HomeBlockchainSicurezzaStoria di cinque scam, per avidi e creduloni

Storia di cinque scam, per avidi e creduloni

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Il mondo delle crypto, al pari di tanti altri settori, subisce il danno materiale e d’immagine provocato da attività truffaldine.

Quindi, quali sono stati i cinque maggiori scam che più hanno fatto danni in questo comparto? Anche nel mondo crypto c’è chi cerca di vendere il Colosseo a degli incauti e creduloni turisti? 

Bitconnect

Uno degli scam più celebri è stato Bitconnect, anche perché lanciato con molta forza e, purtroppo, rilanciato con molto entusiasmo da diversi influencer.

Il progetto prevedeva una piattaforma per convertire bitcoin in BCC (ovvero il token di Bitconnect) che poi venivano prestati ad altri utenti in cambio di lauti interessi.

Non era difficile immaginare che fosse una truffa, anche perché venivano promessi ritorni astronomici e perché la vendita dei BCC si basava su un evidente schema Ponzi.

In realtà, ogni volta che vengono proposti guadagni enormi (ad esempio l’1% al giorno) è estremamente probabile che si tratti di una truffa, come ogni volta in cui colui che acquista può guadagnare solamente se riesce a convincere altri ad acquistare. Si chiama, in generale, catena di Sant’Antonio.

La società all’origine di Bitconnect ha chiuso dopo un solo anno di attività e dopo aver ricevuto ben due ordini di chiusura da parte delle autorità finanziarie americane. La questione è ora in tribunale e nessuno sa se i truffati potranno essere rimborsati di ciò che hanno perso.

GAW Miners

Un altro classico, purtroppo, sono le società che affermano di vendere pacchetti di cloud mining, ma che in realtà non vendono nulla.

Sia chiaro, il cloud mining non è necessariamente una truffa, ma visto che è estremamente difficile verificare se il denaro che si dà in prestito alle società venga effettivamente utilizzato per minare, il rischio che si limitino a metterlo in tasca è piuttosto elevato.

Ed è proprio quanto successo agli oltre 10.000 investitori di GAW Miners. Addirittura, pare non abbiano mai nemmeno avuto le attrezzature necessarie a minare tutti i bitcoin che avevano promesso. Si limitavano a promettere e incassare.

Fortunatamente, in questo caso è intervenuta la SEC americana grazie alla quale, dopo due anni di indagini, il CEO Josh Garza è stato multato per più di 9 milioni di dollari, con 700.000 dollari di interessi.

Centratech

Questo scam è divenuto famoso perché poteva contare sulla promozione di una celebrità del calibro dell’icona della boxe Floyd Mayweather.

L’idea era quella di vendere agli utenti delle carte di debito Visa e MasterCard per convertire facilmente le criptovalute in valuta fiat.

Di suo non sarebbe una truffa, come dimostrano i numerosi successi di iniziative simili, ma nel caso di Centratech era tutto falso.

Questo genere di truffe sono le più difficili da scoprire, perché in teoria progetti come questi potrebbero funzionare, o hanno già funzionato, ma se i promotori sono disonesti e si inventano tutto solo per scappare con la cassa non è facile scoprirlo.

Nel caso di Centratech, dopo aver raccolto 32 milioni di dollari con una ICO, è intervenuta la SEC americana e i fondatori sono stati arrestati. Fortunatamente, in questo caso i fondatori stessi sono poi stati costretti a restituire i fondi rubati, con gli interessi.

Pincoin

Questa è una truffa più raffinata. Una società vietnamita, Modern Tech, ha lanciato con una ICO il token Pincoin con cui ha raccolto 660 milioni di dollari. A quel punto hanno rispettato le promesse distribuendo i premi in denaro e i ritorni previsti.

Poi, però, hanno lanciato un altro token, iFan, praticamente senza valore, con cui hanno iniziato a ripagare gli investitori, al posto che in criptovalute.

Anzi, a un certo punto il team è improvvisamente scomparso senza lasciare tracce.

In questo caso gli investitori sono stati incauti e avidi perché, se avessero scavato un po’ più a fondo prima di investire, avrebbero notato che non c’erano informazioni chiare sui fondatori dell’azienda. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Soprattutto poi se il ROI promesso è del 100%.

OneCoin

Questo è in assoluto uno dei casi più famosi, anche perché va avanti da parecchio tempo. Tecnicamente non può essere nemmeno definito una truffa, perché non c’è ancora un pronunciamento ufficiale di un tribunale in merito.

Tuttavia, è stato definito esplicitamente uno schema Ponzi in India nel luglio dello scorso anno e successivamente è stato anche multato di 2,5 milioni di euro dalle autorità italiane.

Il caso OneCoin è anche stato inserito nella lista degli investimenti a rischio truffa in almeno cinque Paesi.

In questo caso la questione non è ancora chiusa, e non si possono trarre conclusioni definitive, ma visto che le persone coinvolte sono molte e le dimensioni che ha raggiunto sono significative, è necessario mettere in guardia potenziali nuovi investitori che si tratta di un possibile scam.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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