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Opera è un dei più vecchi browser per Internet, sviluppato da una società norvegese nel 1995, la cui prima versione pubblica risale al 1996. E’ nato agli albori del Web e attualmente ha ancora ben 350 milioni di utenti sparsi in tutto il mondo.
La società ha deciso che è arrivato il momento di fare un salto di qualità e ha presentato una IPO, ovvero un’offerta iniziale per essere quotata in borsa, emettendo azioni totali per 115 milioni di dollari.
Dalla documentazione presentata risulta che 50 milioni di azioni sono già state comprate da Bitmain, il gigante del mining.
Si tratta di una diversificazione notevole per il gigante di bitcoin. Un colosso che attraverso diverse pool controlla quasi metà del mining e che ora vuole entrare nella società del web come investitore privilegiato, con un private sale. Come mai?
I motivi possono essere diversi: dal semplice investimento, alla possibilità di operazioni di marketing congiunto, all’integrazione di software per il mining o comunque legati alla blockchain all’interno dei browser.
Opera Limited attualmente ha un margine operativo pari a 128,9 milioni di dollari e utili netti per 6,1 milioni.
Anche se la sede è ancora ad Oslo, la proprietà attuale è cinese. La società ha proseguito nello sviluppo di browser, la cui ultima evoluzione è Opera 54, basata sull’open source Chromium, nella quale è presente una protezione per impedire il mining remoto di criptovalute.
Accanto all’evoluzione del browser tradizionale, Opera ha iniziato lo sviluppo di Neon, un tipo di browser innovativo per le modalità di presentazione delle pagine e di Opera News, un servizio di news guidato dall’intelligenza artificiale e riservato al continente africano.
Un altro programma di Bitmain che sembrerebbe a breve termine è la realizzazione di un wallet per Android: attualmente disponibile in una beta privata, introduce un wallet utilizzabile in futuro da 322 milioni di utenti del browser, che in questo modo non dovranno più scaricare un’estensione separata per i pagamenti crypto.
Bitmain, che ha una sussidiaria in Svizzera e ha iniziato un programma di espansione negli USA ed in Canada, ha avuto redditi operativi per oltre 3 miliardi di dollari nel 2017, riuscendo a superare il gigante dei processori Nvidia.