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Si respira aria nuova in Thailandia con l’approvazione da parte della Securities and Exchange Commission (SEC) locale di un ampio quadro normativo per l’emissione e la vendita di token digitali attraverso le ICO.
Summary
I particolari
Si tratta di una serie di norme il cui compito sarà quello di limitare le frodi e il riciclaggio di denaro sporco.
Dal 16 luglio, data in cui le nuove regole diventeranno effettive, ogni ICO dovrà ricevere l’approvazione della SEC, dovrà essere corredata di piani aziendali particolareggiati (coerenti con la mission dell’azienda e dei token offerti) e piani informativi.
A proposito di token: il numero offerto agli investitori istituzionali risulta essere indefinito, mentre quello riservato, secondo le ultime disposizioni, dovrà essere limitato ad un valore massimo di 300mila baht, pari a poco più di 9mila dollari (9.050).
Per quanto riguarda la valuta, gli emittenti delle ICO sono autorizzati a ricevere pagamenti solo in sette criptovalute già designate (bitcoin, ethereum, ripple, bitcoin cash, ethereum classic, stellar e litecoin) o, in alternativa, in valuta fiat rappresentata dal baht thailandese.
I controlli
Chiunque voglia lanciare una ICO dovrà preventivamente creare un’azienda con sede ufficiale all’interno dei confini tailandesi ed avere un capitale sociale di minimo 5 milioni di baht, ovvero 150mila dollari.
A questo dovrà aggiungersi anche l’obbligo di controlli periodici da parte delle autorità di vigilanza e garantire che il codice del computer o il codice sorgente corrisponda alle informazioni divulgate.
L’inquadramento fiscale è stato illustrato dal ministero delle finanze thailandese: una ritenuta d’acconto fissa del 15% sui guadagni che va a sostituire il 7% di IVA in vigore fino a maggio e poi cancellato per dare maggior respiro agli operatori di crypto.