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Così parlò la SEC, bocciate le richieste di ETF

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Tre ordinanze in un dettagliato documento di una trentina di pagine.

Tanto c’è voluto alla SEC per respingere le altrettante tre richieste di autorizzazione di ETF basati su bitcoin. Le domande erano state presentate da ProShares per due ETF da trattare sulla borsa ARCA del NYSE, da Direxion, per altre cinque formule di derivati, e da Graniteshares per due prodotti da trattare sul CBOE.

Insomma, per quanto già circolassero voci sulla probabile bocciatura, alla fine non si è salvato nessuno.

E’ significativo che i rifiuti per cambiare le norme relative agli ETF per accettare prodotti basati su bitcoin, siano giunte tutte assieme, nella stessa data, a fronte di rumor che ipotizzavano un parere non prima di settembre.

Le motivazioni che hanno portato al rifiuto sono molto simili fra di loro e ricordano quelle che hanno portato al respingimento di una richiesta analoga presentata dai gemelli Winklevos.

Fondamentalmente le ragioni sono legate al fatto che gli ETF non potrebbero offrire migliori garanzie agli investitori rispetto ai prodotti finanziari che vorrebbero rappresentare, anche includendo una percentuale di future relativi alla criptovaluta nel contratto finanziario.

Si legge, infatti:

“Comunque la Commissione deve respingere la proposta perchè non ci sono prove nelle registrazioni che dimostrino che i future su bitcoin della CME e CFE siano dei mercati di dimensioni significative”.

Tutte le proposte, come in precedenza quella dei gemelli Winklevoss, non sono state in grado di dimostrare che i mercati di riferimento, sia ordinari, sia dei future, siano in grado di resistere in modo sufficiente alle manipolazioni o che abbiano dimensioni di carattere sufficiente, compresi i mercati dei future.

Riprendendo la decisione relativa ai fratelli Winklevoss, si legge ancora:  

Gli exchange non hanno dimostrato che la struttura del mercato spot di bitcoin sia resistente alla manipolazioni. Dato che gli exchange si sono limitati a portare le loro affermazioni (di resistenza alle manipolazioni) senza portare dati o prove, la Commissione non ha nessuna base, al di là della  fiducia assoluta, delle affermazioni dell’Exchange, sulla base delle quali giungere ad una diversa decisione”.

Nessuna delle richieste dunque è stata in grado, secondo l’Autorità di Vigilanza USA, di portare prove reali a favore di una maggiore sicurezza o efficienza del loro prodotto rispetto alla criptovaluta originale, per cui la bocciatura da parte della SEC era quasi ovvia.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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