchain ibrida per gli hedge

Per promuovere il business e gli investimenti di Wall Street e delle altre piazze finanziarie mondiali di più alto profilo nell’universo delle crypto, la società BCT (“Blockchain Terminal”) offre un nuovo terminal dotato di tecnologia blockchain ibrida, dedicato agli investitori istituzionali, ai protagonisti dell’asset management e ai fondi hedge.

La piattaforma, lanciata di recente, si basa sulla blockchain di Ethereum e promette di offrire massima trasparenza e sicurezza grazie a un programma di compliance sofisticato, adeguato al mondo crypto. Dietro al progetto BCT, un desktop che con i suoi strumenti di compliance è in grado di rassicurare l’investitore e l’asset manager, c’è un amministratore delegato con alle spalle una decina di anni di lavoro come gestore a Wall Street.

La caratteristica che rende unica la piattaforma è il suo ledger ibrido, in cui sono legate fra loro infrastrutture blockchain private e di pubblico dominio.

Il desktop è un pozzo di dati e informazioni che può essere consultato da tutti i vari partecipanti alle operazioni, dai chief compliance officer (CCC) ai gestori, passando per gli analisti e gli investitori.  

Daniele Chicca
Daniele Chicca
Laureato in lingue e letterature straniere all'Università di Bologna, con un anno da undergraduate presso la UCL di Londra. Giornalista professionista dal 2007, si è con il tempo specializzato in finanza, economia e politica. Dopo tre anni presso il desk di Reuters a Milano, ha lavorato per diverse testate, contribuendo tra le altre cose a portare a un incremento del traffico progressivo sul sito Wall Street Italia e offrendo servizi di vario genere da inviato per Radio Rai e per le agenzie stampa AGI e TMNews (ex Apcom). Al momento è responsabile della redazione, della linea editoriale e del coordinamento di un importante sito di informazione economica e finanziaria
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