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E’ scontro sul Fork di Monero

Sono tante le conseguenze del fork di Monero, la criptomoneta lanciata nel 2014 e che oggi ha ha una capitalizzazione di mercato superiore ai 2 miliardi.

Da venerdì 6 aprile, cioè da quando è stati rilasciata la versione 7, si continua a discutere degli effetti dei cambiamenti, come la possibilità che il network si divida in due chain che competono per catturare la fiducia degli utenti della crypto.

Il nodo riguarda l’aggiornamento dell’algoritmo di mining, fatto ad hoc per proteggere il network contro il nuovo ASIC rilasciato da Bitman, il più grande produttore mondiale di questo tipo di software.

Bitman ha annunciato la creazione di un ASIC pensato proprio per il mercato dei Monero. Una notizia che ha messo in allarme una parte della community che vede nel nuovo ASIC un pericolo che può condurre a una centralizzazione della Rete, con il potere nelle mani di pochi player.

A pensarla così, fra gli altri, c’è Riccardo Spagni, la mente che guida il team di sviluppatori di Monero, che, proprio per evitare rischi, ha pianificato nell’ultimo fork una modifica della Proof of Work che rende molti degli ASIC attuali inefficaci.

La creazione di Monero Classic

La manovra non è però piaciuta a una parte della community che ha minacciato di continuare a operare sulla chain originale, sotto il nome di Monero Classic, aprendo di fatti a una possibile scissione del network.

Il gruppo dei dissidenti ha dichiarato di avere dalla loro parte l’80% dell’hash rate della criptomoneta, anche se sembra che questa percentuale sia troppo alta, rispetto alla realtà.

Per capire i possibili sviluppi della vicenda abbiamo raggiunto Federico Tenga, co-founder di ChainSide, startup che facilita il match tra business e possessori di criptovalute:

“Il cambio del PoW crea possibili benefici per quanto riguarda una maggiore decentralizzazione del mining, ma sul lungo termine può creare problemi. La community di Monero dovrà poi fare cambi di PoW regolari per rendere impossibile lo sviluppo di un ASIC. Questo, tuttavia, rischia di aprire un problema relativo alla sicurezza del network, generando moltissime vulnerabilità”, avverte Federico.

Il cambio del PoW potrebbe non essere sufficiente per evitare lo sviluppo di ASIC:

“Potrebbe succedere che quando qualcuno sviluppa un ASIC per Monero lo faccia in modo che non lo si noti e non lo rilasci sul mercato, così da tenere per sé gran parte dell’hash rate senza che la community faccia un altro hard fork”, conclude Tenga.

Giancarlo Donadio
Giancarlo Donadio
Giancarlo inizia a scrivere di business con Millionaire. Con la rivista di Milano collabora alla realizzazione di "Startup. Sogna, credici, realizza. Dall'idea al successo” per Hoepli. Dal 2016 collabora con Startupitalia! dove si specializza su fintech, blockchain, criptovalute, all'interno della rubrica SmartMoney. Oggi è cofondatore di Pandant, web agency focalizzata su content marketing e personal branding
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