HomeCriptovaluteMiningXilinx Virtex VCU1525: gli FPGA per il mining tornano in voga?

Xilinx Virtex VCU1525: gli FPGA per il mining tornano in voga?

Negli ultimi mesi su BitcoinTalk si è tornati a parlare di mining sfruttando gli FPGA, in particolare sullo Xilinx Virtex VCU1525, un FPGA prodotto da Xilinx, che con l’opportuna programmazione può essere sfruttato con discreti risultati nel mining di criptovalute.

Non è la prima volta che si utilizzano FPGA per minare, anzi, in passato, a cavallo fra il 2012 ed il 2013, furono proprio gli FPGA ad anticipare i primi ASIC specifici per il mining.

Tuttavia, complici forse i prezzi sempre più salati degli ultimi ASIC e la lotta attuata dai team di sviluppo delle principali criptovalute contro l’hardware specializzato nel mining, potrebbe ritornare conveniente utilizzare gli FPGA.

Questo perché gli FPGA si, sono inferiori come efficienza e prestazioni agli ASIC, però possono essere riprogrammati in caso di cambio algoritmo di PoW. Il tutto mantenendo un’efficienza assai migliore delle più classiche GPU.

I problemi però sono due. Il primo è il prezzo, alto ma visti i prezzi generali per l’hardware destinato al mining si può ritenere quasi accettabile. In secondo luogo la difficoltà di programmazione di questi dispositivi, che richiede una certa competenza nel settore. Non sono quindi soluzioni adatte a tutti, anzi molto di nicchia.

Le specifiche ed il prezzo dello Xilinx Virtex VCU1525

Il post bitcointalk dell’utente riporta un sito dedicato interamente al progetto di mining tramite FPGA: Zetheron.com

Tra i tanti modelli e considerazioni effettuate, emerge come una delle migliori soluzioni sia l’FPGA VU9P, ovvero lo Xilinx Virtex VCU1525All’apparenza può sembrare una scheda video visto il formato, ma in realtà ha a ben poco che vedere con una scheda grafica, se non lo standard adottato per il PCB, dissipatore e connettori PCI-E per l’alimentazione. Il controllo vero e proprio avviene tramite USB.

Xilinx Virtex VCU1525 FPGA mining

Lo Xilinx Virtex VCU1525 in dettaglio, è caratterizzato da quattro slot di memoria DDR4, che garantiscono un quantitativo di RAM installato pari a 64GB. Quindi algoritmi che richiedono grosse quantità di memoria come Ethash non sono un problema.

Tuttavia, per le funzioni più fortemente vincolate alla memoria, non come quantità o banda ma come latenza, l’FPGA VU9P, integra ben 360 Mb di memoria on chip. Quindi non è nemmeno un problema eseguire algoritmi quali il CryptoNight.

Passando ai consumi, la configurazione di Xilinx arriva ad assorbire 225 Watt di picco, ma nella realtà, a seconda della configurazione, i consumi effettivi dovrebbero essere minori. Non mancano poi le opportune interfacce per collegare più FPGA in parallelo e programmare le due unità in maniera complementare, così da migliorare le performance ove possibile.

Passando ai prezzi, arrivano le note dolenti. La versione commercializzata da Xilinx infatti, costa di base sui 4000 dollari. Cifra a cui va aggiunto il costo per la programmazione e modifica hardware.

Le prestazioni

Stando alle informazioni reperibili sul thread BitcoinTalk, minando monete basate sull’algoritmo Lyra2z lo Xilinx Virtex VCU1525 ottiene un hashrate di circa 20-21 MH/s. Il tutto tramite le opportune modifiche hardware.

Su Monero invece, più nel dettaglio nel CryptoNight V7, si riesce a raggiungere un hashrate compreso tra i 14 e 20 KH/s con un consumo di 160 Watt. Anche in questo caso è necessario effettuare le opportune modifiche hardware e programmarlo correttamente.

Bisogna infatti ridurre il voltaggio, migliorare il sistema di raffreddamento, modificare leggermente il PCDB della scheda ma soprattutto saperlo programmare. Ad oggi infatti non sembrano essere reperibili firmware di configurazione già pronti all’uso.

Tra gli altri valori, vengono segnalati:

  • Keccak (Smartcash, Maxcoin): 17GH/s;
  • Tribus (Denarius, Virtus): 2.1GH/s;
  • Phi1612 (Luxcoin, Folm): 650MH/s;
  • Skunhash (varie monete): 1.3GH/s.

Buoni valori. Certo, non paragonabili agli ASIC ma superiori alle GPU. Anche i consumi sono davvero contenuti. Tuttavia resta da valutare l’alto costo d’acquisto del device. Infine, vista l’elevata domanda, risultano assai difficili da reperire.

Emanuele Pagliari
Emanuele Pagliarihttps://www.emanuelepagliari.it/
Ingegnere delle telecomunicazioni appassionato di tecnologia. La sua avventura nel mondo del blogging è iniziata su GizChina.it nel 2014 per poi proseguire su LFFL.org e GizBlog.it. Emanuele è nel mondo delle criptovalute come miner dal 2013 ed ad oggi segue gli aspetti tecnici legati alla blockchain, crittografia e dApp, anche per applicazioni nell'ambito dell'Internet of Things
RELATED ARTICLES

MOST POPULARS

GoldBrick